True story about BIM: la rivoluzione del digitale nel mondo delle costruzioni
SAIE 2016. Focus alla Fabbrica delle idee di Federbeton
Partire dall’immagine digitale dell’edificio fino ad arrivare alla sua realizzazione, interpretare linguaggi differenti per parlare un codice linguistico comune, plurale e condiviso. Questo è il Building Information Modeling, protagonista indiscusso di SAIE 2016. True story about BIM è il titolo dell’evento organizzato da Ingenio e Euroconference e inserito negli appuntamenti di La fabbrica delle idee di Federbeton. Oltre 16 operatori ed esperti sono intervenuti il 20 ottobre sulla digitalizzazione delle costruzioni, tema trattato partendo dalle origini fino alle sue prime applicazioni in Italia, anche negli appalti pubblici.
“Qualche anno fa in Italia l’acronimo Bim veniva confuso con Beam (che, tradotto in italiano, vuol dire ‘trave’) e l’argomento era conosciuto solo da pochi esperti del mondo della ricerca – ha raccontato Andrea Dari, editore di Ingenio -. Ora, invece, la diffusione tra i professionisti sta crescendo e, secondo un sondaggio del 2016 realizzato da Ingenio, IFC (Industry Foundation Classes) viene applicano dal 73% dei professionisti intervistati”.
“Il BIM ha cambiato, sta cambiando e cambierà il modo di progettare e costruire. Il vero strumento innovativo – ha spiegato Flavio Andreatta di ALLPLAN Italia – non sono tanto i modelli architettonici, quanto le informazioni sul calcolo dei costi e dei tempi e quindi le pianificazioni dettagliate che si ottengono con il BIM, un sistema che permette anche di scomporre il modello per ottenere dati strutturati lavorando su piattaforme cloud”. Gianni Massa, vicepresidente CNI, ha paragonato la rivoluzione Bim a quella compiuta dalla musica rock negli anni Cinquanta. “Come il rock ha rappresentato un cambiamento rivoluzionario nella storia della musica, così oggi nel mondo del costruito il Bim è arrivato dirompente con il suo bagaglio di pluralità e contaminazione di linguaggi, interoperabilità, multidisciplinarietà, velocità e trasversalità”.
Angelo Luigi Camillo Ciribini, professore di ingegneria civile e architettura all’Università di Brescia, ha osservato come “con il digitale il costruito sia passato dall’industria del prodotto a quella del servizio in tempo reale, diventando circolare e 4.0”. “È per il 10% tecnologia, mentre per il 90% relazioni tra professionisti”. Simone Garagnani dell’Alma Mater Università di Bologna sottolinea come “il Building Information Modeling sia differente dagli strumenti CAD, perché permette trasmissibilità, e più precisamente consente di trasferire informazioni e concertarle".
Applicato all’Ingegneria Strutturale “il Bim deve arrivare al dettaglio specifico con precisione millimetrica con ogni tipo di materiale e permettere di inserire ulteriori dati – ha dichiarato Paolo Sattamino, direttore commerciale settore Calcolo strutturale, geotecnico e Biminfrastrutturale di Harpaceas -. Deve dare informazioni per arrivare al completo coordinamento tra modello e macchina”.
“La metodologia Bim richiede nuova energia nella progettazione e un’elevata competenza dei professionisti” ha detto Giuseppe Martino di Giuda, professore di architettura del Politecnico di Milano. In Italia il sistema viene via via applicato anche negli appalti pubblici, “perché porta a selezionare le offerte progettuali più congruenti”. Senza contare che “non è solo interoperatività, ma offre opportunità di ricerca e sviluppo per diversi ambiti a partire dalla progettazione antisismica”, ha ricordato Edoardo Cosenza, professore dell’Università degli studi di Napoli Federico II, nonché membro della commissione Bim promossa dal MIT e di quella per la digitalizzazione degli appalti pubblici.
Il Bim non è solo una scelta consigliata quando si affrontano nuovi progetti ma è un approccio prezioso anche per la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio esistente. Per Stefano Della Torre del Dipartimento ABC del Politecnico di Milano “il Bim è prezioso per la tutela programmata attraverso l’interoperabilità nell’intero processo di conservazione, valorizzazione e gestione degli interventi di restauro di beni immobili sottoposti a vincoli”. Gianluca Cavalloni di Saint-Gobain Italia ha osservato anche come le librerie Bim permettano di ottenere informazioni dettagliate e accurate sui prodotti: “Il modello Building Information Modeling ha permesso alla nostra azienda – ha spiegato – di creare una libreria oggetti che permette ricerche per filtri (brand, applicazione o comfort), ma consente anche di ottenere informazioni accurate sulle proprietà delle componenti”.
Questo articolo è pubblicato anche su saie.it e su edilio.it
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