24-10-2016 1 minuti

L’Iran protagonista a SAIE 2016

Il secondo paese per riserve di gas e il quarto in termini di produzione di petrolio, l’Iran è pronto ad investire nel mercato immobiliare. La conferma è avvenuta al SAIE 2016 in occasione del convegno del 20 ottobre, organizzato in collaborazione con Ice e dedicato alle opportunità di investimenti nel settore edilizio iraniano.

“Abbiamo 22 milioni di case da riqualificare e rinforzare e molte sono da costruire – ha affermato Mohamad Mehdi Mafi, segretario generale dell'Associazione Mass Construction dell'Iran -. Secondo i dati pubblicati di recente dal Ministero dello sviluppo urbano nazionale, per soddisfare la nuova domanda di abitazione iraniana sarà necessario costruire un milione di case all’anno per i prossimi nove anni”. 

La filiera dell’edilizia pesa nel Paese dal 15 al 18% sul Pil e rappresenta l’8% del settore occupazionale. Un mercato in espansione soprattutto nel campo della rigenerazione urbana delle zone economicamente e socialmente instabili, poco raggiungibili e con edifici da riqualificare. Non mancano le normative per incentivare gli investitori stranieri in questo processo, "tra queste – ha dichiarato Neda Rahimi, trade analyst Ice Teheran – c'è anche il Foreign Investment Promotion and Protection Act (FIPPA), che consente alle aziende straniere di rimpatriare il capitale maturato e investire senza subire espropriazioni. L’obiettivo del FIPPA è quello di permettere all’investitore straniero, che rispetti le condizioni previste dalla stessa legge, di ottenere lo stesso trattamento di un investitore locale". 

Dalle esenzioni doganali alle facilitazioni per i processi di import-export, dall’entrata senza necessità di visto ai tassi agevolati per il consumo di energia, anche le Free Zones rappresentano insieme alla forte volontà governativa, una concreta opportunità per fare impresa all’estero. 

Non mancano però le osservazioni da parte delle aziende italiane presente al meeting. “L’80% delle imprese del nostro paese è di piccole-medie dimensioni – ha affermato Angelo Franchini della Oscam – e non può permettersi di investire così facilmente all’estero. Il mercato iraniano per aprirsi realmente dovrebbe creare una domanda reale per il manufatto italiano”.

Questo articolo è pubblicato anche su saie.it e su edilio.it

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