20-10-2016 Paola Pierotti 6 minuti

I Comuni al Forum Retrofitting: l’energia come leva per la riqualificazione

SAIE 2016. Anci-Ifel annuncia la piattaforma Agenda Urbana come luogo di confronto per le Pa

“Bisogna coinvolgere le Multiutility e convincere gli istituti di credito che su questi temi si gioca un’importante fetta del mercato”

Alex Pratissoli

Bologna, Reggio Emilia, Fermo, Prato e Peccioli sono cinque comuni italiani con un numero di abitanti variabile da 380mila a meno di cinquemila unità. Sono realtà che si distinguono perché in giunta contano assessori-tecnici con competenze specifiche sui temi della rigenerazione urbana e dell’efficienza energetica. Gli assessori dei primi quattro comuni con il sindaco di quello più piccolo si sono ritrovati a SAIE 2016 nell’ambito del Forum Retrofitting: un’occasione di networking che ha fatto il punto su come si fa (e se si fa) retrofitting urbano, sulla utilità di incentivi e finanziamenti pubblici, su come attivare partnership virtuosa tra pubblico e privato, sul valore delle iniziative dal basso per il riuso temporaneo, e ancora su come potenziare l’industria delle costruzioni cavalcando l’onda dell’efficienza energetica.

Nell’ambito della manifestazione bolognese, Tommaso Dal Bosco dirigente dell’area sviluppo urbano e territoriale di Anci Ifel – che ha moderato il talk con gli amministratori pubblici – ha annunciato un’iniziativa di comunicazione dell’Anci volta ad attivare un confronto costruttivo sul tema della rigenerazione urbana. “Abbiamo deciso di far evolvere il portale dedicato alle smart city in un deposito progettuale e spazio di confronto. Si chiamerà ‘Agenda Urbana’ – ha annunciato Dal Bosco – e vorremo riuscire ad implementare di contenuti quattro comunità tematiche. Un hub dove far confluire la discussione, perché diventi un luogo di confronto e possano nascere proposte politiche concrete da parte dell’Anci, non il semplice operare di rimessa emendando provvedimenti già strutturati”. 

Burocrazia, mancanza di conoscenza e informazione, difficoltà a sbloccare le risorse e tempi lunghi per metterle a disposizione, poca concorrenza tra le Esco che non riescono ad investire in progetti innovativi e non hanno capitali, sono questi i principali temi che gli amministratori pubblici hanno portato all’attenzione.

“A Bologna stiamo provando ad innescare processi virtuosi di rigenerazione urbana, ma con i vincoli di bilancio e la crisi che grava sul settore non siamo al livello degli altri paesi europei. Non riusciamo ad accedere facilmente ai fondi strutturali, le Esco – ha dichiarato Riccardo Malagoli, assessore del Comune di Bologna con deleghe alla manutenzione del patrimonio, che per i cinque anni precedenti era stato assessore lavori pubblici e alle politiche abitative – non riescono ad ottenere risorse europee e mancano investimenti diretti sul patrimonio immobiliare delle amministrazioni”. Malagoli lamenta i tempi lunghi, “quando i Comuni fanno investimenti diretti, devono considerare minimo 18 mesi dal bando all’opera, sempre non ci siano ricorsi” ha commentato. Non solo, non sempre l’industria sembra essere pronta: “abbiamo promosso una gara con 12milioni di euro per la riqualificazione energetica delle nostre scuole, ha partecipato una sola cordata, senza proporre quindi offerte migliorative” ha commentato l’assessore di Bologna.

Per invertire la rotta bisogna fare innovazione e, nonostante i mille ostacoli, alcuni comuni ci provano. Renzo Macelloni, sindaco del piccolo comune di Peccioli, dichiara di aver rivisto tutti i regolamenti per facilitare al massimo la possibilità di ristrutturazione nei centri storici “dove bisogna saper intervenire: non si può pretendere di tenere dei musei, garantendo alti livelli di confrot” ha commentato.

La rigenerazione urbana è l’unica via per lo sviluppo delle città, ma dall’idea ai fatti il passaggio non è così immediato. “In Pianura Padana – ha dichiarato Alex Pratissoli, assessore alla Rigenerazione urbana del comune di Reggio Emilia – per troppo tempo si è conosciuto solo il modello della nuova costruzione, che conveniva a tutti. I processi costruttivi erano sempre gli stessi, banali, si è replicato per anni lo stesso modello abitativo e gli oneri di urbanizzazione erano importanti, per Reggio Emilia erano 28milioni nel 2003 contro i 2,8 di quest’anno”. Il principale valore aggiunto di questo modello era la rendita fondiaria. “Si è investito sul contenitore e non sul contenuto. Oggi dobbiamo partire dalle funzioni che generano interessi per il pubblico – ha aggiunto Pratissoli – a valle delle quali anche il privato potrà fare il proprio business”. Pratissoli si allinea a Malagoni dichiarando che “bisogna cambiare i processi all’interno delle aziende, se nella meccatronica si ragiona davvero in 4.0, nell’edilizia siamo allo 0.0. Serve una rivoluzione che la filiera deve fare in modo congiunto, semplificando le regole”.

Dai condomini ai piani per le città, dagli incentivi del 65% ai 2miliardi e cento promessi da Matteo Renzi all’ultima assemblea dell’Anci. “Le politiche nazionali sono necessarie e vanno affiancate ad una visione capace di valorizzare il sistema”. Così Valerio Barberis assessore all’Urbanistica di Prato ha commentato il ruolo dello Stato sui temi della riqualificazione urbana, ricordando la recente aggiudicazione del suo comune al bando delle Periferie, l’impegno nella rigenerazione del centro storico e l’attenzione per i temi della creatività e del riuso. E sul riuso temporaneo è intervenuto Francesco Trasatti, assessore alla Cultura del comune di Fermo, che ha raccontato l’esempio virtuoso di un terminal costruito e chiuso dal Duemila (prima di essere inaugurato) e di un mercato coperto, riusati grazie al supporto delle associazioni locali, con usi legati alla cultura. “Gli stimoli sono arrivati dal basso e come amministrazione – ha spiegato Trasatti – abbiamo accompagnato le imprese culturali creative ad utilizzare e rigenerare gli spazi, con attenzione al contenuto, allo sviluppo del progetto fino alla gestione del bene”. Esperienze di successo quelle sul tema del riuso temporaneo che ha promosso anche la città di Bologna “ma bisogna definire delle regole. Nelle città – ha commentato Malagoli – ci sono tanti immobili abbandonati, fonte di degrado, serve una chiara politica capace di trovare un’economia nelle strutture da riusare”.

Per il sindaco di Peccioli, il cambio di passo si avrà grazie al contributo dei privati. “Bisogna dare ai cittadini la possibilità di fare interventi migliorativi, oltre a potenziare la defiscalizzazione. Il nostro comune – ha precisato Macelloni – ha aggiunto il 10% in contanti ai privati che hanno portato a termine interventi chiedendo allo Stato la defiscalizzazione. Bisogna definire regolamenti più leggeri, aggredire la componente burocratica che continua ad essere un freno”.

Per Alex Pratissoli resta importante l’iniezione di capitale pubblico. “Se non ci fossero stati i soldi del Piano Città – spiega – a Reggio Emilia non sarebbe partito il progetto delle ex Reggiane che ha poi attirato capitali privati. Più in generale il vero motore dell’industria delle costruzioni sta nella riqualificazione energetica: è questa l’opportunità che la crisi edilizia consegna alle imprese”. Pratissoli ha esemplificato il lavoro fatto in città con Iren Rinnovabili, mettendo in piedi una rete di imprese dalla progettazione alla finanza (progettisti, costruttori, istallatori). Il Comune ha chiesto alla Multiutility di regalare 300 diagnosi energetiche, ad oggi ne sono state realizzate 160 e 29 condomini hanno accettato l’offerta di riqualificazione, per un totale di 750 persone coinvolte. “Bisogna coinvolgere le Multiutility e convincere gli istituti di credito che su questi temi si gioca un’importante fetta del mercato” ha ribadito l’assessore. 

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Paola Pierotti
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