29-08-2016 Paola Pierotti 6 minuti

Da Aravena e Piano, due lezioni per la ricostruzione del Centro Italia

Terremoto 24 agosto 2016. Rassegna stampa e voci dei professionisti

Per affermare la cultura della prevenzione non è più rinviabile per i professionisti l'obbligatorietà del Fascicolo del Fabbricato o, meglio, della sua "Cartella clinica" che rappresenta il primo passo per affrontare sistematicamente il tema della sicurezza dell'abitare.

Niente New Town nel Centro Italia e un piano concertato con le associazioni di categoria per promuovere la prevenzione attraverso il progetto “Casa Italia”. A Vasco Errani, ex governatore che si è occupato della ricostruzione dell’Emilia, è stato affidato l’incarico per guidare la riedificazione dei paesi rasi al suolo. Queste sono le prime tre certezze per la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto del 24 agosto 2016.

Rassegna stampa. Cinque giorni dopo il sisma che ha colpito Lazio e Marche sono centinaia i titoli, i commenti, i post che si sono sommati sulla rete, sui social network, che hanno riempito le prime pagine dei quotidiani e dei settimanali non solo italiani. Via via sono state contate le vittime e i superstiti, si è chiesto sostegno per gli sfollati, si è descritto nei dettagli la tragedia, la paura e le conseguenze. Domenica 28 agosto Repubblica ha scelto di dare voce ad Alejandro Aravena, curatore della Biennale di Venezia, famoso per aver fatto risorgere Constituction con case pronte a metà, lasciando agli abitanti il compito di completarle: la rinascita va iniziata subito coinvolgendo tutti. Il Corriere della Sera ha pubblicato invece un’intervista a Renzo Piano che ha suggerito di “mettere in sicurezza prima di tutto scuole e ospedali. Esistono leggi per costruire in modo antisismico, bisogna farle rispettare. E per il patrimonio privato serve un programma di investimenti e incentivi come quelli dati per l’energia. Serviranno due generazioni per un piano serio”. Piano concorda sul rifare tutto dov’era e com’era, investendo su un “cantiere leggero. Strutture temporanee si possono fare in legno a 600 euro al metro quadrato. Finita la ricostruzione si ricicla tutto”.
Nel frattempo, c’è stato anche un colloquio di quattro ore a Genova tra Renzo Piano e il premier Renzi, nel corso del quale l'architettosenatore si è reso disponibile per dare un contributo per rammendare il territorio colpito dal sisma.

Giornalismo e social network. In questo tragico evento, sempre più stretto è risultato l’intreccio tra inchieste giornalistiche e contributi individuali resi pubblici attraverso i social. Tra gli altri esempi quello del lavoro rilanciato da diverse testate giornalistiche e recuperato attraverso facebook realizzato da un ingegnere emiliano, un trentenne non presente sul posto, che ha preso in rete delle fotografie degli edifici crollati, analizzandole sommariamente e segnalando i lavori sospetti. Iniziativa che, semplificando, rischia di ridurre temi di ingegneria sismica o questioni del mondo delle costruzioni e dell’industria che richiedono tempo, studio e verifica. Contestualmente non mancano infatti dichiarazioni, studi e iniziative promosse dalla stessa Isi, l'associazione italiana dedicata all'ingegneria sismica, e dagli Ordini professionali di architetti, ingegneri e geologi tutti interessati ad accendere un faro su un Paese che richiede urgentemente un piano di prevenzione.

Prevenzione e soluzioni. Oggi in Italia non è obbligatorio l’adeguamento sismico degli edifici esistenti, non esiste il fascicolo del fabbricato e l’eco-bonus al 65%, esteso agli interventi antisismici, non decolla a causa della burocrazia. La prevenzione antisismica di fatto non funziona. “Nel nostro Paese – ha dichiarato Armando Zambrano, presidente del Cni – è necessaria un’intensa azione di verifica della sicurezza delle costruzioni. Questa è facilmente realizzabile, tanto più se si considera che noi in Italia abbiamo maturato la tradizione della conservazione. Università, professionisti e mondo scientifico hanno elaborato negli anni tutta una serie di tecniche che possono rendere gli edifici sicuri. Non c’è fabbricato che non possa essere migliorato da un punto di vista sismico. Da anni studiamo queste problematiche, siamo all’avanguardia nel mondo e oggi siamo in grado di risolverle anche a costi tutto sommato accettabili”.

Migliorare la soluzione dei moduli abitativi provvisori in legno. Sul tema delle new town è intervenuto anche Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente. “All’Aquila due errori gravi hanno complicato e complicano la ricostruzione, da un lato la costruzione di 19 nuove realtà con un’enorme spesa pubblica e poi i ritardi per avviare la ricostruzione. Ad Amatrice e negli altri centri si deve partire subito – dice Zanchini – con un piano attento ai progetti. Qui serve davvero un ruolo forte di coordinamento da parte del Governo. Bisogna individuare una struttura unica che rediga il piano di ricostruzione, che valuti i progetti e coordini i finanziamenti nazionali e regionali”. Zanchini boccia la scelta delle new town all’Aquila, ma invita a perseguire la soluzione dei MAP (moduli abitativi provvisori in legno) che devono però essere integrati con altre attività. “Non bisogna solo dare una casa, ma disegnare e costruire spazi per la comunità. Si consideri anche che il legno è un materiale che garantisce flessibilità e che le costruzioni potranno essere demolite e riciclate”.

Creatività e innovazione. La ricostruzione potrà segnare un cambio di passo rispetto ai precedenti episodi se metterà al centro il progetto, in termini di creatività e di dialogo con l'industria, per sperimentare soluzioni innovative, flessibili e riciclabili, e ancora di applicazione di tecnologie adatte al contesto italiano e al passo con i tempi. Come prima soluzione concreta, per far fronte all'emergenza, si è ipotizzata nelle prime ore post-sisma l'installazione di minichalet da 1.400 euro/mq che potrebbero essere pronti in tre mesi.

Non solo emergenza. Si lavora al programma “Casa Italia”. Il premier ha lanciato il piano “Casa Italia” e tutte le associazioni di categoria, dai costruttori ai professionisti, si sono fatte portavoce di un manifesto che ha come comune denominatore la prevenzione, e che riguarda in primis 24mila scuole e 1822 ospedali, 26mila edifici costruiti in zona a rischio sismico. A questi vanno aggiunti tutti gli edifici privati. “Casa Italia” è il progetto allo studio del Governo per mettere in sicurezza il patrimonio immobiliare italiano dove confluiranno alcune misure già previste dalla Legge di Stabilità (bonus energetico, dissesto idrogeologico e riqualificazione urbana), a cui si aggiungerà la questione dell’antisismica. Un mix di misure che puntano a riattivare il paese anche con un’edilizia di qualità. “Se davvero Casa Italia vorrà affermarsi con il modo nuovo dell’abitare – ha commentato Giuseppe Cappocchin, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti – servirà davvero cambiare radicalmente il modo di pensare di tutte le componenti che costituiscono l’industria delle costruzioni: progettisti, imprese, pubblica amministrazione, committenza. Ma anche sociologi, urbanisti, ricercatori, analisti. Tutti in grado di partecipare al disegno di città nuove in grado di rispondere alle nuove esigenze del vivere civile. E senza dimenticare l’imprescindibile esigenza di controlli e verifiche che stronchino sul nascere quei fenomeni corruttivi che troppe volte sono stati alla base di drammi e tragedie”.

Per affermare la cultura della prevenzione non è più rinviabile per i professionisti l'obbligatorietà del Fascicolo del Fabbricato o, meglio, della sua "Cartella clinica" che rappresenta il primo passo per affrontare sistematicamente il tema della sicurezza dell'abitare. Così come non è più rinviabile l’obbligatorietà a termine e non in continua proroga, delle verifiche sismiche per gli edifici strategici, tra i quali scuole ed ospedali che sono certamente le situazioni più sensibili.

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Paola Pierotti
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