13-07-2016 2 minuti

Soilday, il consumo di suolo ci costerà 800 milioni l’anno

Economia ecologica, presentato il Rapporto Ispra 2016

"I risultati della ricerca siano motore per l’edilizia di qualità efficiente nei consumi energetici e nell’uso delle risorse ambientali"

Bernardo De Bernardinis

Quattro metri quadri al secondo. Con questa velocità, secondo i dati Ispra presentati oggi alla Casa dell’architettura di Roma, stiamo distruggendo in maniera irreversibile il suolo italiano. La causa principale sta nel processo di progressiva cementificazione, passando da una copertura non artificiale ad una artificiale del suolo. 

Un fenomeno che tra il 2013 e il 2015 ha riguardato altri 250 kmq di territorio, circa 35 ettari al giorno. Il danno va a scapito prevalentemente di aree agricole, che si stima siano il 60% del totale. Danni ambientali con effetti sull’economia: Ispra stima serviranno risorse per 800 milioni di euro all’anno per fronteggiare il consumo di suolo avvenuto negli ultimi tre anni.

Ma in che modo consumiamo questo suolo? Secondo i dati Ispra 2015 il 41% è dovuto alla costruzione di infrastrutture, il 30% sono invece aree coperte da edifici, mentre la restante percentuale riguarda parcheggi, discariche, aree estrattive, cantieri e serre permanenti. 

Bernardo De Bernardinis, presidente Ispra, ha chiarito che con questi dati "non si intende demonizzare le attività legate all’edilizia. Al contrario queste cifre vogliono essere il motore per l’edilizia di qualità – come si legge nella sua prefazione del rapporto 2016 – efficiente nei consumi energetici e nell’uso delle risorse ambientali (incluso il suolo), favorendo la necessaria riqualificazione e rigenerazione urbana”. 

Anche il Cresme è intervenuto durante il Soilday (diventato l’hashtag della giornata), portando alcuni dati sulle tipologie di strutture che interessano il fenomeno. Su un totale di circa 27mila edifici residenziali costruiti nell’ultimo anno, quasi 24mila sono “villini” mentre poco più di 3mila sono condomini e grandi edifici. Numeri che spiegano lo sprawl urbano, ben lontano dai concetti di pianificazione sostenibile ed edilizia circolare. 

“Non serve solo una legge sul consumo di suolo – ha sostenuto Patrizia Colletta dell’ordine architetti di Roma – serve una forte volontà amministrativa. Non si tratta solo di rigenerazione edilizia, ma anche etica”.

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