La Nuvola si svela. La raccontano per primi Repubblica e il Corriere
Il centro congressi di Roma sarà inaugurato in ottobre. Il 19 luglio la presentazione alla stampa
“Uno spazio ipertecnologico rivestito internamente da 4725 pannelli in ciliegio americano ed esternamente da 2306 elementi lignei di colore nero”
Sono 100 i mesi di lavoro che sono serviti per costruire il nuovo palazzo dei congressi di Roma progettato dallo studio di Massimiliano Fuksas. Un progetto nato nel 1998 e costato 236 milioni di euro, con un iter ad ostacoli sul fronte economico e su quello burocratico.
Dopo diciotto anni, il prossimo 19 luglio, l’opera verrà presentata alla stampa di tutto il mondo prima dell’inaugurazione ufficiale programmata per il prossimo autunno.
I primi giornalisti ad entrare nella Nuvola sono stati Laura Serloni e Sergio Rizzo, con due uscite esclusive di Repubblica e Corriere.
Sul quotidiano del gruppo L’Espresso Serloni ha descritto in anteprima la struttura interna dell’opera, evidenziando il cuore, quella che tutti per anni hanno chiamato “la Nuvola”, auditorium da 1800 posti a sedere, “uno spazio ipertecnologico rivestito internamente da 4725 pannelli in ciliegio americano ed esternamente da 2306 elementi lignei di colore nero”, tagliati per garantire una superficie curva continua ed un’acustica di alto livello. “Senza regole, leggiadra e possente” sono questi gli aggettivi che la giornalista di Repubblica sceglie per la famosa Nuvola.
Le prime uscite giornalistiche si concentrano sui numeri. “Si scende a 18 metri di profondità, si smuovono 472mila metri cubi di terreno melmoso, 26mila pali e 18mila tonnellate di cemento armato che ancorano al terreno la ciclopica struttura”. E ancora, il progetto prevede diciotto ascensori, di cui otto panoramici da cui si potrà salire all’ultimo piano "vera agorà per cene di gala, sfilate, feste, fiere”.
“Ecco la parola fine sull’opera Fuksas” è il titolo di Repubblica mentre “Non chiamatela Nuvola” è il messaggio lanciato dal Corriere riprendendo le parole dell’architetto romano che a questo punto, dopo mille polemiche e rallentamenti, in vista dell’inaugurazione dell’opera ritiene banale la definizione che rimanda alla forma del magico volume interno.
Tempi lunghissimi e costi importanti ma Rizzo sul Corriere della Sera sottolinea che “per una città dove niente si muove, il fatto che la Nuvola sia finita è straordinario”, in particolare “per l’unica capitale d’Europa dove l’architettura moderna non ha diritto di cittadinanza, ma nessuno si scandalizza per gli orrori edilizi che invadono le periferie”.
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