30-06-2016 Paola Pierotti 4 minuti

A Ferrara l’ex distilleria Alc.Este tenta il rilancio ascoltando la community

Intervista all’assessore Roberta Fusari: “dialogo e confronto con gli operatori che guardano avanti”

“In mancanza di una domanda di mercato chiara, occorre costruirla ascoltando e raccogliendo idee. Questo, per l’Amministrazione, vuol dire, più in generale, ragionare sul futuro di Ferrara” 

Roberta Fusari

“In un intervento di rigenerazione urbana il pubblico e il privato hanno un obiettivo comune: che si realizzi”. Roberta Fusari, assessore all’Urbanistica di Ferrara, inizia con un approccio concreto e fattivo a spiegare un progetto sperimentale avviato nella sua città e che vede coinvolta una società privata, proprietaria di un ex sito industriale da riqualificare, che ha deciso di sposare la partecipazione per intercettare la reale domanda del mercato e della comunità, per dare una soluzione in linea con le attese. “Un modello di collaborazione pubblico-privato – ribadisce l’assessore – dove la sinergia produce strategie concertate”.

Assessore, come dovrebbe funzionare secondo lei un proficuo rapporto tra pubblico e privato in vista di un processo-progetto di rigenerazione urbana? 
Il rapporto ideale prevede una stretta collaborazione affinché le scelte imprenditoriali (on semplici in un momento di stasi del mercato e in una città media come Ferrara) e le scelte strategiche di sviluppo della città (in chiave soprattutto sociale ed ambientale) consentano di arrivare alla fattibilità dell’intervento. In tempi anch’essi sostenibili. Occorre un sostegno reciproco, nel rispetto dei ruoli (di decisore il pubblico, e di operatore il privato) e delle rispettive responsabilità (il concorso nella costruzione della città pubblica, quale servizio essenziale anche per l’intervento privato).

A Ferrara c’è un’iniziativa interessante in corso per l’area Alc.Este. Di cosa si tratta?
L’ex distilleria Alc.Este è un’area di 19 ettari di proprietà privata (Real Estate Ferrara s.r.l.) in attesa di recupero. Un sito particolare per la città di Ferrara: sulla porta d’accesso del centro storico (a fianco della stazione ferroviaria e delle infrastrutture di viabilità principali), affacciata sull’acqua su due lati (sull’Idrovia cittadina), con importanti e affascinanti edifici di archeologia industriale del primo novecento da recuperare.

In cosa consiste l’approccio innovativo messo in atto dalla proprietà?
Il privato prima del 2009 ha ottenuto una variante di destinazione d’uso (da industriale a residenziale e attività compatibili) che si è tradotta in un successivo accordo (del 2014) che ne consente l’attuazione immediata a fronte di un importante impegno in infrastrutture pubbliche. Ora il privato avverte la difficoltà di realizzare un progetto capace di cogliere a pieno le potenzialità dell’area tradotte in “capacità di far tornare i conti”, e si mette in ascolto della città e di chi esprime interesse per l’area. In mancanza di una domanda di mercato chiara, occorre costruirla ascoltando e raccogliendo idee. In un processo condiviso e co-progettato, che sappia arrivare ad una strategia di intervento. Questo, per l’Amministrazione, vuol dire, più in generale, ragionare sul futuro di Ferrara. 

Il privato investe nella consapevolezza che servono risposte diverse dall’ordinario. Cosa chiede la città? 
La città ha l’opportunità di ragionare con un operatore che alza lo sguardo, che contribuisce guardando al futuro col proprio punto di vista imprenditoriale. Sviluppo sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale per un territorio, significa capacità di dialogo e confronto con gli operatori capaci di guardare avanti.

E’ stato creato anche un sito web dedicato. A cosa serve un’iniziativa di storytelling? 
Il percorso individuato è stato affidato a professionisti della rigenerazione. Lo scambio di informazioni, la raccolta e la condivisione di idee sono alla base di questo processo: la comunicazione è uno strumento fondamentale. 
 
Assessore, quest’area e quali altre sono prioritarie nella trasformazione/rigenerazione di Ferrara nel prossimo futuro?
Stiamo lavorando su alcune aree strategiche per il futuro della città, che se trasformate possono ridisegnarne il volto, e incidere sulla qualità della comunità insediata. Una grande area privata dismessa da 30 anni (il ”Palaspecchi”) da trasformare nel più grande intervento di social housing di riqualificazione urbana (260 alloggi); il Quartiere Giardino, del primo novecento, a ridosso della stazione ferroviaria, da recuperare al degrado fisico-funzionale-sociale tipico di questo tipo di “aree d’accesso”, ma con una qualità urbana che deve essere la leva della rinascita; l’area dell’ex ospedale cittadino trasferitosi nel 2012 fuori dal centro: 15 ettari di “Addizione Erculea” dentro le Mura, da recuperare con un progetto di città contemporanea, pensato con un progetto partecipato con i cittadini. E queste sono solo alcune…

Per questa operazione è al lavoro KCity.

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Paola Pierotti
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