29-05-2016 Paola Pierotti 4 minuti

Un esercito di comunicatori. La vernice della 15 Biennale di Venezia vissuta in diretta grazie ai social

Renzi ha annunciato con un tweet i 500milioni per le periferie, via Facebook commenti a caldo di Zucchi e Prestinenza

"500 milioni per le periferie. Bando firmato durante la Biennale di Venezia #unsabatoitaliano. Architettura e politica condividono la grande sfida della vita nelle città"

Matteo Renzi

“Il 28 maggio si sono contati oltre 3milioni di reach e 18 milioni di impression su twitter”. Questo il feedback da parte dell’ufficio comunicazione della Fondazione La Biennale di Venezia e gli hasthag #ReportingFromTheFront e #BiennaleArchitettura2016 si sono distinti tra gli altri creati da ogni singolo Paese ed evento collaterale. Sono stati 2900 i giornalisti accreditati alla vernice di cui 1800 per la stampa estera e i restanti per quella italiana. Questi i numeri che sintetizzano l’esercito della comunicazione che si è attivato in pochi giorni per lanciare il messaggio e i contenuti della 15 Mostra Internazionale di Architettura di Venezia. Le bacheche di facebook si sono riempite di immagini, dettagli di modelli, colori, emozioni. Tra le foto più rappresentative la prima sala all’ingresso dell’Arsenale, la rampa rossa, il fascio di luci a memoria del progetto di Nouvel per il Louvre.

Anche Matteo Renzi, intervenuto a Venezia per l’inaugurazione ufficiale ha postato il suo tweet “500 milioni per le periferie. Bando firmato durante la Biennale di Venezia #unsabatoitaliano”. Condivisioni? 239 retweet e 413 mi piace. Tweet anche da Palazzo Chigi con scatti che ritraggono il premier Renzi, il presidente Baratta, il curatore Aravena, il ministro Franeschini e il sindaco Brugnaro. “Il futuro del mondo è nella cultura”, “siamo molto fieri della Biennale, un grande evento e una grande sfida per il futuro”, “architettura e politica condividono la grande sfida della vita nelle città” sono i messaggi di Renzi rimbalzati sui social.

Vitale, affollatissima, suggestiva, emozionante, stimolante, spettacolare e didattica, questi alcuni degli aggettivi ricorrenti per la 15 Mostra, sui social e sulla carta stampata. Solidale, sociale, utile, parsimoniosa, lavoro collettivo, sostenibile, resistente, etica, partecipata, incrementata, civica, low cost, customizzabile, umana sono invece gli aggettivi che connotano l’architettura di oggi e domani, quella promossa dalla Biennale di Alejandro Aravena.

Alcune testate di settore come il Giornale dell’Architettura hanno organizzato un tamtam di informazione con video-interviste e commenti in diretta. Giornalisti, blogger, critici e architetti hanno seguito la 15 Mostra rilanciando foto su instagram, facebook e twitter. Qualcuno si è avventurato con dei video in diretta. In tanti hanno lasciato un commento sulla propria bacheca di facebook, valorizzando questo canale con contenuti preziosi e fruibili a tutti.

Tra gli altri c’è Cino Zucchi che al termine della sua prima giornata di visita ha scritto sui social un commento che ha incassato 165 mi piace e 36 condivisioni. “Queste è senza dubbio una delle più belle Biennali di Architettura che abbia visto negli ultimi vent'anni. Ho sempre pensato che tutta l'architettura (o almeno quella "buona") dovrebbe essere attenta all'ambiente e capace di generare nuovi spazi di relazione, e quindi ammetto candidamente di avere un filo di pregiudizio nei confronti degli architetti che si presentano agli altri come impegnati nel sociale e sul tema della sostenibilità, quasi queste cose fossero "specializzazioni". Ma qui c'è molta, molta sostanza; molti progetti che invece di esportare dappertutto i paradisi artificiali del "Parametricism" cercano di trovare ambiti di verità specifici attraverso il rapporto con una topografia, con saperi tecnici, con un committente o con situazioni sociali particolari; trasformando queste limitazioni, queste peculiarità, in strumenti capaci di catalizzare energie, di dare forza a situazioni sociali fragili, e talvolta di generare opere di grande poesia”.

Luigi Prestinenza Puglisi all’alba del 27 maggio ha postato il suo commento a caldo. “La biennale di Koolhaas ha segnato la chiusura di un ciclo della ricerca architettonica e per questo la dimenticheremo presto. Quella di Aravena segna l'apertura di un nuovo ciclo, dell'architettura impegnata yoganewyorkese e poveroveganachic, con il quale ci confronteremo nel prossimo futuro. Koolhaas insomma è stato un po' come Monti, ha mostrato al Paese lo stato di bancarotta (in questo caso: linguistica), Aravena sarà come Renzi: ci ha ridato l'illusione della governabilità. Ce lo ciucceremo, nel bene e nel male, per almeno un decennio”, 230 mi piace, 25 condivisioni e 37 commenti. 

E' solo l'inizio. Informazione e comunicazione accompagneranno la Biennale nei prossimi sei mesi anche grazie ai tanti studenti che frequenteranno gli spazi dell'Arsenale e dei Giardini. Il vero report sarà frutto però dei tanti contributi spontanei e appassionati dei tanti visitatori che sceglieranno di vedere con i propri occhi, condividere e commentare la Mostra di Aravena.

Focus PPAN su Biennale 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Paola Pierotti
Articoli Correlati
  • La crisi abitativa irrompe in Europa

  • Italia in movimento: 100 anni di Austostrade al Maxxi

  • Le scuole del futuro sono già qui

  • Dall’Italia all’Europa: Legacoop Abitanti lancia il suo Piano casa