Visioni e strategie degli atenei del mondo per l’agenda urbana della capitale
In mostra al Maxxi il lavoro di 25 università. I giovani architetti portano l’urbanistica al museo e per le periferie propongono la cura del riciclo e delle infrastrutture
"Quando sembra si sia toccato il fondo e tutto sia perduto, la Storia conforta con svolte entusiasmanti e affida la rinascita delle città proprio alle periferie. Il degrado può generare utopia"
ROMA 20-25 segna un passaggio importante nella concezione della città, non più distinta in centro e periferie, ma con un approccio sistemico che considera il tutto come città metropolitana. Tra le università c'è chi ha messo in luce le tante contraddizioni e la questione dell'abusivismo, chi ha rilevato la discontinuità del paesaggio, chi ha evidenziato la necessità di una nuova estetica e di nuove connessioni.
Il 18 dicembre si è inaugurata la mostra (fotogallery). E' stato pubblicato un catalogo edito da Quodlibet. La campagna social ha raccolto numerosi follower e via twitter l'hashtagh #Roma2025 è entrato in TT Italia alla 25esima posizione.
"Roma tra dieci anni? Così la immaginano 25 atenei del mondo. Dalla Columbia a Princeton, in mostra al Maxxi le proposte sul futuro (immediato) della città". Sul Corriere della Sera, Giuseppe Pullara ha raccontato l'esito del lavoro particolarmente voluto dal Comune di Roma con l'ex assessore Giovanni Caudo, dal Museo Maxxi con il suo direttore Margherita Guccione, e patrocinato da BNP Paribas Real Estate che a Roma sta investendo da anni in particolare sui progetti della nuova sede Bnl e del complesso Domus Aventino. "La mancanza di un progetto strategico, di carattere ideologico, assente da troppi anni a Roma, porta a sperimentare forme succedanee che danno qualche risposta alla domanda di futuro dei romani" scrive Pullara nell'incipit del suo articolo per presentare l'operazione ROMA 20-25.
"A Roma il bello del futuro nascerà dalle periferie" è il titolo invece di un articolo pubblicato sul Messaggero e firmato da Massimo Di Forti. "Brutte, sporche, incattivite. Le periferie. Il sonno della ragione urbanistica e l'avidità inesauribile della speculazione edilizia hanno generato mostri a Parigi come a Pechino, a Istanbul come a Bruxelles. E Roma non ha fatto eccezione – continua Di Forti -. Ma la Storia quando sembra che si sia toccato il fondo e tutto sia perduto ci conforta con svolte entusiasmanti e affida la rinascita delle città proprio alle periferie. Il degrado può generare utopia".
Strategie, idee, proposte concrete. Dall'indagine al metodo, uno scenario ricco e stimolante che 25 atenei internazionali consegnano alla politica per una nuova agenda della città.
Video 1. La presentazione
Video 2. Il commento del comitato scientifico
Video 3. Le voci dell'università
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