20-10-2015 Paola Pierotti 5 minuti

Leopolda del Social Housing. Nencini: “la Casa è fattore di buon governo urbanistico”

Proposte concrete: nuovi partner privati, testo unico nazionale, gestori competenti, governance pubblica innovativa e snellimento delle procedure

Il social housing deve offrire un prodotto con un mix di servizi per coprire quel gap che la sola casa in affitto non garantisce.

Nella Legge di Stabilità il premier Matteo Renzi ha annunciato un intervento straordinario per le case popolari: 170 milioni di euro di interventi di efficientamento energetico e miglioramenti delle abitazioni. “Oltre a questa quota per l’edilizia residenziale pubblica e alla proroga degli Ecobonus – ha dichiarato Riccardo Nencini, Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti intervenuto a Urbanpromo Social Housing – ci doveva essere anche una misura specifica per l’housing sociale, con un pacchetto dedicato per 20-25mila alloggi, con attenzione particolare a quegli immobili incagliati presso le banche, figli di quel tempo in cui si è costruito troppo, senza trovare riscontro nel mercato reale. Avevamo studiato questa soluzione con Ance, Abi e Cdp, che a questo punto prenderà una diversa strada normativa: non sappiamo ancora se con un disegno di legge o con un provvedimento puntuale. Vero è che in Italia ci sono 850mila alloggi inadatti e che la Casa, oltre ad essere una questione nazionale, va considerata come fattore di buon governo urbanistico per garantire la qualità della vita dei cittadini”.

Lo stesso Nencini ha partecipato ad uno dei tavoli di lavoro organizzati a Torino alla cosiddetta Leopolda del Social Housing (Urbanpromo, 15-16 ottobre) dove Paola Delmonte, responsabile di Cdp Investimenti sgr per il Social Housing, si è fatta promotrice di una giornata di lavori invitando tutti gli interlocutori che negli anni hanno collaborato su questo fronte con il gruppo Cdp. Tra loro c’erano i responsabili delle Sgr, delle cooperative di abitanti, degli enti locali, dirigenti del mondo della finanza, fund manager, operatori che a diverso titolo sono impegnati sul tema. Un centinaio di persone sono state coinvolte per un workshop operativo, con l’intento di mettere a fuoco possibili opportunità per nuove fonti di finanziamento (strumenti, incentivi e soggetti), eventuali criticità sul modello del Sistema Integrato dei Fondi (SIF) e per suggerire come ripensare le procedure per snellire i tempi.

Nencini ha collegato il tema dell’emergenza abitativa con quello delle smart city, ha posto come prioritario il tema della semplificazione e ha ricordato l’urgenza di rigenerare grandi aree industriali o ex caserme che si trovano nel cuore delle città. Interrogandosi sui possibili partner di un grande piano-nazionale per il social housing il vice-ministro ha suggerito di coinvolgere soggetti privati, “grandi investitori privati, figli dello Stato” che potranno affiancare anche le banche nello sviluppo di progetti innovativi.

Tra le tante riflessioni, da più voci, si è manifestata l’urgenza di prevedere “un testo unico nazionale” per chiarire cos’è l’edilizia residenziale sociale, per ridurre i tempi e per rendere omogenee le pratiche in tutto il Paese. “Oggi una residenza temporanea viene considerata una casa per vacanze – ha spigato Andrea Biondello di Luoghi Comuni, Porta Palazzo – siamo costretti a sviluppare contratti ad hoc per affrontare una carenza normativa”.

Tra le criticità è stato evidenziato "il ruolo dei gestori, indispensabili per garantire il successo dell’operazione nella seconda fase dello sviluppo”. La sfida dell’efficientamento energetico potrebbe essere una pista per riscaldare i motori, ma per il social housing resta centrale l’investimento sulla comunità e sulle relazioni. Ancora, parlando di risorse, gli enti locali che hanno partecipato al seminario hanno sottolineato che spesso mancano le risorse per fare da regia, con ricadute dirette sulla debolezza di progetti e sugli studi di fattibilità propedeutici alle iniziative.

Da strumento per grandi investitori, c'è chi ha proposto che il Fia possa diventare "un’iniziativa più partecipata”. Ancora, “si parta sempre dalla domanda per impostare le politiche, lo Stato – ha riportato Marco Sangiorgio, direttore generale Cdpi sgr –  si riappropri del proprio ruolo per la governance, e sia erogatore di contributi non solo di natura urbanistica: la certezza delle norme e la garanzia dei tempi sono denaro. Si prevedano funzioni miste per attrarre più facilmente i capitali”. “Il social housing deve cambiare passo – ha aggiunto Armando Ricca di Cdp Immobiliare – ha dimostrato di poter fare innovazione, il prodotto immobiliare è stato arricchito: bisogna offrire un prodotto con un mix di servizi per coprire quel gap che la sola casa in affitto non sa garantire”.

Alla Leopolda del Social Housing hanno partecipato anche alcuni operatori che già da tempo sono impegnati concretamente con progetti-pilota, tra questi c’è Ernesto Burattin, direttore generale della Fondazione Opera Immacolata Concezione che a Padova ha realizzato e gestisce un’insediamento di 15mila mq dove vivono stabilmente 700 persone. “Abbiamo un asilo, un hospice per malati terminali, alloggi, un polo servizio dove la parola d’ordine è accoglienza. La nostra onlus – spiega – ha costruito delle vere Infrastrutture della coesione sociale: complessivamente in Italia con 1600 dipendenti gestiamo 2300 posti letto, il prossimo progetto sarà nelle Marche vicino ad Ancona. Nelle nostre operazioni non guardiamo solo ai canoni e ai rendimenti, per il successo di queste iniziative teniamo in alta considerazione l’organizzazione e la gestione dei servizi, mettendo al centro la persona e i suoi bisogni”.

Tra chi ha portato innovazione in questo settore c’è anche Giancarlo Savi, presidente della rete d’impresa StarPiù che immagina i “condomini come aggregatori di bisogni collettivi”, cercando di importare nel mercato residenziale i servizi del settore alberghiero. “Come si fa per gli hotel, anche i condomini dovrebbero avere un rating dove le stelle misurano l’integrazione e l’efficacia dei servizi”. StarPiù è una rete di aziende che fornisce prodotti e servizi, dal wifi condominiale agli orti, dalla badante condivisa alle soluzioni per la riqualificazione energetica, questa rete d'impresa ha firmato il primo sistema analitico di valutazione degli immobili basato su un giudizio qualitativo definito su una scala da uno a sette, da qui lo slogan "condominio a 7 stelle".

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Paola Pierotti
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