12-10-2015 Paola Pierotti 0 minuti

Grandi Navi. Dopo la censura del sindaco, mostra al Fai e flash-mob

La mostra del fotografo Gianni Berengo Gardin sarà ospitata al negozio Olivetti di Venezia

Ero turbato soprattutto dall’inquinamento visivo. Vedere la mia Venezia distrutta nelle proporzioni e trasformata in un giocattolo, uno di quei suoi cloni in cartapesta come a Las Vegas, mi turbava profondamente

Gianni Berengo Gardin

Le Grandi Navi a Venezia sono la manifestazione più evidente di un crescente flusso turistico insostenibile per una città che deve tutelare la sua identità, ma anche una risorsa economica irrinunciabile. Quest’estate il neo-sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha animato un dibattito mediatico bloccando la mostra dedicata ai ‘Mostri galleggianti’ che doveva esporre una quarantina di immagini del grande fotografo italiano Gianni Berengo Gardin. “Ero turbato soprattutto dall’inquinamento visivo. Vedere la mia Venezia distrutta nelle proporzioni e trasformata in un giocattolo, uno di quei suoi cloni in cartapesta come a Las Vegas, mi turbava profondamente” ha dichiarato il fotografo Berengo Gardin.

Di contro il FAI (Fondo Ambiente Italiano), in collaborazione con Fondazione Forma per la Fotografia e Contrasto, fino al 6 gennaio mette in mostra in Piazza San Marco al Negozio Olivetti trenta scatti realizzati tra 2013 e 2014. Fotografie che ritraggono il quotidiano passaggio delle navi da crociera nella laguna.
Anche la città partecipa attivamente al dibattito e un gruppo di veneziani ha organizzato un flash-mob per protestare contro la censura del neo-sindaco: il gruppo di manifestanti ha sfilato a Venezia raccogliendo fotografie esplicative del rapporto tra grandi navi e città, per poi inviarle all’Unesco. Non solo, 31 fotoreporter veneziani, in collaborazione con testate locali, hanno organizzato un’ulteriore mostra con l’Ordine Nazionale dei Giornalisti per raccontare, attraverso le immagini, uno dei temi più dibattuti sul futuro della città lagunare.

Nella gallery foto di Anna Zemella (a colori) e di Gianni Berengo Gardin (bianco e nero).

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Paola Pierotti
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