18-09-2015 Paola Pierotti 10 minuti

Come applicare l’Enciclica di Papa Francesco? La Cei dialoga con la politica e l’economia

Città: Arte Architettura e Umanesimo. Il servizio Edilizia di Culto organizza una task force per la rigenerazione urbana e invita a mettere l’uomo al centro )

"I costi economici e sociali derivanti dall’uso delle risorse ambientali comuni vanno riconosciuti in maniera trasparente e vanno pienamente supportati da coloro che ne usufruiscono, e non da altre popolazioni o dalle generazioni future"

Enciclica Laudato Si

Parte dall'Enciclica Laudato Sì di Papa Francesco l'iniziativa proposta dalla Conferenza Episcopale Italiana, ed in particolare dal Servizio Nazionale Edilizia di Culto guidato da monsignor Giuseppe Russo, che vedrà riuniti a Torino – nel fine settimana del 12-13 settembre – una cinquantina di esperti, rappresentanti delle istituzioni e politici, per confrontarsi sul tema della Città, sulle sue trasformazione e sulla centralità dell'uomo, nei processi, nelle decisioni e nella "cura della casa comune".

La Cei riprende la linea e i contenuti della recente Enciclica per mettere attorno ad un tavolo chi quotidianamente si confronta con i temi delle periferie, della scuola, dell'arte, della psicologia e dell'educazione, degli strumenti per la valorizzazione del patrimonio pubblico e privato, con i rappresentanti di fondazioni e associazioni di categoria. Obiettivo? Richiamare l'attenzione su temi di estrema attualità e condivisi da tutti, dallo stesso Vaticano e dall'agenda del governo Renzi, perché si passi dalle parole ai fatti, "con iniziative concrete ed efficaci" dice monsignor Giuseppe Russo.

"Città: Arte, architettura e Umanesimo. Riflessioni per la politica e l'economia" è il titolo dell'iniziativa che si propone di attivare un confronto concreto sul testo di papa Francesco, per tradurlo in strategie e azioni, intuirne i diretti rimandi agli strumenti (con puntuali indicazioni per Pa, imprese e cittadini) e studiare indicatori per una misurazione e una valutazione delle scelte.

Il Servizio per l'Edilizia di Culto abbandona per un istante il tema centrale delle 'nuove chiese' e allarga il suo orizzonte oltre i luoghi del sacro: guarda all'uomo e ai luoghi dell'abitare, al degrado delle periferie e agli spazi della condivisione.

“Molte città sono grandi strutture inefficienti che consumano in eccesso acqua ed energia”. “Spesso si trova una città bella e piena di spazi verdi ben curati in alcune aree ‘sicure’ ma non altrettanto in zone meno visibili, dove vivono gli scartati della società”. “E' necessario curare gli spazi pubblici, i quadri prospettici e i punti di riferimento urbani che accrescono il nostro senso di appartenenza, la nostra sensazione di radicamento, il nostro ‘sentirci a casa’ all'interno della città che ci contiene e ci unisce”. E ancora “Coloro che progettano edifici, quartieri, spazi pubblici e città hanno bisogno del contributo di diverse discipline”.
“Conviene evitare una concezione magica del mercato, che tende a pensare che i problemi si risolvano solo con la crescita dei profitti delle imprese o degli individui” e “gli sforzi per un uso sostenibile delle risorse naturali non sono una spesa inutile, bensì un investimento che potrà offrire altri benefici economici a medio termine”. Restando i tema di bilanci, “i costi economici e sociali derivanti dall’uso delle risorse ambientali comuni (vanno) riconosciuti in maniera trasparente e (vanno) pienamente supportati da coloro che ne usufruiscono e non da altre popolazioni o dalle generazioni future”.
Per far fronte al tema delle città è necessario “un approccio integrale, includendo in un dialogo interdisciplinare i diversi aspetti della crisi” e che “la politica e l’economia tendono a incolparsi reciprocamente per quanto riguarda la povertà e il degrado ambientale, (mentre) quello che ci si attende è che riconoscano i propri errori e trovino forme di interazione orientate al bene comune”. Sono questi alcuni dei passaggi dell'Enciclica che il gruppo di lavoro guidato dalla Cei Edilizia di Culto con PPAN, Michele Lorusso, Gian Carlo Magnoli e Aldo Patruno ha messo a punto per stendere un Manifesto da condividere con gli invitati al seminario.

Quattro i pilastri dell'iniziativa: Inclusione sociale, Ecologia urbana, Economia d'impatto e Rivivere la Bellezza. L'obiettivo della task force promossa dalla Cei è quello di osservare i problemi della città attraverso una lente con questi quattro filtri, per lavorare con progetti e iniziative che producano pezzi di città gradevoli, sostenibili economicamente e rispettosi dell'ambiente e dove l'Uomo si sente a proprio agio e protagonista.

Tra gli invitati al seminario anche Roberto Reggi, direttore dell'Agenzia del Demanio; Claudio De Albertis, Presidente Ance; gli architetti Edoardo Milesi e Fabrizio Barozzi; Paola Del Monte di Cdp Investimenti; Tommaso Dal Bosco di Anci-Ifel; Marco Bolis di Co-housing. A ciascuno sarà chiesto un contributo puntuale sul tema, valorizzando le diverse esperienze e i punti di vista.

“La metropoli è l’informe, l’imprevedibile, l’ingovernabile: ogni tentativo di rispondere in modo architettonico e urbanistico al suo divenire si deve scontrare con l’impossibilità di gestire tutte le forze che l’attraversano". Damiano Cantone

“Il progetto della città deve oggi mettere al centro le persone e l'equilibrio con l'ambiente in modo diverso dal passato". Edoardo Zanchini

“Se alcuni contano sul ritorno alle condizioni dei primi anni del secolo altri riconoscono la natura strutturale dei cambiamenti avvenuti e la conseguente necessità di un cambio di paradigma che permetta di coniugare redditività e sostenibilità, consenso e sviluppo". Ezio Micelli

“La realizzazione di un’urbanistica originata dai bisogni reali dell'uomo per me passa dagli artisti, come è sempre passato sia nella storia della Chiesa, sia in quella delle migliori città d’arte del mondo e in Italia". Francesco Cascino

“Il caso di Harlem suggerisce che il recupero di una periferia dipende dal fatto che i proprietari abitino la casa in cui vivono. In Italia le case sono spesso di proprietà, ma non nelle periferie, e così il problema si pone". Francesco Daveri

“Un tempo si ambiva alla città giardino, oggi sorge la città campagna, ove possono lavorare e mangiare gli immigrati. E i landmark sono momenti non solo distintivi, ma anche di incontro tra globale e locale”. Leonardo Servadio

“La condizione umana e sociale nelle nostre città torna ad essere il parametro fondamentale dl progetto, immaginando una città rigenerata, smettendo di consumare suolo, ripensando gli spazi pubblici, la mobilità e mettendo a frutto le nuove tecnologie di comunicazione per aiutare le comunità a vivere meglio invece che a isolarsi”. Leopoldo Freyrie

“Il caso del Varignano, un quartiere complesso della periferia di Viareggio, sottolinea la presenza in esso della comunità cristiana in sinergia e in confronto con i soggetti e le altre componenti operanti nel territorio". Marcello Brunini (leggi l'intervento completo)

“L’espressione rigenerazione urbana ha sostituito negli ultimi anni termini quali riqualificazione, riuso, recupero proprio per la valenza strategica e la visione del futuro che esprime nella finalità di dare nuova vita alla città". Margherita Guccione

"La psicologia ambientale studia teoricamente ed empiricamente, con diverse metodologie, le relazioni tra le persone e gli ambienti. Ciò può essere fatto con due scopi principali. Da un lato, comprendere meglio quali effetti l'ambiente possa avere sulle persone, per esempio in termini di promozione della soddisfazione, del benessere, della produttività di utenti, abitanti, cittadini. Dall'altro lato, capire come i valori, le norme, gli atteggiamenti, e altro ancora possa guidare i comportamenti delle persone verso scelte di maggiore sostenibilità ambientale". Marino Bonaiuto

“Se le città e soprattutto le città metropolitane dovranno dotarsi di una visione del proprio futuro e dei conseguenti piani strategici, l’inclusione ne è un elemento centrale. Impossibile immaginare un futuro virtuoso di una città senza definire le modalità con cui tutte le sue popolazioni partecipano alla pari alla vita della città”. Mario Abis

“L’intervento ‘Cenni di Cambiamento’ a Milano è stato pensato sulla base di principi di sostenibilità ambientale e sociale, nella volontà di costruire un'architettura attorno ad un’idea di comunità. Un'architettura che si prenda cura dell'ambiente dove possano nascere iniziative di aiuto reciproco e attività collaborative orientate alla socializzazione". Massimiliano Bernardini

È necessario far coincidere il ruolo dell’architetto con le richieste spesso contrastanti degli utenti, della committenza e dei parametri tecnici/progettuali così da raggiungere ad un’unica soluzione in poco tempo e utilizzando pochi mezzi". Sandy Attia

“La città mostra alti livelli di insostenibilità ambientale e sociale, ma il cambiamento è possibile, a partire dalla dimensione collettiva dei progetti, da una rinnovata attenzione alle forme, alle relazioni, ai bisogni”. Silvia Viviani

“Il lavoro culturale e creativo è cambiato e più ancora cambierà nei prossimi anni, sviluppando e facendo crescere altre forme produttive caratterizzate da percorsi eterogenei legati ai processi di riorganizzazione delle città e della economia della condivisione". Stefano Cianciotta

“Una riflessione sulla Gerusalemme celeste dell’Apocalisse può costituire uno stimolo per ri-centrare i valori di un’urbanistica al cui centro sia la persona, in un’inseparabile relazione tra etica ed estetica, tra intervento umano e rispetto del creato”. Andrea dall’Asta

“L'esperienza delle iniziative CEI suggerisce che solo attraverso la ricerca e l'adozione di un metodo di azione semplice sarà possibile pensare al manifesto come strumento di riferimento efficace per gli amministratori, i progettisti, le imprese e i cittadini”. Andrea Zappacosta

“Scrivere una agenda delle priorità vuol dire scrivere un " Progetto Industriale Paese " per le costruzioni che abbia come obiettivo il recupero di qualità del sistema territoriale. Bisogna, cioè, ridare competitività e capacità attrattiva al territorio e dal territorio, dal locale, bisogna ripartire per ridisegnare gli asset del nostro Paese”. Claudio De Albertis

“Mai come in questo momento di grandi tensioni sociali ci stiamo rendendo conto come politica e religione devono fare i conti con la fisicità della città attraverso i corpi dei suoi cittadini, negli spazi pubblici come in quelli di culto, in grado di produrre società anche a loro insaputa”. Edoardo Milesi

“Sono 3 i fattori strategici su cui lavorare: intenzione di impatto sociale e/o, che distingue questo tipo di investimenti da quelli puramente finanziari; incremento dei risultati di impatto oltre che sociale e/o ambientale anche occupazionale, civico o culturale, che significa che l'investimento incrementa le esternalità qualitative sulle comunità di riferimento; generazione di ritorno economico, che segna la differenza con una approccio filantropico. Sono questi i nuovi capitali dell’innovazione per la rigenerazione urbana”. Fabrizio Sammarco

“Ogni intervento umano potrebbe avere la capacità di inserirsi in maniera integrata negli ecosistemi esistenti, contribuendo a migliorarli, ovvero a renderli più stabili. L’ecologia urbana propone un approccio simbiotico tra città e natura, un equilibrio tra ambiente naturale e ambiente costruito dall’uomo”. Gian Carlo Magnoli Bocchi

Le tante ‘buone prassi’ che si stanno diffondendo nel Paese, permettono già di individuare modelli organizzativi efficaci rispetto alla capacità di creazione di valore economico, a partire dalle specifiche vocazioni sociali e culturali degli spazi. Difficoltà e vincoli sono però ancora enormi…”. Giovanni Campagnoli

“Nel rispondere alla domanda di bellezza che ci costituisce abbiamo generato con il nostro abitare beni culturali e paesaggio che sono insieme il volto della nostra identità e una grande speranza, frutto di storie millenarie, lontane e diversissime”. Giovanni Gazzaneo

“È impegno visionario e irrinunciabile promuovere i contenuti del Manifesto, elaborare un modello realmente applicabile ai casi concreti affinché la qualità dei risultati non sia caso emblematico, ma esperienza ‘quotidiana’”. Laura Fagioli

“Riqualificazione (70% del mercato), impatto della sostenibilità, politiche di riduzione della CO2 , smart grid, tracciano la strada di una evoluzione caratterizzata da grandi cambiamenti. Tutto questo richiede nuovi alti livelli di visione e di politica, che mancano ma che si possono alimentare”. Lorenzo Bellicini

“La sfida alla quale siamo tutti chiamati, architetti cittadini ed imprese, deve favorire e riconoscere i progetti, gli studi, i processi volti a tutelare, valorizzare e arricchire il paesaggio, l’ambiente e le strutture insediative del territorio nazionale”. Stefano Cherubini

“È necessario superare questa resistenza passiva e pigra e rifondare un patto tra cittadini, formazioni sociali, imprese e politica per innovare l’approccio allo sviluppo urbano riportandolo a “misura d’uomo” secondo la sua concezione originaria”. Tommaso Dal Bosco

Da Avvenire

Da Vatican Insider (La Stampa)

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Paola Pierotti
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