Social housing in Italia, il punto di vista del quaderno di Urbanistica Tre
Online il nuovo Quaderni dedicato alla casa. Dall’autocostruzione informale alle strategie di densificazione, dalla tecnologia al tema del costruire temporaneo
Giovani autori provenienti da diversi percorsi di studio affrontano il tema raccontando cosa è successo in Italia tra intenzioni progettuali ed effettiva realizzabilità ed efficacia
Nuovi modi di abitare: da Monaco a Copenaghen, il social housing è una priorità per lo sviluppo urbano delle città contemporanee. “E’ uno strumento di politica pubblica – dice Elisabetta Capelli, architetto e curatrice del sesto numero di Urbanistica Tre dedicato al social housing – rivolto a un target di popolazione intermedio, che si avvale dell’intervento economico-finanziario di attori privati singoli, consorziati, o sottoscrittori di fondi immobiliari affidati a società? di gestione del risparmio”. Si parte dalla definizione per arrivare alla presentazione di casi che fanno scuola in Italia e all'estero.
Giovani autori provenienti da diversi percorsi di studio affrontano il tema della casa rileggendo e raccontando cosa è successo in Italia tra intenzioni progettuali ed effettiva realizzabilità ed efficacia: dall'autocostruzione informale alle strategie di densificazione, dalla tecnologia al tema del costruire temporaneo.
L’architettura contemporanea da tempo investe nello sviluppo e nella sperimentazione di nuovi modelli. A Milano, l’Ordine degli Architetti della Provincia ha messo a punto un archivio di progetti grazie al Premio Ugo Rivolta e ad oggi conta un archivio di 200 architetture realizzate in Europa negli ultimi dieci anni. “In questi ultimi tempi il social housing si è evoluto, al pubblico si sono affiancati gli investimenti privati e si registra una nuova generazione di progetti che non sperimentano solo sul linguaggio ma soprattutto sul progetto tipologico, ad esempio integrando duplex, proponendo soluzioni innovative per i ballatoi, relazionandosi in modo originale con il tessuto costruito” spiega Paolo Mazzoleni, architetto dell'Ordine milanese, esperto di housing sociale e tra gli organizzatori del premio.
Milano è la città italiana che più ha sperimentato su questo tema come racconta Milena Farini nella pubblicazione dell'Università romana in un capitolo dedicato all' "abitare integrato, abitare inclusivo: esperienze social housing a Milano". Lo studio sul mercato immobiliare lombardo proposto da Cresme e Ance Lombardia evidenzia come in Lombardia, lo scenario delle famiglie nel periodo 2010-2019 sarà così caratterizzato: delle 935.000 nuove famiglie alla ricerca di alloggio, poco più del 40% sarà in grado di avere accesso al libero mercato, un altro 42,5% si dovrà orientare all’affitto o ai programmi di edilizia agevolata, mentre circa 162.000 saranno quelle famiglie che probabilmente saranno costrette a rivolgersi al segmento sociale, pari al 17,5% circa del totale.
Dopo Via Cenni, un quartiere diventato già un modello anche all’estero per l’impiego del legno nella costruzione delle torri residenziali, è stato da poco inaugurato da poche settimane il Borgo Sostenibile di Figino: 323 appartamenti di housing sociale in classe A integrato con spazi comuni, un parco lineare e una piazza pubblica su cui affacciano negozi e servizi. “Quattro studi di architettura (RSG, Paolo Favole, Enrico Garbin, Francesco Matucci) scelti attraverso un concorso indetto da Polaris e Fondazione Housing Sociale – spiega Giordana Ferri, direttore esecutivo di Fhs – hanno realizzato un sistema di alloggi, da 40 a 165 mq, in un complesso con cinque corti che ospita famiglie con bambini, giovani coppie e anziani”. Il progetto, intende ridare vita e significato al borgo originario.
Tra gli altri progetti raccontati da Urbanistica Tre c’è CasaCrema+, progetto di D2U, che consiste in un intervento residenziale inserito nel contesto urbano della città di Crema. Il progetto (90 appartamenti di 95,75 e 65 mq, servizi di vicinato e scuola materna per 140 bambini per un totale di circa 8.000 mq) è stato pensato come un unico organismo costituito da tre distinti blocchi edilizi, due residenziali, a Nord e a Sud alti quattro piani, e uno centrale di un solo piano che ospita la scuola materna.
Anche la città di Torino è impegnata sul fronte del social housing. Tra Piazza della Repubblica, Via Priocca e Piazza Don Albera insiste il fabbricato oggetto dell’intervento di trasformazione progettato dallo Studio Fagnoni & Associati Architetti e da GPA Ingegneri. “Il contenuto innovativo del progetto – racconta Marilisa Cellurale nel capitolo "Sovraincisioni. Progetto di Residenza Temporanea a Torino" – risiede nelle interpretazioni dei tre principali temi affrontati: reinvenzione degli spazi di soglia e di distribuzione; ?trasformazione tipologica, vincolata al tempo di permanenza degli utenti per un periodo massimo di 18 mesi e al mix funzionale”.
All’estero già da anni il social housing è diventato un tema di particolare sperimentazione per il mercato della progettazione, lavorando sull'innovazione di layout e tecniche costruttive e contenendo i costi. Tra gli altri c'è il Tête en l’air, in Francia, un complesso residenziale destinato all’edilizia sociale progettato dallo studio di KOZ Architectes costruito interamente in legno con un’ottima efficienza energetica. Lo scopo era di recuperare l’edificio esistente e ampliarlo con una nuova struttura capace di accogliere nell’insieme 30 nuove unità immobiliari (15 contenute nell’edificio esistente e altrettante ricavate nell’ampliamento). In Olanda, invece a firmare il progetto ad uso sociale è lo studio 24H. In questo caso l'edilizia residenziale è distribuita in una torre di di venti piani chiamata Hatert Housing che è stato pensata per riqualificare il quartiere della cittadina di Nijmegen. Gli appartamenti sono serviti da un parcheggio interrato dotato di elevatore per le autovetture; il piano terra, invece, è destinato a centro sanitario locale.
Per sfogliare il Quaderno di Urbanistica Tre dedicato al social housing clicca qui.
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