Alto Adige, battaglia contro l’appalto integrato. Petizione per difendere la biblioteca di Mayr Fingerle
Architetti, professori e giornalisti contro la Provincia Autonoma che sceglie la via "più celere ed economica" e mette a rischio il progetto
"La buona architettura comporta sempre che l’architetto accompagna la costruzione dall’inizio alla fine, dal primo schizzo al progetto esecutivo e particolareggiato fino all’arredamento. Se abbandoniamo questa strada, è la morte dell’architettura"
“Il polo bibliotecario di Bolzano non deve essere banalizzato in un simulacro a basso prezzo. Alla cultura deve essere dedicato un edificio sostenibile, esemplare e accogliente. Un edificio come questo è fondato su una sostenibilità e funzionalità a lungo termine che contrasta con la scelta di costruire celere ed economico”. I professionisti alto atesini hanno scritto alla provincia di Bolzano e attaccano la scelta di procedere con l'appalto integrato per costruire la nuova biblioteca della città.
Sono passati più di dieci anni dalla pubblicazione del bando di concorso per il nuovo polo bibliotecario di Bolzano. In una rosa di 200 studi provenienti da tutt’Europa nel 2006 la gara era stata assegnata al team guidato da Mayr Fingerle di Bolzano. Dopo anni di lavoro progettuale e dibattito politico nel 2014 la nuova Giunta Provinciale ha provveduto per l’atteso finanziamento dell’opera ma ora ha deciso di revocare l’incarico per la progettazione esecutiva in corso e di procedere con un appalto integrato.
Fulmine a ciel sereno in Alto Adige dove i professionisti sono abituati da anni a lavorare con un efficace sistema dei concorsi, per opere pubbliche e private, dove chi vince realizza l’opera.
La giunta provinciale cambia rotta e preferisce affidare progettazione esecutiva e costruzione all’impresa ritenendo questo sistema “più celere ed economico” ma i professionisti fanno sentire la loro voce per dimostrare i tanti fattori di rischio.
Ecco che un gruppo di architetti e urbanisti ha scritto una lettera aperta alla Provincia Autonoma di Bolzano per chiedere un incontro chiarificatore con gli uffici competenti, il progettista generale Mayr Fingerle e i bibliotecari. Incontro che servirà a fissare i passaggi e le scelte fondamentali che sono ancora necessarie per la progettazione esecutiva e definire le scelte ed i relativi costi, ipotizzati nella progettazione ma in attesa di conferma o ridefinizione. Si chiede un’accurata analisi dei costi per individuare i risparmi possibili anche mantenendo un alto livello di qualità. “Solo con queste premesse – si legge nella lettera – è possibile concludere a un livello professionale la progettazione e la costruzione, per realizzare, con prudenza e con ambizione, l’edificio culturale più importante dell’Alto Adige”.
La lettera è firmata da una settantina di professionisti, professori, architetti, giornalisti e artisti. Tra loro anche Peter Zumthor, Walter Angonese, Ritz Ritzer, Patrik Pedò, Gerd Bergmeister, Roland Baldi e i presidenti degli Ordini degli Architetti del Tirolo, di Trento e di Bolzano.
"Ci chiediamo se la giunta provinciale sia consapevole dei valori culturali ed economici che con questa scelta sono a rischio e quale irrimediabile perdita per la comunità sarebbe un esito scadente, un edificio senz’anima, non all’altezza dell’attesa qualità”. Si legge nella lettera. E ancora “La buona architettura comporta sempre che l’architetto accompagna la costruzione dall’inizio alla fine, dal primo schizzo al progetto esecutivo e particolareggiato fino all’arredamento. Se abbandoniamo questa strada, questo significherebbe la morte dell’architettura”.
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