10-06-2015 Paola Pierotti 5 minuti

Post-Expo? Partita la seconda fase della gara Arexpo per trovare il super advisor

Manifestazione di interesse e massimo ribasso per affidare l’incarico. Tre mesi per definire il piano che sarà pronto per ottobre 2015

“Per i progetti non potremo che affidare incarichi attraverso concorsi, adottare schemi di trasparenza e far tesoro di tutte le competenze possibili”

Luciano Pilotti

Il futuro delle aree Expo non si conoscerà prima della conclusione del grande evento. Non ci sarà un nuovo masterplan ma si metteranno a sistema desiderata e progetti avanzati in questi mesi. Il cronoprogramma è ben delineato e in questo momento Arexpo sta cercando un advisor super-qualificato per definire strategicamente la migliore valorizzazione del sito post evento, per capitalizzare le tante idee alternative e prendere una decisione. La società costituita nel 2011 e partecipata da Regione Lombardia, Comune di Milano, Fondazione Fiera di Milano, città metropolitana e Comune di Rho ha avviato nelle scorse settimane una manifestazione di interesse per la ricerca dell'advisor e lo scorso 8 maggio, alla scadenza dei termini, si erano candidate 25 cordate.

Sulla base dei curriculum e delle competenze tecnico-scientifiche è stata fatta una preselezione e questi giorni sono partite le lettere di invito ad una decina di società. A questo punto i papabili advisor avranno tempo fino al 15 giugno per fare uno sconto sulla parcella da 90mila euro. Non si chiede una proposta metodologica, ma prima di passare all’affidamento dell’incarico si cerca uno sconto sull’onorario. “In gara ci sono grandi gruppi, tutte le più importanti società di consulenza internazionale presenti sul mercato italiano – dichiara Luciano Pilotti, presidente di Arexpo – ci sono i più quotati studi di architettura e ingegneria e anche un paio di università, non solo milanesi”. Secondo indiscrezioni si tratta del Politecnico di Torino e dell'Università Bicocca. Per le società di consulenza invece circolano i nomi di Deloitte&Touche, Pwc, Prelios e Ernst&Young.

Manca all'appello il Politecnico di Milano che aveva iniziato tempo fa a svolgere la funzione di advisor insieme alla Statale di Milano, prima che l'Autorità Anticorruzione indicasse alla società Arexpo, proprietaria delle aree, di aprire un bando per affidare questo incarico. E proprio in tema di trasparenza e consultazioni Arexpo promette ai progettisti concorsi sia per la parte urbanistica che per l’architettura. “Siamo un soggetto pubblico, siamo in una scatola di vetro costantemente monitorati – dichiara Pilotti – non potremo che fare concorsi e far tesoro di tutte le competenze possibili”.

Oggi Arexpo sta cercando un team di professionisti (con il criterio del massimo ribasso) capace di integrare competenze di progettazione, di ingegneria finanziaria, di conoscenza del mercato immobiliare, di diritto urbanistico, di infrastrutture e viabilità da affiancare alle proprie risorse interne. “Il team vincitore non dovrà elaborare un masterplan – spiega Pilotti – ma valutare tutti i progetti già in campo, studiarne la loro complementarietà e sostenibilità economica, ottimizzare l’impianto urbanistico e tecnologico, consegnare ai soci di Arexpo un progetto di valutazione con un attento mix funzionale e tenendo presente il ruolo e le potenzialità dei diversi partner dell’operazione”.

In sintesi, non si rifarà un progetto urbanistico: i soci hanno optato infatti per un progetto metodologico e strategico che tenga conto delle proposte avanzate in questi mesi e studiando buone pratiche di casi analoghi. Università, Assolombarda, Agenzia del Demanio sono alcune degli operatori già in campo, e le loro aspettative e i loro progetti dovranno essere integrati in un unico piano. Mentre si lavora al mix funzionale, parallelamente Governo e Cdp stanno lavorando sul fronte della governance. “Nelle prossime settimane faremo convergere le due attività con l’obiettivo – dice Pilotti – di configurare un programma che dovrà essere consegnato entro ottobre 2015, in modo tale da chiudere l’evento sapendo cosa ragionevolmente potrà atterrare in quest’area”.

Arexpo si occuperà dello sviluppo dell’area tenendo conto anche della fase transitoria. “Accompagneremo la sostituzione della pelle di Expo con quella del post Expo – dice Pilotti – con attività che prevedono il riuso temporaneo dei padiglioni esistenti”. E su questa linea si inserisce il progetto della Triennale che auspica di poter realizzare in quest’area la Triennale dell’Architettura nel 2016.

Tutti i Paesi hanno sottoscritto un accordo con Expo spa per smantellare i padiglioni entro maggio 2016. “Per ora rimane valida questa linea – precisa Pilotti – anche se valuteremo l’eventuale opportunità di utilizzare qualche struttura in base al mix funzionale che verrà concertato”.

Sul post Expo non si è ancora registrato l’interesse da parte di investitori stranieri. “Di solito non comprano terreni ma strutture – dice Pilotti -. Crediamo si potranno affacciare eventualmente tra l’autunno del 2015 e la primavera del 2016 quando ci sarà un assetto più consolidato. Probabilmente saranno interessati a considerare qualche volumetria una volta definita l’impostazione e la sostenibilità generale del progetto”.

C'è chi sogna una cittadella della scienza e della tecnologia che metta insieme il Campus della Statale di Milano con il polo tecnologico di Assolombarda, c'è invece chi guarda con interesse a quest'area per realizzare l'agenzia delle piccole e medie imprese. Il progetto ancora non c'è e gli interessi in campo sono molti. Per passare ai fatti sembra imprescindibile un sostegno finanziario da parte del governo che nelle prossime settimane dovrà fare chiarezza sul suo coinvolgimento.

Come è stato per la data del 1 maggio 2015, anche per il dopo-Expo servirebbe una data certa in modo tale da non perdere tempo e correre tutti insieme verso il traguardo. Evitando quello che è accaduto in tante altre città che hanno ospitato i grandi eventi, da Siviglia ad Hannover (si veda la fotogallery).

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Paola Pierotti
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