12-05-2015 Paola Pierotti 5 minuti

Europaconcorsi lancia Divisare. Andresen spiega come si comunica l’architettura

Nato nel 1998, il sito web con 7 milioni di pagine viste al mese inventa il nuovo brand. Protagonista la fotografia, niente video e zero banners

Dopo 16 anni di pixel il team di Europaconcorsi apre le porte alla carta. Nuova rivista con lunghe interviste, niente fotografie né rendering. Ogni numero un titolo diverso. Prima uscita nel 2016.

Europaconcorsi ha compiuto 16 anni. Quando è apparsa la sua prima homepage Google e l’Euro non c’erano ancora: la sfida era iniziata con una semplice newsletter settimanale sui bandi di concorso raccolti in giro per l’Europa. “Quella newsletter oggi è il principale sito di architettura in Italia e uno dei più importanti della rete. La maggior parte dei nostri utenti – spiegano i fondatori – apre la versione inglese, consulta soprattutto l’archivio progetti e produce un traffico enorme: 7 milioni di pagine viste al mese”. Lloyd Marcus Andresen, uno dei fondatori di Europaconcorsi anticipa il futuro dell’azienda con un nuovo brand Divisare. La squadra conta tre fondatori: uno sviluppatore web, “il nostro codice è fatto in casa” precisa Andresen; un architetto del prodotto e del processo; un manager della sezione bandi che segue Europaconcorsi e la preziosa banca dati di bandi e incarichi professionali. “Con noi c’è anche un manager dell’amministrazione che sarà partner della nuova struttura e 4 giovanissimi redattori sotto i 30 anni che diventeranno partner nel 2016” dice Andresen.

Dalla storia di Europaconcorsi è nato Divisare by Europaconcorsi. E Diventare Divisare è il titolo di una newsletter che è stata inviata in queste ultime ore a migliaia di professionisti, in doppia lingua. È un diario dove si racconta la nuova architettura del sito, la sua grafica, le nuove funzioni, il lungo percorso che porterà anche alla pubblicazione di una rivista su carta. Primo numero nel 2016. “Sul web l’architettura recentissima è sempre in primo piano ed è sempre posta sopra l’architettura precedente (alla quale è riservato il triste destino di scivolare sempre più in basso). Il web è stratificazione. A differenza dello scaffale dove tutto è a portata di mano la pagina web non consente facile accessibilità al passato”. A partire da queste considerazioni il nuovo Divisare implementerà gli album esistenti di Europaconcorsi e ordinerà i contenuti degli ultimi 10 anni della nostra storia “con un lavoro fatto a mano, scheda dopo scheda” precisano dalla società.

Andresen, oggi l’attuale durata media di una visita di Europaconcorsi è di 5 minuti: l’architettura si percepisce in fretta e con tante distrazioni e pubblicità. Qual è la vostra idea per il futuro?
Il core business restano i concorsi ma negli anni il sito si è complicato. Il brand Europaconorsi resterà dedicato al servizio a pagamento. Parallelamente sta crescendo un sito di servizio gratuito e si libera del nome ‘Europaconcorsi’: Divisare che significa immaginare, disegnare con la mente. È la parola scelta da Leon Battista Alberti per definire il mestiere dell’architetto.

Comunicare l'architettura oggi, cosa significa per te?
La comunicazione dell’architettura avviene per immagini. Il mestiere dell’architetto si applica alle forme e noi per comunicare l’architettura scegliamo questo mezzo. I tempi e i modi di internet sono eccezionali per fare questo mestiere vogliamo però togliere tutto quello che disturba: aderiamo a internet ma non ci piace la percezione frettolosa. L’architettura oggi si percepisce in fretta insieme a tanta pubblicità. È un continuo invito ad andare altrove e fare altro. Click me, like me, tweet me, share me. Troppo rumore: al web rapido preferiamo quello lento e attento; preferiamo la conoscenza acquisita con calma. Divisare sarà un sito tutto nuovo senza pubblicità, banners, pop up.

Come si sostiene un sito senza pubblicità?
Divisare è autostostenibile. Cercheremo sponsorizzazioni e in parte le abbiamo trovate. Cercheremo marchi di società che vorranno associarsi a questa nuova visione e nuovo modo di comunicare l’architettura su internet . Gli sponsor saranno collocati in un’area dedicata con scritte bianche su sfondo nero per evitare qualsiasi interferenza con i contenuti. Gli spazi per gli sponsor saranno limitati e numerati.

Cosa ne pensi del video come strumento per comunicare l’architettura?
Personalmente non ho niente contro i video ma richiedono modalità di costruzione e attenzione diversa dalla fotografia. È una cosa per specialisti e non ha quella omogeneità di prodotto che rende tutto confrontabile. La qualità del video è fondamentale per comunicare un progetto di architettura e non tutti gli studi se la possono permettere. Ecco allora che per me la fotografia resta più interessante, è ormai un linguaggio codificato. Spesso la personalità del video maker è troppo forte: non descrive ma interpreta l’architettura.

È una rivoluzione per Europaconcorsi. Considerato l’ambizioso progetto vedete interessanti margini di sviluppo e crescita per la comunicazione dell’architettura?
Innovare è necessario. Pensiamo sia maturo il tempo per dare dignità al mondo del web. Si possono fare cose serie trasmettendo conoscenza e non semplicemente trasferendo informazioni.

Dopo 16 anni di pixel il team di Europaconcorsi ha sentito il bisogno di qualcosa di nuovo e, con un’inversione di tendenza, spalancherà le porte alla carta. Perché? Come sarà il nuovo prodotto?
La percezione tramite la carta continua ad essere centrale, garantisce un ordine e una topografia che il web non offre. Io sulla carta mi oriento, contrariamente nei video la topografia è liquida.
La nostra nuova rivista avrà un nome che cambia di numero in numero. Pensiamo ad un dizionario di parole di architettura. Il tema sarà il titolo. Faremo una rivista di architettura senza mostrarla, una rivista che parla di persone che hanno fatto buona architettura: le incontreremo e speriamo ci dicano “si fa cosi” e noi lo vorremo raccontare. In ogni numero ci saranno sei interviste ad architetti che lavorano in giro per il mondo, ci faremo accompagnare a visitare le loro opere e poi faremo un’intervista di 4 ore, molto approfondita sul metodo di lavoro. Nessuna foto, niente rendering o dettagli costruttivi. Parleremo di persone.

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Paola Pierotti
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