26-03-2015 Paola Pierotti 3 minuti

Codice Italia: ecco l’arte italiana che andrà in scena alla Biennale 2015

Vincenzo Trione (scelto dal Mibact attraverso una consultazione ad inviti) spiega la sua mostra . Tre le parole chiave: codice genetico, stile e memoria

“Agli artisti ho chiesto anche di realizzare un archivio della memoria, una sorta di atlante facendo riemergere le letture fatte, i riferimenti segreti, i libri letti, i film visti, la musica ascoltata per dimostrare che l’arte contemporanea ha dentro di sé un palinsesto di riferimenti ricchissimo”

Vincenzo Trione

Svelato il Codice Italia. Vincenzo Trione, curatore del Padiglione Italia per la Biennale d’Arte 2015, ha presentato i dettagli della mostra che rappresenterà l’arte italiana alla 56esima mostra di Venezia. La vernice è fissata per i giorni 6, 7 e 8 maggio e l’apertura ufficiale per il 9 maggio.

“Codice Italia non sarà una mostra con un taglio descrittivo-fenomenologico del presente, ma si propone di offrire un punto di vista parziale di alcuni segmenti rilevanti dell’arte italiana del nostro tempo”. Trione rivendica il ruolo della critica d’arte come “esercizio critico è atto ermeneutico di interpretazione” per spiegare le sue scelte. “Non bisogna curvarsi sul presente ma intercettare indirizzi privilegiati ed elementi ricorrenti, facendo riaffiorare – spiega – quel codice genetico dell’arte italiana del nostro tempo che ha una specificità inconfondibile”.

Le parole chiave del racconto di Trione sono “codice genetico”, “stile” e “memoria”. “Parlare della memoria – spiega Trione – significa parlare di chi siamo, della nostra identità. Si riannoda una dimensione di ricordo e si fa una proiezione in avanti. La memoria è come una voce di fondo che relega l’attualità ad un rumore di cui non possiamo fare a meno”.

Trione non ha puntato su un talento ma ha optato per la mostra collettiva coinvolgendo Alis/Filliol, Andrea Aquilanti, Francesco Barocco, Vanesa Beecroft, Antonio Biasiucci, Giuseppe Caccavale, Paolo Gioli, Jannis Kounellis, Nino Longobardi, Marzia Migliora, Luca Monterastelli, Mimmo Paladino, Claudio Parmiggiani, Nicola Samorì e Aldo Tambellini. Tra loro ci sono protagonisti dell’Arte povera e della Transavanguardia, eroi delle neoavanguardie del dopoguerra e personalità difficili da inscrivere dentro tendenze, voci originali dello scenario internazionale e artisti dell’ultima generazione. Il più giovane è dell’83, il meno giovane è del 1930. “A loro ho chiesto di realizzare un’opera specifica per la mostra con qualsiasi linguaggio della pittura, della scultura, del cinema. E ho chiesto anche – precisa Trione – di realizzare un archivio della memoria, una sorta di atlante facendo riemergere le letture fatte, i riferimenti segreti, i libri letti, i film visti, la musica ascoltata per dimostrare che l’arte contemporanea ha dentro di sé un palinsesto di riferimenti ricchissimo”.

Prima novità per l’Italia alla Biennale: il cultore è stato scelto dal Mibact attraverso una procedura a inviti che ha consentito la comparazione di più proposte. I partecipanti selezionati in considerazione della loro esperienza hanno presentato un progetto curatoriale in linea con il tema dell’esposizione All the World’s Future di Okwui Enwezor e mettendo in evidenza la ricerca delle ultime generazioni, delle dinamiche interdisciplinari dell’are contemporanea, con una relazione con Expo 2015. Una buona pratica (già portata avanti da altri Paesi) “che verrà seguita anche per la prossima Biennale di Architettura”, come ha annunciato il ministro Dario Franceschini.

Seconda novità: la Biennale Arte è uno dei primi risultati della nuova Direzione Generale per l’Arte l’Architettura Contemporanea e le Periferie Urbane istituita ad agosto 2014 ed entrata in attività da pochi mesi sotto la guida dell’architetto Federica Galloni.

Il budget. Il Mibact ha finanziato la mostra con un importo di 400mila euro integrando la somma con 150mila euro in considerazione della coincidenza di Expo. A questo budget si devono sommare le sponsorizzazioni che attualmente ammontano a 240mila euro. Il catalogo sarà curato da Bompiani e l’allestimento è di Giovanni Francesco Frascino: “non sarà un contenitore liquido ma abbiamo immaginato uno spazio per ogni artista, una sequenza di cattedrali die sia sottolineata l’autonomia e l’indipendenza dei singoli”.

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Paola Pierotti
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