04-02-2015 Paola Pierotti 6 minuti

Nussli Italia, ecco l’azienda che ha chiuso più contratti per Expo

Intervista al direttore generale Rossetti. Da 25 a 100 dipendenti, fatturato cresciuto di 10 volte con l’evento del 2015

"Siamo un team di architetti e ingegneri ma per alcuni progetti, con particolari clienti, siamo consapevoli che serve la firma o un’immagine forte. In ogni caso per noi l’architetto non è mai un competitor ma un partner e troviamo insieme le opportunità del mercato"

Emanuele Rossetti

Germania, Svizzera, Kuwait, Vanke, Usa, Messico, Future Food District. Nussli è l’azienda che ha chiuso il maggior numero di contratti per Expo: è presente nel cantiere milanese per la realizzazione di strutture temporanee in questi sette padiglioni, ma la lista potrebbe non essere completa e raggiungere quota 10.

Per quanto riguarda la Germania, Messe Frankfurt ha affidato alla filiale tedesca di Nussli la costruzione dell’opera nell’ambito del consorzio (Arge) che riunisce anche lo studio d’architettura Schmidhuber per la progettazione e Milla & Partner per il concept e il design degli allestimenti. Per il padiglione della Svizzera la realizzazione è stata assegnata alla casa madre Nussli Schweiz. Nussli Italia è general contractor e quindi responsabile della costruzione, gestione e smantellamento del progetto di Italo Rota per il Kuwait; con Cws Nussli Italia lavora alla realizzazione della foresta di bambu del padiglione Vanke; è general contrator per la costruzione del padiglione Usa; sta seguendo l’engineering e la costruzione del padiglione del Messico; è in campo per la realizzazione della piazza e di alcune installazioni interattive del Future Food District di Carlo Ratti. “Siamo in campo con chi vuole rendere concreto un progetto che non lo è, con qualsiasi materiale e con qualsiasi struttura anche ad alta complessità ingegneristica. Il core business dell’azienda fondata in Svizzera nel 1941 – spiega Emanuele Rossetti, direttore generale Nussli Italia – è la realizzazione di strutture temporanee per grandi eventi come le Olimpiadi o le grandi Esposizioni, il nostro valore aggiunto è quello di riuscire a trovare soluzioni per rendere fattibili le iniziative con tempi stretti e ben definiti”.

Ingegnere, quando è iniziato il suo lavoro per portare Nussli nel cantiere di Expo 2015?
Storicamente la nostra multinazionale è una dei grandi player nei grandi eventi: Olimpiadi estive, Expo, Olimpiadi invernali. Quattro-cinque anni prima dell’evento apriamo una sede nella città dove sarà organizzato l’evento e ci mettiamo a lavorare. Nel caso specifico dell’Italia Nussli si era già insediata nel 2004 a Torino per le olimpiadi invernali e abbiamo tenuto aperta la sede, nella consapevolezza che l’Italia poteva essere un mercato interessante. Io sono stato Head of Overlay Department del Toroc e sono Ceo dal 2007 quando si è deciso di trasformare in permanente la sede temporanea. Quando nel 2009 Milano si è aggiudicata l’Expo abbiamo iniziato ad investire.

Attraverso quali canali arrivano le commesse-Nussli?
Attraverso il nostro network, valorizzando ad esempio potenziali clienti che abbiamo incontrato e con cui abbiamo lavorato in realtà precedenti. Ad esempio per l’Expo di Shanghai la nostra multinazionale ha realizzato cinque padiglioni e uno, Padiglione Venezia, l’ha fatto Nussli Italia. Per Expo 2015 abbiamo partecipato ad alcune gare, ad esempio per il Qatar e per il Kuwait: quando la gara viene indetta dal Paese generalmente risponde la nostra filiale locale (ad esempio per il Qatar la gara è stata promossa da Doha, ha risposto Nussli Middle East), mentre per il Kuwait la gara è stata indetta dal consolato a Milano e abbiamo partecipato noi come Nussli Italia.

Quante persone lavorano in Nussli Italia? Fatturato?
La nostra realtà torinese conta 20-25 dipendenti con un fatturato dell’ordine dei 6-8 milioni di euro. Ora per Expo siamo circa un centinaio e gestiamo un budget di quasi dieci volte superiore quello ordinario. Oggi l’azienda ha temporaneamente trasferito a Milano del personale da altre sedi e spostato il quartier generale Italia da Torino a Milano, in viale Restelli, dove ha preso possesso di un’intera palazzina per seguire da vicino i cantieri.

Expo 2015 è un picco per la nostra azienda, passata l’onda torneremo alla nostra dimensione e l'attenzione si sposerà su altri paesi, verso il Brasile e verso gli Emirati.

L’organico della vostra azienda e il target dei vostri lavori?
Siamo di fatto una società di engineering, siamo quasi tutti architetti e ingegneri. Abbiamo partecipato attivamente alle candidature per le Olimpiadi del 2020 per Venezia e per Roma, con contratti con la Regione Veneto e con il Coni. Abbiamo realizzato a Roma il nuovo stadio del tennis ampliandolo da 3mila a 8mila posti, abbiamo collaborato con Benedetto Camerana per la realizzazione del Museo della Juventus a Torino e con Park Associati per il ristorante-temporaneo dell’Electrolux, The Cube, che è stato portato in giro per l’Europa nei mesi scorsi ed è stato istallato anche a Milano in Piazza Duomo.

Qual è quindi il vostro ruolo rispetto al cliente o agli architetti?
Per il Cubo dell’Electrolux ci ha contattato inizialmente lo studio Park Associati che dopo aver sviluppato il concept aveva bisogno di un team di ingegneri per rendere concreta l’iniziativa. I progettisti ci hanno presentato al cliente e a quel punto abbiamo realizzato il ristorante che per mesi è stato istallato, smontato e riposizionato in una nuova città in giro per l'Europa in prestigiose location da Bruxelles a Londra, da Milano a Stoccolma.
Per il museo della Juventus ci è stato chiesto un intervento con un budget chiaro e ben definito fin dall’inizio. Lavoriamo su progetti che hanno bisogno di fattibilità e quando ci sono precise indicazioni di tempi e costi.

A che tipo di gare avete partecipato per aggiudicarvi gli incarichi in Expo?
Ogni gara era diversa dall’altra, in alcuni casi erano gestite dai Paesi, in altre da sponsor. Per il Kuwait ci è stato chiesto di descrivere come avremo potuto declinare il tema oggetto del padiglione, dal concept, all’engineering, alla gestione operativa fino allo smontaggio: avevamo lavorato con Italo Rota in altre occasioni, compresa l’Expo di Saragozza, e l’abbiamo coinvolto in questa avventura.

In passato molti servizi sono stati terziarizzati ma a partire da Expo 2015 Nussli ha costituito un proprio dipartimento 'Operation' che ha permesso di ridurre questa pratica e in un'ottica futura puntare a dare un servizio sempre più completo ai clienti.

Abbiamo partecipato alla gara per il padiglione "New Holland Agricolture" che era organizzata diversamente: Recchi Engineering era tra gli invitati, la società torinese ci ha coinvolto e abbiamo organizzato un team con Carlo Ratti per partecipare ad una competizione che in questo caso distingueva concept, engineering e realizzazione. Con Recchi Nussli Italia ha vinto la gara per il concept ma non quella per la costruzione. Terzo caso: per il padiglione svizzero abbiamo perso la gara per il concept ma abbiamo vinto la gara per la realizzazione. Dato il nostro dna preferiamo sicuramente queste gare dove possiamo essere general contractor: non ci proponiamo generalmente come progettisti ma auspichiamo di utilizzare il progetto come traino per vincere le gare per l’esecuzione.

Che ruolo ha il progettista per un’azienda come la vostra?
Internamente abbiamo un team di architetti e ingegneri ma per alcuni progetti, con particolari clienti, siamo consapevoli che serve la firma o un’immagine forte. A quel punto il nostro compito è riuscire a trasformare le idee meravigliose in qualcosa che si può fare. In ogni caso per noi l’architetto non è mai un competitor ma un partner e troviamo insieme le opportunità del mercato.

Nussli Italia ha stretto una forte relazione con un’altra azienda leader nel campo della multimedialità, Cws, come è nata questa alleanza?
Insieme abbiamo fatto un importante lavoro nel 2009 per il Museo della Juventus e da lì è iniziata la nostra partnership. Nel mondo si innescano le sinergie più strane: se quando parliamo di stadi di calcio o campi sportivi la filiale Nussli più forte è quella di Monaco, da qualche anno quando si parla di multimedialità il riferimento è la filiale di Torino.

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Paola Pierotti
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