Stelle negli alberghi se internet, sauna e buona cucina. E l’architettura?
Il decreto Cultura e Turismo: tre mesi di tempo per adeguare gli hotel agli standard europei. "Criteri fondati sui servizi, le strutture contano sempre meno"
"Nelle strutture con forte identità ci sono elementi di eccellenza che non si possono misurare in un percorso di valutazione della sostenibilità"
"Internet, sauna e buona cucina. Così gli hotel potranno avere le stelle" è il titolo di un articolo scritto da Riccardo Bruno sul Corriere della Sera del 12 luglio 2014. Per seguire i parametri europei cambiano i criteri: più servizi ai clienti e per tutti il bagno in camera. "Le strutture contano sempre meno – scrive il giornalista – la qualità è data dai servizi pensati per i clienti". Più chiaramente, "i tre pilastri dell'ospitalità del futuro – spiega Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi sul Corriere della Sera – sono tecnologia, spa e ristorazione".
Il turismo è un motore per il Paese Italia. Federalberghi conta 33.738 strutture per oltre un milione di camere e 2.250.704 posti letto. Di questi, come si legge nell'infografia dell'articolo il 10% sono a una stella, il 20% a due, il 45% a tre e il 16% a quattro. L'1% è a cinque stelle, l'8% sono residenze turistico-alberghiere. Secondo Tripadvisor il primo e il terzo migliore albergo in Italia sono a Bolzano (Hotel Schwarzenstein a Lutago e Hotel Monika a Sesto Pusteria), il secondo è il Four Seasons Hotel di Firenze. Il primo albergo a sette stelle nel mondo è il TH SevenStars Galleria Hotel di Milano (vedi la fotogallery).
Turismo e hotel sono sotto i riflettori anche grazie al decreto Cultura e Turismo proposto dal ministro Dario Franceschini che nei giorni scorsi ha avuto l'ok della Camera e che con tutta probabilità entro fine luglio diventerà legge. Tra i vari punti uno è specificatamente dedicato al settore alberghiero: "tre mesi di tempo d'intesa con le Regioni (la competenza sul turismo è loro) per adeguare l'Italia ai criteri europei" scrive Bruno. I tecnici del ministro si stanno ispirando ai criteri fissati da Hotelstars Union (sigla che riunisce 39 associazioni alberghiere in 24 Stati): per esemplificare, per le strutture a una stella si chiede bagno e doccia in camera; per quelle a due stelle: colazione a buffet e lampada da lettura vicino al comodino; telefono e internet nelle stanze degli alberghi e tre stelle; fornitura di accappatoi e pantofole e minibar aperto per le strutture a quattro stelle; presenza fissa di un parcheggiatore, servizio di pulizia la sera e prodotti per la cura personale se la struttura è a cinque stelle.
E l'architettura? Che si tratti di nuove strutture o di alberghi esistenti in palazzi storici il progetto non può essere indifferente. "La corsa al bollino non deve far dimenticare la cura del progetto" ricorda Matteo Thun, progettista di numerosi alberghi tra cui il Vigilius Mountain Resort a Lana in Alto Adige e il nuovo JW Marriot che sarà pronto a Venezia a settembre. L'equilibrio perfetto tra architettura e natura è la carta vincente per Thun ma anche per Alberto Cecchetto, che ha da poco realizzato un hotel a cinque stelle a Riva del Garda, il Lido Palace, recuperando un immobile di inizio secolo.
Dal masterplan all'architettura al design degli interni e dei complementi d'arredo, il mondo dell'hotellerie è un business per imprenditori e progettisti. Gli hotel anno un tempo di vita limitato, sono un tema progettuale di particolare interesse in termini di sperimentazione, per studi affermati e per i più giovani, per imprenditori con budget importanti e per chi punta all'essenzialità. "Il bagno in camera" è sicuramente un prerequisito. Ma non può bastare. Se a muoversi è il Mibact non può trascurare i temi dell'efficienza energetica, degli spazi pubblici e comuni, della scelta dei materiali, dell'esperienza unica e sensoriale che si può offrire al cliente con un progetto di architettura e design.
"Le soluzioni si troveranno, l'importante è darsi presto nuove regole" dice il presidente di Federalberghi al Corriere della Sera. Ma ricordiamoci anche del progetto. "Nelle strutture con forte identità – commenta Thun – ci sono elementi di eccellenza che non si possono misurare in un percorso di valutazione della sostenibilità". E ancora, "più si cerca un prodotto speciale, meno è possibile adeguarsi alle regole" aggiunge Cecchetto.
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