Il manifesto dell’Ance: dieci punti per la legalità e la trasparenza nei lavori pubblici
Edilizia avanti tutta / Al via a Sorrento la due giorni dell’Associazione dei costruttori dedicata alle ’regole’ e alla ’rigenerazione urbana’
“Investire un miliardo in edilizia genera una ricaduta complessiva sull’economia di oltre 3,3 miliardi e crea 17mila posti di lavoro”
Investire nelle costruzioni per tornare a crescere: “investire un miliardo in edilizia genera una ricaduta complessiva sull’economia di oltre 3,3 miliardi e crea 17mila posti di lavoro”. L’Ance a Sorrento apre il suo convegno nazionale “Edilizia avanti tutta” facendo il punto sulle priorità degli investimenti per la messa in sicurezza delle scuole e del territorio e fa riferimento all’opportunità dei fondi europei che, grazie alla programmazione 2014-2020, destinano 117miliardi di euro di investimenti per programmi strategici come città, scuole e rischio idrogeologico.
Nella giornata di apertura dedicata al tema ‘Ripartire dalle regole. Recepimento delle direttive UE: efficienza, trasparenza ed efficacia negli appalti pubblici’ l’Ance presenta il suo manifesto per la legalità e la trasparenza nei lavori pubblici.
Il manifesto Ance in dieci punti (fonte ufficio stampa Ance) "per ragionare su direttive europee, per capire cosa si può fare" commenta il presidente Ance, Paolo Buzzetti
1) Stop a nuove legge: applichiamo le regole esistenti. È eventualmente necessaria una semplificazione del quadro regolatorio cui accompagnare una revisione dei momenti di controllo procedurale, rafforzando quelli esistenti e prevedendo altro in caso di lacune.
2) No a strutture straordinarie e deroghe. Non si può sistematicamente ricorrere a commissari straordinari, esterni alle amministrazioni competenti che operino in deroga alle regole vigenti. Poteri straordinari solo per far fronte a emergenze dovute a calamità naturali e non a quelle conseguenti alle inerzie della politica e dell’amministrazione. "Troppo spesso nelle strutture speciali si annida la corruzione" dice Buzzetti.
3) Si a maggiore responsabilità degli amministratori. Sulla base degli obiettivi indicati dalla politica i soggetti della Pa devono garantire il rispetto dei tempi di realizzazione dei programmi. Necessario applicare le sanzioni previste per le omissioni o i ritardi colpevoli. "Troppo spesso amministratori e politici arrivano in ritardo per eventi che si sanno da sempre – dice Buzzetti -. Sentite dire chi ha sbagliato a monte? Dovrebbe andare a casa chi non ha fatto bene i primi passi".
4) Organizzazione più efficiente della Pubblica Amministrazione. Sotto il profilo organizzativo della domanda pubblica ben vengano le centrali di committenza per ridurre il numero delle stazioni appaltanti ma occorre garantire la specializzazione. Necessario anche garantire alle stazioni appaltanti di poter gestire situazioni locali con fascia di appalti di importo contenuto (500mila euro).
5) Responsabilizzazione dei progettisti. Anche nel caso di aumento dei costi dell’opera per varianti dovute a difetti o errori di progettazione. "Attenzione a non togliere il diritto dell'impresa di fronte ad un progetto sbagliato – commenta il presidente – Quando emerge con oggettività l'errore, intervenire".
6) Responsabilizzazione delle imprese esecutrici. Le imprese devono poter assumere responsabilità nell’offerta mediante un efficace contradditorio con i progettisti e la stazione appaltante teso ad evidenziare le eventuali carenze della progettazione.
7) Effettiva indipendenza delle commissioni giudicatrici e misure contro il rischio di turbative.
8) Attuare i controlli online sull’esecuzione degli appalti. La possibilità di disporre dei dati sui siti istituzionali consente un pieno controllo da parte della società civile sul costo finale dell’opera, scoraggiando la prassi di recuperare ribassi temerari mediante aggiustamenti in fase esecutiva, avallati dall’amministrazione
9) Più rigore contro le liti temerarie.
10) Garantire l’applicazione del contratto dell’edilizia. Al fine di ridurre fenomeni di concorrenza sleale tra le imprese e di illegalità nel lavoro è necessario far rispettare nell’aggiudicazione e nell’effettuazione di lavori edili l’obbligo di applicazione del contratto collettivo nazionale e territoriale dell’edilizia. "Qui la questione è quella del subappalto. La politica si deve interessare del fatto che in cantiere ci sono contrari diversi – dice Buzzetti -. Il cantiere deve tornare al centro dell'attività dell'azienda".
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