07-05-2014 Paola Pierotti 1 minuti

Silicon Valley, aspettando le cattedrali dei colossi digitali

Dopo Apple con Foster+Partners, gara di emulazione di Facebook con Gehry e di Amazon e Google con Nbbj

"Le piramidi  dei nuovi faraoni della nostra epoca guardano verso se stesse, sono ambienti autosufficienti, più simili ai campus universitari che alle città, anzi del tutto scollegati dalle cittadine intorno"

Paul Golderberger

"Da giugno 2011 la Silicon Valley ha deciso di redimersi, di riscattare la propria banale bruttezza. Scatenata da Steve Jobs è partita subito la gara dell'emulazione di tutti gli altri". Federico Rampini, corrispondente di Repubblica da New York, ha pubblicato su La Domenica del 4 maggio 2014 un reportage dedicato alle nuove cattedrali della Silicon Valley. "La prima ad atterrare sarà l'astronave della Apple. Ma entro due anni anche gli altri faraoni digitali da Google a Facebook, trasformeranno il distretto hi-tech più famoso (e brutto) del mondo. Per aggiudicarsi, a colpi di archistar, la palma della rivoluzione estetica".

Rampini descrive un suo viaggio in auto, guidando sull'autostrada 101 che da San Francisco verso Sud attraversa la Silicon Valley, rimane colpito dalla "banalità", dalla "standardizzazione della bruttura" dovuta alle insegne di fast food, benzinai, concessionari d'auto, magazzini e depositi. Oggi i quartieri generali dei giganti digitali sono una " gran delusione estetica" scrive Rampini, ma "l'esteta capo, Steve Jobs, lo avvertì come sconfitta personale e quattro mesi prima di morire presentò la costruzione del nuovo quartier generale".

Apple ha chiamato Foster+Partners per disegnare un disco volante che ospiterà 10mila dipendenti: una nuova architettura che potrà contenere cinque stadi di football (peccato Rampini nell'articolo su La Domenica cerchi di spiegare ai lettori, confondendosi però con Herzog & De Meuron, che Norman Foster è celebre per il Nido delle Olimpiadi di Pechino).

Il reportage di Rampini ricorda la rincorsa dei colossi dell'economia digitale che hanno scoperto "il mecenatismo a fini estetici".

Dopo Jobs-Foster, Mark Zuckerberg ha ingaggiato Frank Gehry. Amazon e Google si sono affidati alla società di Seattle Nbbj.

Rampini coinvolge un critico di architettura, Paul Golderberger (docente, scrittore, autore di Why Architecture Matters), per commentare il fenomeno della nuova Silicon Valley. "Le piramidi  dei nuovi faraoni della nostra epoca guardano verso se stesse, sono ambienti autosufficienti, più simili ai campus universitari che alle città, anzi del tutto scollegati dalle cittadine intorno".

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Paola Pierotti
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