14-03-2014 Paola Pierotti 2 minuti

Inu: “Investire sulle città per promuovere lavoro e benessere”

Intervista a Silvia Viviani, presidente dell’Istituto di Urbanistica. Cinque priorità per la questione urbana

"Le città sono luoghi dove bisogna dare risposta a domande che vanno dalla casa all’istruzione, dal turismo alla cultura, dalla salute all’alimentazione, dalla comunicazione alla sicurezza. Così si riattivano occupazione e lavoro, si mitigano i conflitti sociali, si concretizza la sostenibilità ambientale"

Silvia Viviani

Trasparenza, responsabilità, cultura, competenza, progetto urbano, architettura contemporanea, cura del patrimonio storico e architettonico, investimento negli snodi della connessione alle reti transnazionali, sono gli aspetti di una stagione urbanistica che può contribuire al futuro del Paese.

"La questione urbana deve diventare una grande questione nazionale. Occorre una prospettiva di lunga durata, nella quale sostenibilità ambientale e sociale non siano affermazioni retoriche ma sostanza di un concreto cambio di paradigma. Si deve tendere a un sistema di ambiti integrati metropolitani e funzionali, collegati alle reti dell’innovazione nazionale e globale, utilizzando le competenze, le industriosità e la produzione di ciò che serve a nuovi stili di consumo di beni e servizi". Sono queste le parole di Silvia Viviani, presidente Inu Nazionale, che delinea in cinque punti il suo manifesto per affrontare da subito il tema delle città contemporanee.

Uno. Unire agenda urbana e agenda del lavoro. "Il sistema Italia è costituito da città che devono organizzarsi in una visione strategica complessiva. Il policentrismo italiano – dichiara l'architetto Viviani – è una ricchezza che permette l’allocazione delle risorse per contrastare la decrescita che tiene il Paese ai margini dell’Europa, scommettendo su ricerca, formazione, servizi alle imprese e creatività urbana".

Due. Investire sui beni comuni. "I patrimoni naturalistici e storici – racconta il presidente Inu – devono essere oggetto di un piano di manutenzione e valorizzazione che faccia parte integrante della programmazione economica".

Tre. Incentivare la diversità urbana, culturale e generazionale e la cooperazione, integrando le politiche di genere nelle politiche urbane e alimentando le pratiche della partecipazione e dell’inclusione sociale.

Quattro. Attivare processi di decisione multilivello, "unendo generale e particolare, coesione istituzionale e co-pianificazione, sviluppare le qualità locali, potenziare le infrastrutture per la dimensione metropolitana, costruire nuovi paesaggi urbani".

Cinque. Migliorare le condizioni di vita e di lavoro grazie a progetti urbani integrati, "a partire dalla riqualificazione degli spazi pubblici e dalla messa a punto di strumenti di redistribuzione e di accessibilità ai diritti urbani (politiche abitative, servizi, mobilità e trasporto pubblico)" ricorda Viviani.

Per la presidente dell'Istituto Nazionale di Urbanistica "invece di agire su soluzioni per attività e settori separati, si potrebbero promuovere lavoro e benessere tramite l’investimento sulle città, luoghi ove dare risposta a domande che vanno dalla casa all’istruzione, dal turismo alla cultura, dalla salute all’alimentazione, dalla comunicazione alla sicurezza". La città al centro dell'agenda politica ed economica. "Così si riattivano occupazione e lavoro, si mitigano i conflitti sociali, si concretizza la sostenibilità ambientale".

"Sto cercando di cambiare lo sguardo sulla città contemporanea – ha detto l'architetto Viviani – e di individuare gli strumenti che possono essere utili per il suo miglioramento. A partire dai cinque punti, vorrei lanciare un racconto delle città d’Italia".

Approfondimenti. Sul tema un articolo di Silvia Viviani su Urbanistica Informazioni 

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Paola Pierotti
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