23-08-2022 Redazione 2 minuti

Le risalite urbane al centro del dibattito sull’architettura cittadina

Un volume di Paolo Belardi edito da LetteraVentidue studia e analizza queste strutture

Il sistema delle risalite urbane è al centro di un volume di Paolo Belardi da poco disponibile per i tipi di LetteraVentidue edizioni.

Nel saggio “Risalire le città” il docente di Composizione architettonica e urbana si basa su esperienze dirette e sul suo background di progettista, elencando le tante possibilità da sfruttare per far convivere il vecchio ed il nuovo implementando questi strumenti, spiegando come il riuso di centri e periferie può accompagnarsi alla sostenibilità in ogni progetto contemporaneo.

Si passa dai barrio informales di Lima, dove ci sono scale larghe costruite in cemento, alle funivie che sorvolano le favelas di Rio o quelle di Medellin – che in molti casi servono a migliorare la vita di chi si trova in ambiti socialmente difficili­ – alle scale mobili di Perugia.

L’obiettivo del libro è quello di ripercorrere la storia di un elemento urbano specifico e di quei progetti che meglio hanno saputo tratteggiarlo e delinearlo da un punto di vista architettonico.

Centrale nel testo il tema delle risalite pedonali meccanizzate ed il ruolo sempre più centrale che queste stanno assumendo nella tutela dei centri storici in quanto consentono il mantenimento della zona a traffico limitato nel cuore delle città e più in generale un sistema di viabilità sostenibile e di salvaguardia dell'ambiente, in maniera compatibile con il tessuto urbano.

Nel libro un focus speciale è dedicato a Perugia che da tempo permette ai visitatori di lasciare le auto fuori dal centro permettendogli però di salire con un complesso e capillare sistema di scale mobili.


Dai barrio informales di Lima, dove ci sono scale larghe costruite in cemento, alle funivie che sorvolano le favelas di Medellin alle scale mobili di Perugia il libro mette a confronto questi strumenti.


Da anni la città umbra ha sviluppato questo sistema, copiata poi dalle altre località della regione, partendo da parcheggi periferici da cui nascono i percorsi meccanizzati. Questi sono ben inseriti nella normale rete di trasporto pubblico e prevedono principalmente scale mobili, seppur non accessibili per i disabili e quindi non del tutto fruibili dalla comunità. Generalmente sono disposti in successione fino al raggiungimento della zona desiderata.

Quando invece il dislivello è particolarmente elevato, la soluzione più efficace è costituita da singoli o multipli ascensori, che insieme alle scale mobili, rappresentano le soluzioni più diffuse.

Tra queste due condizioni estreme – dislivelli lievi su lunghe distanze e pendenze forti su brevi – si colloca una gamma di situazioni intermedie a cui, a seconda del carico di utenza, possono rispondere soluzioni di vario tipo. Ad esempio quando la distanza da coprire è breve viene utilizzato un mezzo a capienza e velocità ridotta, costituito da un ascensore inclinato come quello elettrico installato a Todi per coprire il percorso Porta Orvietana-Giardini Oberdan.

Foto di copertina © LetteraVentidue edizioni

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