07-08-2020 Chiara Brivio 5 minuti

Riapertura scuole: parte la caccia agli spazi (e alla loro valorizzazione)

Da Torino a Milano arrivano proposte in vista di settembre. A Roma si muove la società civile

«Fare spazio è una ‘cassetta degli attrezzi’ pensata per aiutare chi, in ogni istituto scolastico, sta oggi lavorando al difficile compito di ripartire in sicurezza»
Matteo Robiglio

Mancano meno di 40 giorni alla riapertura delle scuole, dopo uno stop di 7 mesi dovuto all’emergenza sanitaria. E, nella settimana in cui è stato firmato il protocollo di intesa sulla sicurezza tra il Governo Conte e i sindacati, in molte regioni e città italiane ancora ci si interroga su come avverrà il ritorno in aula in sicurezza per gli studenti e il personale scolastico. Così, dalle tre principali città italiane, arrivano in aiuto a presidi, amministrazioni e cittadini tre proposte concrete per cercare di garantire la riapertura mantenendo le misure di distanziamento sociale ed evitando il sovraffollamento delle aule (un problema italiano già pressante anche ante-Covid). 

Torino è la Fondazione Agnelli – da anni impegnata sul versante dell’analisi dell’edilizia scolastica in Italia, nonché motore di molti progetti pilota – a scendere in campo con il FULL – Future Urban Legacy Lab del Politecnico di Torino – che da tempo opera nel campo del riuso del patrimonio edilizio esistente per fini di interesse sociale –. A loro firma la guida pubblicata nei giorni scorsi, Fare spazio. Idee progettuali per riaprire le scuole in sicurezza; uno strumento pensato per presidi, direttori e amministratori scolastici che contiene strategie e proposte per l’utilizzo degli spazi vuoti all’interno dei singoli istituti. «Fare spazio è una ‘cassetta degli attrezzi’ – ha sottolineato Matteo Robiglio, coordinatore del FULL e uno degli autori dello studio – pensata per aiutare chi, in ogni istituto scolastico, sta oggi lavorando al difficile compito di ripartire in sicurezza». La guida si basa su un’analisi quantitativa di 3.200 edifici scolastici della Regione Piemonte, presa come campione rappresentativo dei circa 40mila presenti su tutto il territorio italiano, dalla quali sono emerse cinque tipologie diverse di strutture – blocco, corte, padiglioni, pettine e piastra – con altrettante “risorse” utilizzabili in termini di ambienti dedicati alla didattica. Dalle ricerche dei due team di architetti e ricercatori, guidati da Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, e da Matteo Robiglio, con il coordinamento di Caterina Barioglio, è emerso che solo il 28% delle superfici interne complessive degli istituti è occupato dalle aule, e che quindi ci sono ampi margini di manovra per impiegare, per esempio, il 23% composto da palestre, mense, laboratori, aule di musica e arti, grandi sale come auditorium e aula magna, come luoghi per le lezioni. Oltre ad un ulteriore 4% costituito da corridoi e atri, ai quali si vanno ad aggiungere gli spazi esteri, che possono essere organizzati per controllare i flussi di entrata da quelli di uscita. 14 le proposte totali presentate nel documento (9 per gli spazi interni e 5 per quelli esterni) che suggeriscono, tra gli altri, l’impiego di tende scorrevoli, pannelli divisori, ridistribuzione degli arredi, collegamenti da remoto per unire le classi, il tutto per ottimizzare gli spazi. Soluzioni proposte in un’ottica di fattibilità, contenimento dei costi e ottimizzazione delle risorse che sarà compito di ciascun istituto. 

Da Milano invece arriva la proposta di RRC Studio Architects di Romolo Calabrese che ha messo a punto il progetto #cantierescuola_ post covid-19 Milano – Nuovi spazi per la didattica. Una ricerca che presenta delle proposte concrete per l’utilizzo di spazi alternativi alle scuole, come cinema e teatri, per accomodare tutti gli studenti ed ovviare al problema del sovraffollamento delle classi. Come spiega Calabrese, «il nostro è uno studio a livello sociale, indipendente, pensato per creare un dibattito sul tema». I progettisti di RRC hanno così mappato le scuole di ogni grado del territorio meneghino, individuando successivamente i diversi cinema e teatri che, per vicinanza ai plessi scolastici e per conformazione, potessero ospitare parte delle lezioni. Obiettivo è quello di offrire alla comunità una ricerca che potesse permettere agli studenti e al personale di ritornare a scuola in sicurezza, utilizzando quei luoghi di cultura e spettacolo particolarmente colpiti dalla crisi sanitaria, e aiutandoli così a riprendere le loro attività. Tutti gli spazi “alternativi” individuati si trovano a 3/5 minuti di distanza da ciascuna scuola. Tra gli istituti analizzati figura anche il Liceo scientifico Alessandro Volta, uno dei più noti della città, nonché con un altissimo numero di iscritti (1190 fonte Miur), che, grazie all’utilizzo dei vicini teatri, potrebbe vedere ridotto del 50% il numero degli studenti presenti in sede a rotazione. «Se ci sarà tempo a settembre – chiosa Calabrese – presenteremo sicuramente questa ricerca anche al Comune».

Intanto è di questi giorni la notizia dell’assegnazione alla Bettiol Srl di Bolzano, a seguito della procedura negoziata aperta dall’Amministrazione, della gara per la fornitura e posa in opera di moduli temporanei destinati ad aule scolastiche e locali accessori, per l’importo complessivo di 2,6 milioni di euro. «Si tratta di spazi che si aggiungeranno a quelli a disposizione delle scuole per svolgere le attività in sicurezza. I plessi scolastici nei quali saranno installati i moduli “classe” temporanei sono stati individuati. La scelta della loro localizzazione – si legge in una nota del Comune – è stata complessa e ha dovuto tenere conto di diversi fattori: in primo luogo la necessità di reperire spazi nei plessi in cui sono in corso, o sono programmati, lavori edili che impattano sulla fruibilità degli edifici. In secondo luogo la possibilità di installare queste strutture nei pressi dell’edificio principale».

Infine, a Roma sono stati recentemente proclamati i vincitori del bando “Roma si progetta a scuola”, promosso dall’osservatorio Roma! Puoi dirlo forte di Tobia Zevi. Un concorso “dal basso” e su base volontaria rivolto a tutte le scuole primarie e secondarie della Capitale e sponsorizzato da Enterprise, il cui premio andrà a sostenere economicamente i progetti che meglio potranno contribuire a migliore il contesto scolastico. Cinque i vincitori, votati dagli utenti della piattaforma attraverso i canali social, con proposte che vanno dalla creazione di un teatro e un laboratorio, all’utilizzo della realtà virtuale e della stampa 3D a scuola a fini didattici, al riuso di ambienti abbandonati in un complesso scolastico per la realizzazione di uno spazio polivalente per i giovani. Il montepremi totale di 20mila euro sarà diviso tra i cinque vincitori.

Immagine di copertina da Fare Spazio @Fondazione Agnelli

 

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Chiara Brivio
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