29-03-2022 Valentina Iozzi | Fabrizio Di Ernesto 3 minuti

Porto-città, quando il mare è un driver per l’economia urbana

La sfida dell’approccio multidisciplinare alle caratteristiche della portualità

È stato ufficialmente presentato a Roma, presso il Cnr, “Dialoghi tra porto e città nell’epoca della globalizzazione. Per un approccio multidisciplinare alle sfide della portualità”: il tredicesimo volume della collana “Ricerca e Documentazione” realizzato dalla Fondazione Aldo Della Rocca.

Energia, economia circolare, resilienza, urbanizzazione, innovazione, digitalizzazione e industria 4.0 sono senza alcun dubbio i fronti aperti della portualità del futuro prossimo e non a caso sono le tematiche trattate dai tanti autori che hanno partecipato alle realizzazione del saggio.
Il volume approfondisce con approcci e prospettive nuove, la tematica delle città-porto con lo scopo di sollecitare un dibattito costruttivo capace di coinvolgere mondo accademico, policy maker e stakeholder sulle nuove sfide poste dal processo di globalizzazione economica al mondo della portualità e gli effetti da queste generate sulle comunità marittime. In questo contesto i bisogni di conoscenza sul futuro delle città-porto richiedono un approccio multidisciplinare con il fine di delineare sia gli aspetti propriamente teorici, sia quelli più pragmatici attraverso la presentazione di casi emblematici. Per attualizzare e proiettare nel futuro i temi affrontati, il volume termina con alcune domande poste a testimoni privilegiati, appartenenti al mondo della portualità e della ricerca.

Copertina del libro “Dialoghi tra porto e città nell’epoca della globalizzazione. Per un approccio multidisciplinare alle sfide della portualità”. Immagine tratta dal sito aracneeditrice.euLe curatrici del volume Barbara Bonciani, Luisa Bordato e Eleonora Giovene di Girasole, hanno strutturato il tutto prendono in esame quattro macro-temi di ricerca “Trasformazioni urbane, cultura e società”, “Governance, economia e responsabilità sociale”, “Innovazione tecnologica, sostenibilità e resilienza” e “Accoglienza, migrazioni e contaminazioni culturali” con un approccio multidisciplinare declinato su casi studio reali.

Tra luci e ombre, qual è il ruolo dei porti per lo sviluppo urbano? «Troppo spesso i porti non vengono ancora considerati un unico insieme con le città ma visti in modo isolato, come punti di un filo spinato. Un dialogo formale tra le parti c’è, ma in moltissimi casi è tra sordi» commenta Luisa Bordato, auspicando quindi lo sviluppo di un nuovo modello basato su accordi di partenariato.
Nel corso del dibattito è emerso anche come il rapporto tra il centro urbano ed il porto non sia sempre stato costante, ma sia invece evoluto nel tempo anche grazie ad attività economiche che partite dai moli si sono allargate arrivando ad incidere sulla vita sociale della comunità senza però andare ad influire sul tessuto urbano generando così la necessità da parte degli amministratori locali di andare a recuperare quei luoghi che possono essere restituiti alla collettività, anche a livello di patrimonio architettonico.

Gli addetti ai lavori hano evidenziato che all’estero, nel corso degli anni molte città si sono trasformate anche intorno al porto attraverso l’integrazione di attività proprie e economie legate all’attività marittima grazie a startup che vengono accolte dagli spazi e dagli edifici, che fungono da cerniere tra porti e città.
In generale la pubblicazione si pone l’obiettivo di risolvere il conflitto tra il mondo portuale e quello cittadino cercando di aprire un dialogo tra le parti anche alla luce delle opportunità reciproche che si possono offrire evidenziando l’impatto urbanistico che ne può scaturire; il tutto partendo dal presupposto che i porti rappresentano ecosistemi complessi e devono essere efficienti ed economicamente sostenibili e devono integrarsi con i centri urbani fungendo anche da motore trainante a questo, con effetti diretti sullo sviluppo di queste aree che avranno a seguire ricadute ampie su tutto il territorio e la comunità.

 

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