Peluffo su Futura: grande rivincita per i giovani, coinvolgere il territorio sulle scelte

16-01-2023 Paola Pierotti 3 minuti

Il punto dell’architetto ligure sul maxi-concorso per le scuole. «Era doveroso impegnarsi, per fretta il nuovo Codice non stravolga l’iniziativa»

Abbiamo individuato nei vari territori colleghi giovani che stimiamo con i quali collaborare e ci siamo impegnati su un numero complessivo che ci ha portato ad essere selezionati nel 50% delle candidature di prima fase
Gianluca Peluffo

Secondo le graduatorie provvisorie del concorso Futura, lo studio Peluffo&Partners con Arx Architettura e Andrea Parisella è al primo posto per tre scuole, nei Comuni di Chianciano Terme, Firenze e Pelago. Un traguardo importante che l’architetto Gianluca Peluffo commenta facendo un punto sul valore di questa iniziativa quasi arrivata al traguardo, e sul sistema dei concorsi.

«Primo aspetto importante è quello che tra le centinaia di nomi fra vincitori e selezionati sembrano figurare molti giovani di valore, mentre i “soliti noti” del panorama architettonico ed edilizio italiano sono molto poco presenti». Peluffo mette in evidenza questa nota anche in riferimento al recente bilancio di thebrief sull’andamento del mercato nel 2022 e ai dati evinti dalle classifiche per fatturato. Elenca alcuni nomi come Sossio De Vita, Andrea Tabocchini, Amaa, Michela Ekström (in team con Studio Faraone), Arx tra gli altri. «Loro sono il futuro, giovani con esperienze di alto livello all’estero e in Italia su cui puntare» il commento.

«Non sappiamo se gli studi più noti siano stati dissuasi dalle tempistiche e dalle parcelle piuttosto limitate, o, se figurando nella commissione che ha identificato le linee guida – ha commentato l’architetto ligure – i più abbiano elegantemente rinunciato, o se, non trattandosi di incarichi diretti, ma di concorsi con giurie poco identificabili, abbiamo evitato il confronto».

Peluffo, con l’occasione di questo concorso, si sofferma oltre che sull’evidenza di «giovani e piccoli che con questa occasione costruiranno», anche «sulla questione delle giurie – dice – che è un serpente che si morde la coda: come garantirne la qualità se composte non da nomi conosciuti e non da tecnici locali? L’unica maniera è innalzare esponenzialmente il numero dei concorsi pubblici».

E per i prossimi passi? «Non sappiamo se con il nuovo Codice dei contratti che nella configurazione attuale potrà umiliare l’architettura di qualità – come anticipato in un articolo su thebrief, in un’intervista a Mario Avagnina a fine ottobre – eliminando la progettazione definitiva, aumenteranno i concorsi di affidamento di studi di fattibilità, o se questi incarichi saranno in gran parte gestiti con incarichi diretti. Vedremo; la procedura delle scuole, per fortuna, era ancora legata al Codice precedente. Speriamo che per fretta non venga stravolta, accogliendo la sciaguratezza del nuovo sistema». Il tema rimane caldo e richiama alla memoria il flop del precedente concorso sulle scuole innovative, in quel caso la procedura era stata frenata di fatto dalla difficoltà da parte delle Pa di affidare ai vincitori le successive fasi della progettazione, con la conseguenza che – nei migliori di casi quando il progetto non è rimasto fermo nel cassetto – nelle diverse fasi della progettazione si sono alternati studi che avevano vinto con il progetto e altri che si sono alleati con l’impresa per portare a segno l’opera.

Nonostante alcuni elementi di debolezza – l’avvio con linee guida non prescrittive che di fatto richiamavano temi già conosciuti, la procedura partita in salita in estate con una documentazione non completa per alcune Pa, l’impegno richiesto a fronte di rimborsi spesa minimi – alcuni studi come quello guidato da Peluffo hanno comunque creduto nell’iniziativa Futura. Perché? «Il concorso delle scuole riguardava un tema fondamentale per l’architettura intesa come impegno civile e amore per il proprio Paese. Era quindi eticamente doveroso impegnarsi.


Abbiamo selezionato le occasioni rispetto a una dimensione minima e massima di importo lavori (nel nostro caso una forchetta fra i 5 e i 10 milioni di euro), per sensatezza, requisiti e strategia.


Ad esempio, per motivi di affinità e di esperienze, abbiamo evitato Lombardia, Emilia-Romagna e Trentino, per concentrarci soprattutto su Italia Centrale e Sud. Abbiamo individuato nei vari territori – racconta Peluffo – colleghi giovani che stimiamo con i quali collaborare e ci siamo impegnati su un numero complessivo che ci ha portato ad essere selezionati nel 50% delle candidature di prima fase».

In seconda fase Peluffo&Partners si è aggiudicato tre scuole, in via provvisoria, è secondo in due e terzo in una. «Se tutto andrà bene – il commento – cercheremo un confronto immediato con le amministrazioni, sia a livello tecnico, che di appartenenza al luogo, che di approccio didattico.

La necessità di completare lo studio di fattibilità speriamo possa limitare la principale problematica di questo concorso, ovvero la totale esclusione del territorio coinvolto nelle scelte dei progetti. Davvero un grosso limite in un Paese come il nostro che fa della complessità e specificità delle città medie e piccole e delle loro realtà umane e paesaggistiche, la sua più straordinaria ricchezza».

In copertina: Nuovo complesso scolastico di Centrale – Grumolo Pedemonte, Zugliano (Vicenza, Italia). Progetto di Gianluca Peluffo con Diego Peruzzo, Sandro Cavaleri e 5piu1 © Preto Loris

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Paola Pierotti
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