17-09-2021 Redazione 3 minuti

Parallel Lines, un racconto fotografico sulle aree dismesse lungo l’anello ferroviario di Roma

Il progetto firmato da Luigi Filetici è in mostra negli spazi del Mattatoio

FS Sistemi Urbani, come un “sarto urbanista”, è impegnata in un processo di ricucitura urbana tra zone della città precedentemente separate dall’infrastruttura ferroviaria, con l’obiettivo di riqualificarle e collegarle tra loro attraverso il percorso ciclopedonale dell’Anello Verde.
Umberto Lebruto

Parallel Lines. Questo il titolo del progetto fotografico firmato Luigi Filetici, raccolto in una mostra organizzata dal Gruppo FS Italiane in collaborazione con Roma Capitale e Azienda Speciale Palaexpo: un percorso caratterizzato da luoghi storici, spazi incompleti e chiusi, visibili dallo scompartimento del treno, che attraversano la città. Uno sguardo sulle aree dismesse lungo l’anello ferroviario di Roma. Una mostra che parla di città, che raccoglie con un unico sguardo luoghi che hanno oggi un aspetto, parlano la grammatica degli spazi industriali, e presto diventeranno altro, intrecciandosi di nuovo con la città e creando, con i quartieri che li circondano, nuovi dialoghi e nuovi scenari urbani: una mostra-manifesto con cui il Gruppo FS condivide con i cittadini romani l’impegno nella riqualificazione delle aree ferroviarie dismesse nel territorio della Capitale.

Il lavoro prende spunto dal Verbale d’Intesa firmato da Roma Capitale, FS Sistemi Urbani e Rete Ferroviaria Italiana, società del Gruppo FS Italiane che ha come obiettivo lo sviluppo del sistema metro-ferroviario e la rigenerazione urbana delle aree ferroviarie dismesse della Capitale.

La mostra Parallel Lines. Cortesia FS Sistemi Urbani«Roma e le ferrovie formano storicamente un binomio inscindibile, tanto che la città è tuttora il fulcro delle attvità del Gruppo FS Italiane sia come principale snodo ferroviario italiano, sia come sede dell’Headquarter aziendale. Il ruolo che ha ricoperto la cttà nell’evoluzione ferroviaria del nostro Paese è visibile nella molteplicità di linee che la percorrono, sia ad Alta Velocità che tradizionali, e che si diramano verso le vicine province e la circondano con l’anello ferroviario. Nei diversi ambiti ferroviari, fin dagli inizi delle attvità trasportistiche, hanno trovato spazio nel territorio comunale grandi strutture per consentire il ricovero dei rotabili, lo svolgimento delle attività di manutenzione, lo stazionamento di merci e materiali e l’organizzazione degli uffici». Umberto Lebruto, Ad di FS Sistemi Urbani spiega il contesto in cui si inserisce il racconto fotografico citando il piano per la “cura del ferro” avviato a Roma. «FS Sistemi Urbani, come un “sarto urbanista”, è impegnata in un processo di ricucitura urbana tra zone della città precedentemente separate dall’infrastruttura ferroviaria, con l’obiettivo di riqualificarle e collegarle tra loro attraverso il percorso ciclopedonale dell’Anello Verde. Quest’ultimo permetterà anche di raggiungere alcuni tra i principali parchi della città come quello della Caffarella, degli Acquedotti, dell’Appia Antica e la Tenuta di Tor Marancia».

Fotografie e video narrano, in una visione d’insieme, le architetture contemporanee e quelle del passato, dando vita ad una ricerca visiva che analizza il territorio in trasformazione: dall’area della stazione Tiburtina a quella di Tuscolana, dalla stazione Trastevere a Ostiense, da nord a sud, come una scansione degli spazi attuali che, dopo la trasformazione, non saranno più visibili.


La mostra fotografica è allestita fino al 23 settembre 2021 presso il Padiglione 9A del complesso architettonico del Mattatoio (Piazza Orazio Giustiniani 4, a Roma).


«Queste fotografie – ha commentato Luca Montuori, assessore all’Urbanistica di Roma Capitale – aprono una discussione su queste aree come parte di un tema urbano complesso, ci trasportano, come ci trasporta il treno, in un luogo inverso, visibile solo dalla cabina del macchinista, ci permettono di scoprire edifici futuristi, di nobilitare i retri degli edifici rivelando la vita intima delle case, di percepire l’estensione di spazi inusuali. È lo sguardo distratto del quotidiano che diventa parte di una percezione che guarda al destino della città attraverso i suoi spazi inutilizzati definendone uno statuto estetico che va al di là del dato tecnicistico con cui sono spesso stati catalogati e offrendoli a un ruolo nuovo in un futuro ormai prossimo».

In copertina: la mostra Parallel Lines di Luigi Filetici ©Luigi Filetici

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