17-03-2020 Paola Pierotti 3 minuti

Onsitestudio e Baukuh, due italiani scelti da Domus tra le 50 firme dell’architettura emergente

Scouting tra le nuove generazioni. Il DNA: creatività, coerenza, visibilità e determinazione

"Sono 50 piccole temerarie scommesse con la storia. Confidiamo che queste scommesse possano contribuire a una riflessione critica sull’architettura contemporanea e sul suo ruolo"
Vittorio Magnago Lampugnani

Domus 50 Best architecture firms 2020. Con Domus di marzo è uscita anche una guida speciale dedicata alle nuove generazioni di architetti. Domus conferma così per il secondo anno consecutivo l’attività di scouting dedicata agli studi di architettura di tutto il mondo.

Nel 2019 era uscita la pubblicazione 100+ Best architecture firms, quest’anno l’iniziativa editoriale adotta una prospettiva diversa e invece di canonizzare i cento studi più importanti al mondo, la ricerca si focalizza sui cinquanta studi di architettura emergenti, più creativi, interessanti e promettenti. Valutazione a cura di cinque gli esperti di fama internazionale – Wowo Ding, Luis Fernández-Galiano, Lesley Lokko, Rahul Mehrotra e Sarah M. Whiting – appartenenti a diverse aree geografiche e accomunati da un’eccezionale cultura architettonica.

A presiedere il comitato scientifico e coordinare la ricerca, sotto la direzione editoriale di Walter Mariotti, l’architetto italiano Vittorio Magnago Lampugnani che guidò Domus dal 1992 al 1996 e che nel suo saggio d’apertura sintetizza il lavoro: “sono 50 piccole temerarie scommesse con la storia. Confidiamo che queste scommesse possano contribuire a una riflessione critica sull’architettura contemporanea e sul suo ruolo: su ciò che le nostre case e le nostre città possono e debbono fare per rappresentare, ma soprattutto per migliorare, un mondo la cui drammatica fragilità non ci è più possibile eludere”.

“Le nuove generazioni, gli studi che affrontano problemi sociali e costruttivi impiegando nuovi paradigmi per cambiare una realtà negativa attraverso i loro progetti. Al giorno d’oggi – scrive Wowo Ding – il tema più critico è quello urbano, specialmente nei territori in fase di rapida urbanizzazione in Asia e Cina. Alcuni tra gli architetti che abbiamo scelto si concentrano su vecchie aree residenziali ad alta densità e povere di infrastrutture. Intervengono su scale diverse per creare una vita migliore per i cittadini, indipendentemente dalle dimensioni del progetto. Altri lavorano nelle aree rurali per promuovere il processo di sviluppo dei villaggi a livello sociale, economico e politico, integrando la tecnologia moderna con i metodi di costruzione tradizionali locali. Condivido pienamente le loro preoccupazioni per l’habitat degli insediamenti umani e la loro comprensione delle aspirazioni sociali, comunitarie e individuali. Ammiro i loro metodi intelligenti e i risultati finali”.

Due soli gli italiani selezionati: Onsitestudio e Baukuh. Firma dell’hotel in piazza Duca d’Aosta a Milano e della riqualificazione dell’ex Ansaldo diventato poi BASE, Onsitestudio – guidato da Angelo Lunati e Giancarlo Floridi (1973) – ha progettato più recentemente il Mapei Training Centre (2019) a Sassuolo. Il secondo studio citato nella guida è quello fondato nel 2004 da sei soci – Paolo Carpi (Brescia, 1974), Silvia Lupi (La Spezia, 1973), Vittorio Pizzigoni (Bergamo, 1975), Giacomo Summa (Busalla, 1976), Pier Paolo Tamburelli (Tortona, 1976) e Andrea Zanderigo (Verona, 1974) – che si è distinto per un impegno nei progetti e nella ricerca, considerando anche il lavoro editoriale con la rivista San Rocco. Tra i progetti più noti la Casa della Memoria a Milano.

All’interno della guida non ci sono voti né classifiche, ma un ricco panel di informazioni che permette al lettore di conoscere puntualmente le cinquanta realtà prescelte e alcuni dei loro progetti che hanno superato la selezione del comitato scientifico in base all’innovazione, all’attenzione per la sostenibilità e alla sensibilità architettonica dimostrata.  “Con la consapevolezza dell’eccezionale ruolo di critica che con Domus esercitiamo da oltre novant’anni – commenta Walter Mariotti, direttore editoriale del sistema Domus – questo volume prova anche a riequilibrare il rapporto tra passione e interesse nel mondo dell’architettura e del design. Grazie a un comitato scientifico di caratura globale proviamo a mostrare che il misurato calcolo degli interessi, e quindi dell’essere interessanti, può scaturire solo dalle passioni, che alcuni hanno definito “il pensiero del cuore””. Un manifesto che guarda al futuro della comunità professionale.

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Paola Pierotti
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