27-08-2020 Chiara Brivio 2 minuti

Mad Architects a Los Angeles: taglio del nastro per la Gardenhouse

Completato il primo progetto dello studio cinese negli Usa

«Un luogo per metà urbano e per metà naturale, che possa offrire un’interessate risposta a Beverly Hills, quartiere noto per la sua organizzazione e manutenzione e che ora avrà un nuovo abitante, divertente e simpatico»
Ma Yansong

Quali prospettive e valori si possono portare in un nuovo intervento immobiliare a Los Angeles? Quale architettura? La risposta di Ma Yansong, fondatore di Mad Architects, è stata «una collina nel contesto urbano, dove le persone possano vivere come in un piccolo villaggio. Un luogo per metà urbano e per metà naturale, che possa offrire un’interessate risposta a Beverly Hills, quartiere noto per la sua organizzazione e manutenzione e che ora avrà un nuovo abitante, divertente e simpatico». Questo è il concept della Gardenhouse, il primo progetto recentemente completato dallo studio cinese in uno dei quartieri più noti ed esclusivi degli Stati Uniti: Beverly Hills a Los Angeles.

Un cantiere partito nel 2013 e arrivato a compimento nei giorni scorsi per un “villaggio sulla collina” di quasi 5mila mq, caratterizzato da una parete verde verticale che, quando sarà terminata, sarà una delle “pareti viventi” più estese del paese. Destinazione d’uso mista: 18 sono infatti le residenze costruite al di sopra degli spazi commerciali posti sul piano strada. Bianco e verde i colori dominanti, con le facciate bianche, i tetti a due falde, e le finestre irregolari che ‘spuntano’ dalla vegetazione che ricopre le pareti dell’edificio. Ma l’attenzione maggiore è stata sicuramente dedicata alla scelta delle piante per la parete verticale: piante grasse e rampicanti, vegetali nativi, abituati al clima caldo e secco di Los Angeles e che quindi necessitano di poca irrigazione e manutenzione. 

Le 18 residenze saranno suddivise in 4 tipologie: due monolocali, otto condomini, tre villette a schiera e cinque ville, tutte con ingresso indipendente. Al centro, aperta sugli appartamenti, un’ampia corte centrale pensata come uno spazio comune per la comunità. Un “giardino segreto”, lo definiscono dallo studio, che, se da una parte proteggerà la privacy e la tranquillità degli abitanti del complesso, dall’altra ne fa un punto di incontro e di socialità, come se fosse un “piccolo villaggio”. Attraverso una determinata disposizione della luce e dei suoni – esempio quello dell’acqua che scorre –, gli architetti hanno voluto fornire una sensazione quasi surreale di immersione in una caverna scavata nella collina, completamente distaccata dalla realtà urbana della città, pur essendone parte integrante, e vicino alla natura. Un’esperienza di armoniosità tra i due elementi, molto cara alla tradizione culturale cinese.

L’architettura dell’edificio, inoltre, si pone in antitesi allo stereotipo degli ambienti residenziali a “cubicolo”, tipici delle città ad alta densità abitativa in tutto il mondo, rendendolo ancor più un luogo di esclusività nel quartiere più iconico degli Stati Uniti.

Immagine di copertina @Darren Bradley

 

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Chiara Brivio
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