16-04-2020 3 minuti

Le città più care al mondo? Roma e Milano a metà classifica

Ripensare la resilienza. Ecco il rapporto Arcadis con i dati dell’International Construction Cost Index 2020

"Se io oggi dovessi scommettere sulla città del futuro, scommetterei su Roma"

Stefano Boeri

Come ogni anno Arcadis pubblica il suo report International Construction Cost Index 2020 (ICC), una panoramica e un approfondimento sui fattori che influenzano il mercato delle costruzioni con un’indicizzazione commensurata ai costi di costruzione nel mondo. Mercato che quest’anno si trova a fronteggiare l’emergenza del Covid-19; da qui il titolo del rapporto “Ripensando la resilienza”.

Il report mette a confronto ed esamina i costi di costruzioni in 100 grandi città del mondo. Londra, New York e Hong Kong le più care, mentre spostandoci in Asia ne troviamo dieci tra le meno costose. La maggior parte in Cina e una è la stessa Wuhan. A metà classifica due italiane, Roma e Milano, rispettivamente quarantottesima e quarantanovesima. Due città sulle quali l’architetto Stefano Boeri si è recentemente concentrato osservando che “oggi Milano è bloccatissima. Sono fiero di questa città – commenta – stiamo passando un momento difficilissimo dovuto anche al sistema ospedaliero, molto forte e molto debole al contempo. Non abbiamo avuto il filtro dei laboratori di quartiere, dei medici di base, che in altri luoghi ha aiutato. Oggi Milano è chiusa in se stessa, pur dando una prova di generosità verso le fasce più fragili. Sono orgoglioso di vivere a Milano, con un particolare senso di partecipazione – ha dichiarato – ma se io oggi dovessi scommettere sulla città del futuro, scommetterei su Roma. Nonostante tutto, è il futuro, ci sono le città del mondo e c’è Roma che gioca un campionato a sé. Roma è il mondo per la sua estensione sul territorio, è fatta di parti compatte dove emerge la storia, con l’agricoltura e un sistema di zootecnia dentro l’area metropolitana, è la bio-città, la bio-metropoli più bella del mondo”.

L’indagine annuale e la classifica di Arcadis valutano i costi di costruzione prendendo in esame le venti tipologie di edifici più diffuse. Si analizza il mercato locale mettendolo a confronto con quello globale, grazie anche al sistema di dati messi a disposizione dalle realtà economiche e professionali del territorio.

L’indice però non fornisce solo un elenco comparativo, ma approfondisce anche i nuovi trend emergenti legati al cambiamento climatico.

Doppia sfida dunque quest’anno: la pandemia Covid-19 e come questa influenzerà le città di domani e il constante avanzamento dei cambiamenti climatici. Si va verso progetti edilizi “resilienti”, puntando inoltre ad un futuro a 0 emissioni di CO2. Per ogni processo di costruzione ci sono infatti quasi il 12% delle emissioni globali di carbonio, a causa dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento degli edifici.

La prova che il mondo si sta trovando a fronteggiare in queste settimane è vista anche come un’opportunità, per cercare nuove forme di sviluppo e gestione nelle città.

Un processo che era in atto già da tempo, come commenta Carlo Masseroli City Executive di Arcadis Italia “Il COVID 19 sta stimolando la ricerca di nuove forme di resilienza nello sviluppo e nella gestione delle nostre città fine di salvaguardare la salute pubblica e i servizi essenziali e sostenere il sistema economico. La pandemia ha enormemente accelerato questa sfida che era già in atto. Quello che c’è in gioco è innanzitutto la forma delle relazioni tra le persone che è esattamente il fattore per il quale le città sono nate ed esistono: senza relazioni non c’è città. Forme, dimensioni, materiali, tecnologie di alloggi, uffici, negozi, spazi comuni si evolveranno. È possibile che sistemi prefabbricati e industrializzati possano aiutare a ridurre costi ed incrementare flessibilità e velocità di realizzazione”.

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