La seconda vita del padiglione Mvrdv, icona dell’Expo di Hannover 2000

11-07-2020 Paola Pierotti 3 minuti

Valorizzazione immobiliare della struttura per conto di iLive Expo Campus. Coworking, alloggi per studenti, uffici e parcheggio con area food e servizi

Il progetto prevede la riconversione del padiglione espositivo (6.300 mq) in un edificio per uffici, con spazi per il co-working, a cui saranno aggiunti due nuovi edifici (per altri 18.900 mq) destinati ad alloggi per studenti (370 appartamenti) a uffici e parcheggio.

Sono passati vent’anni e lo studio Mvrdv ha svelato in questi giorni il concept che ridarà finalmente una seconda vita ad uno dei progetti che ha segnato l’avvio dell’attività del team, il padiglione olandese al World Expo 2000 ad Hannover. La trasformazione convertirà quello che era un padiglione espositivo (6.300 mq di superficie) in un edificio per uffici, con spazi per il co-working, a cui saranno aggiunti due nuovi edifici (per altri 18.900 mq) destinati ad alloggi per studenti (370 appartamenti) ma anche a uffici serviti da un parcheggio.

Rimane invariato l’identikit del progetto, inclusa la foresta al terzo piano che ha reso il padiglione un'icona dell'Expo 2000, il design sarà sempre a cura dello studio Mvrdv e per i nuovi edifici collaborareanno gli architetti dello studio AI+P Planungs GmbH. L’edificio, l'Expo Pavilion 2.0 diventerà quindi un luogo dove lavorare, stando sulle dune o nella foresta o ancora seduti tra grandi vasi. Un esempio concreto di come gli edifici possono essere effettivamente progettati, adattandosi nel futuro.

Il progetto di Mvrdv dava una risposta puntuale all’Esposizione dedicata al tema "Holland Creates Space". E invece di occupare l'intero sito, gli architetti avevano scelto di proporre sei paesaggi tipici olandesi, accatastati in un’unica struttura a torre, lasciando il resto dell'area usufruibile come spazio all'aperto.

Appena costruita, quest’architettura aveva rubato la scena: per un Paese definito dalla sua mancanza di terra, il padiglione era riuscito a trasmettere un messaggio liberatorio dove la natura poteva essere creata artificialmente e accatastata verticalmente. Ecco che il padiglione olandese di Hannover era diventato un riferimento chiave per la progettazione sostenibile, rappresentando l'ideale di un edificio come ecosistema autonomo, incorporando la natura e anticipando di fatto il tema dell’economia circolare.

Nella sua seconda vita, l’edificio manterrà il concetto di "paesaggio accatastato". Il piano, che originariamente ospitava una griglia di serre, manterrà il suo rigoroso layout e sarà utilizzato come ufficio, mentre gli spazi del secondo piano – originariamente usati come fioriere – saranno vetrati e convertiti in sale riunioni e spazi per uffici. Rimarrà invariato il piano con la foresta e le scale esterne; le "dune" al piano terra saranno conservate come punto d'incontro con piccoli caffè e aree espositive, e la struttura sul tetto che un tempo ospitava un ristorante continuerà ad accogliere ancora un’area food, veloce e informale.

I due nuovi edifici vengono aggiunti al perimetro del sito. Le coperture a gradonate daranno vita ad una serie di terrazze colorate e accessibili con diverse funzioni: ci saranno dei giardini, ma anche spazi con attrezzature sportive o aree per lo studio o attrezzabili come cinema all’aperto. Le terrazze saranno collegate tra loro da una superficie colorata che si estende come un nastro sui nuovi volumi, definendo i diversi usi e spazi. Dove necessarie, sono previste nuove facciate per racchiudere il padiglione, ma per mantenere il carattere aperto e trasparente del design si sceglierà rigorosamente il vetro ad alta trasparenza.

Negli anni sono falliti i ripetuti tentativi di valorizzazione dell’edificio ma ora, con l'espandersi della città, l'area che una volta era ai margini sta via via diventando più attrattiva e popolata, rendendo possibili nuovi sviluppi.

La struttura è rimasta esposta agli eventi atmosferici per 20 anni, ma la città di Hannover ha svolto un ruolo di supporto fondamentale nel mantenere il padiglione come una delle poche strutture chiave rimanenti dell'Expo mondiale.

Il committente del nuovo intervento? iLive Expo Campus, una joint venture costituita tra lo sviluppatore immobiliare Die Wohnkompanie Nord e lo sviluppatore e operatore di micro-appartamenti iLive.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Paola Pierotti
Articoli Correlati
  • Ingegneri e architetti: “Con l’ultima stretta sul Superbonus addio ricostruzione post-sisma”

  • Come attuare la direttiva case green?

  • Lap Architettura, dal sisma de L’Aquila alla progettazione partecipata

  • Donne e architettura, tra pregiudizi e conquiste