04-08-2021 Chiara Brivio 4 minuti

Ex macello di Milano, la prima area carbon neutral della città

Nel quartiere Calvairate, vince Aria, il progetto di Redo sgr: 150mila quadrati, il nuovo Ied, il distretto dedicato alla divulgazione scientifica e abitazioni in edilizia low cost

Nel progetto vincitore c’è molto di tradizione e di innovazione per un quartiere che offrirà delle opportunità anche ai quartieri limitrofi, e che aiuterà la nostra Milano ad essere più accogliente
Pierfrancesco Maran

Tradizione e innovazione, integrazione di funzioni, verde e sostenibilità. Questo l’identikit del progetto che ha vinto il bando di Reinventing Cities per l’area dell’ex Macello di MilanoAria, questo il nome del masterplan ,avrà l’arduo compito di andare a rigenerare un’ampia parte del quartiere di Calvairate, nel quadrante sud-est della città, da tempo abbandonata e che oggi giace in stato di degrado. Circa 150mila i metri quadrati totali, un’area vastissima divisa in due da viale Lombroso, che comprende anche esempi di edifici di archeologia industriale sotto tutela della Sovrintendenza. 

©Wolf visualizing architectureSecondo i piani, qui sorgeranno il nuovo Campus internazionale dello Ied (Istituto europeo di design), il Pod (Point of disclosure), distretto dedicato alla divulgazione scientifica, 1.200 abitazioni in edilizia residenziale convenzionata (con prezzi sotto i 2.500 euro al metro quadrato), una parte di alloggi in edilizia libera, oltre ad altre funzioni dedicate al retail, uffici, piazze e spazi pubblici. Un altro punto di forza dell’intervento è che mira a diventare la prima area carbon neutral della città. E, data la complessità del progetto, è stato un nutrito team interdisciplinare ad essersi aggiudicato la competizione indetta dall’Amministrazione comunale con C40, che comprende attori del calibro di Redo sgr con Deltaecopolis, Ccl, lo stesso Ied, Ca Ventures e E.On, con progetto a firma di Snøhetta, Barreca & La Varra, Stantec, Cza Cino Zucchi per il campus dello Ied, e ancora Chapman Taylor, Mpartner, Fondazione Housing Sociale, MIC Mobility-in-Chain,The Fab Labe l’artista Edoardo Tresoldi, che qui avrà anche un suo laboratorio.

«Nel progetto vincitore c’è molto di tradizione e di innovazione – ha dichiarato Pierfrancesco Maran, assessore all’Urbanistica, Agricoltura e Verde del Comune di Milano, intervenuto alla presentazione del progetto alla cittadinanza negli spazi dell’ex Macello – per un quartiere che offrirà delle opportunità anche ai quartieri limitrofi, e che aiuterà la nostra Milano ad essere più accogliente». Ed è proprio l’accoglienza e l’aspetto comunitario del progetto quello messo in luce da CCL e Deltaecopolis, che l’hanno definito «un pezzo di città che è anche comunità in carne e ossa, non solo architettura», facendo riferimento agli alloggi di housing sociale che verranno costruiti. 


Lato architettonico, sono il verde e la sostenibilità i due driver su cui porta il progetto.


Dai 30mila metri quadrati di edifici preesistenti che verranno recuperati, all’utilizzo di materiali e tecnologie innovative fino alla creazione di una vera e propria Fabbrica dell’aria, che andrà a purificare tutti gli spazi dell’area. «Sono stati 3 gli aspetti su cui il team ha lavorato – spiega Gianandrea Barreca dello studio Barreca & La Varra –. Primo quello dimensionale: il principio insediativo, infatti si basa sull’integrazione dei bordi, lasciando al centro il cuore pulsante rappresentato da questi due grandi edifici di archeologia industriale. Costruire sui bordi significa saldare un pezzo di città e portare volumi su un limite della città che oggi è obsoleto e muto. Poi c’è il tema della relazione tra il vecchio e il nuovo – prosegue –, tra questi edifici eccezionali dalle dimensioni particolarissime che da soli sono persi, ma che insieme rappresentano uno spazio industriale incredibile» prosegue. Terzo tema, l’ambiente, «Quest’area è stata designata anche all’interno del nuovo Pgt come strategica per l’implementazione di un corridoio ecologico che arriva fino al Lambro. Qui avremo l’opportunità di ricostruire un prototipo di giardino milanese come parco, che sarà a beneficio di tutto il quartiere. Sarà un esempio di simbiosi tra architettura e natura, tra città e paesaggio» conclude il progettista.

Gli fa eco Cino Zucchi, che ha invece firmato la porzione di masterplan relativa al campus dello Ied. «È un progetto semplicissimo – spiega l’architetto – che prevede il riuso dei due capannoni contigui dei quali uno oggi verte in uno stato di minore degrado. Per l’altro prevediamo di scavare dentro una corte verde, togliendo una campata». E sulla divisione degli spazi, Zucchi aggiunge: «Gli spazi saranno fluidi. Sempre più vediamo che gli studenti lavorano tra loro con i computer, non solo nei laboratori o durante le lezioni frontali. Abbiamo così previsto degli spazi interstiziali di modo che possano lavorare insieme». 

Aria, le cui procedure amministrative, secondo Maran, inizieranno in autunno, è anche l’ultimo tassello del puzzle che va a comporre il mosaico che compone le nuove infrastrutture delle Olimpiadi del 2026. Comprende infatti tutta l’area a nord di Porta Romana, dove sorgerà il nuovo Villaggio Olimpico.

Immagine di copertina: ©Wolf visualizing architecture

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Chiara Brivio
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