L’Eur si tinge di verde. Il quartiere della Nuvola punta sul valore economico dei benefici ambientali

03-01-2022 Chiara Brivio 4 minuti

Il 52% sono spazi pubblici, il 30% di questi sono parchi. Gli scenari futuri dalla ricerca con Nomisma

Settanta ettari di parchi e giardini, un lago, il polo congressuale della Nuvola di Fuksas, il Palazzo dei congressi e il Palasport. Sono questi alcuni dati e immagini che raccontano il distretto dell’Eur, iconico quartiere razionalista di Roma dall’alto valore storico-architettonico, nonché ambientale, che accoglie oltre 24mila impiegati e 9.800 residenti, in uno dei quartieri più verdi della Capitale. 

Come valorizzare quindi questo patrimonio? E quale può essere il contributo di questa zona della città, così ricca di biodiversità, alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico, al contrasto alle isole di calore e nella riduzione dell’inquinamento? 

Alcuni passi in questa direzione sono già stati fatti, come racconta Alberto Sasso, da 3 anni ai vertici di Eur Spa, la società di gestione e sviluppo immobiliare del distretto nel rispetto del vincolo di tutela. «Nei tre anni di presidenza ho orientato Eur Spa al perfezionamento degli standard Esg come qualificanti per la gestione degli investimenti  nel settore immobiliare ed ambientale sul patrimonio storico ambientale dell’Eur, attraverso la valorizzazione del verde, del personale e la riqualificazione energetica e progetti di ricerca che possano creare un “effetto sistema” sull’intera area dell’Eur attraendo investitori». 

Laghetto dell'euro. Ph. ©thedarkpassenger via Flickr

Per continuare su questa strada, i vertici di Eur hanno commissionato a Nomisma una ricerca sul valore ambientale del distretto e sulla valutazione di suoi effetti ambientali ed ecosistemici, con l’obiettivo di «avere uno strumento fondamentale di analisi e strategia progettuale dei fattori Esg – spiega ancora il presidente – al fine di dialogare con i nostri azionisti (Mef e Comune di Roma Capitale), gli stakeholder, i futuri investitori e gli abitanti, per creare una percezione più matura del ‘valore’ ed affinare i nostri strumenti di gestione immobiliare anche rispetto al nostro importante polo congressuale internazionale». 

E se, prosegue Sasso, «tra le strategie di resilienza certamente vi sono le progettualità che modificano radicalmente l’ambiente urbano e costruito attraverso l’uso delle infrastrutture verdi (parchi), blu (gestione delle acque) e l’uso delle superfici permeabili. In tale senso l’Eur è già un posto unico nel suo genere in cui tra gli anni ‘30 e ‘50 sono stati mantenuti straordinari standard urbanistici con oltre il 52% di superficie dedicata a spazi pubblici di cui il 30% (130 ettari su 430) sono occupati da bellissimi parchi, superfici drenanti e dal lago», dall’analisi dell’istituto di Bologna emerge che l’Eur è percepito come una “città nella città”, grazie al suo patrimonio storico-architettonico, particolarmente apprezzata dai residenti del cosiddetto “Pentagono”, grazie agli elementi naturali e al sistema Parchi. E i residenti, che rappresentano il 70% dei fruitori dei parchi, uniti a pendolari e visitatori dai municipi di Roma Sud, portano a 665mila unità su base annua le persone che frequentano, occasionalmente o meno (sono 165mila quelli settimanali), gli spazi del quartiere e in modo particolare il lago. Da notare che, dalle interviste condotte sui pendolari, risulta che il verde dell’Eur “incide positivamente sul loro umore e sulla produttività, oltre che garantire una migliore qualità dell’aria, una temperatura più mite e un maggiore silenzio”. Un punto da non sottovalutare se letto nel contesto del potenziale benessere e della qualità della vita che una città può offrire.

Non trascurabile nemmeno l’impatto economico che gli oltre 600mila visitatori generano, e che si stima si aggiri sui 163 milioni di euro. E sempre in termini di valutazioni economiche, il “valore economico dei benefici ambientali” dei parchi dell’Eur si quantifica tra i 3,9 e i 13,5 milioni di euro all’anno, con un valore medio plausibile pari a 8,9 milioni. Un effetto che si riflette anche sul valore degli immobili del distretto, che fa in modo che 2 residenti su 3 riconoscano che la presenza degli spazi verdi abbiano un apprezzamento del valore degli immobili per la presenza dei parchi, quantificabile almeno in “un +10% per oltre la metà di loro”. Interessante anche la disponibilità di cittadini, stakeholder ed imprese, a pagare di più pur di poter continuare a frequentare questi spazi verdi.


Quali futuri step intraprendere? Dalle interviste condotte da Nomisma anche sugli stakeholder, emergono 3 priorità.


Incrementare la promozione del quartiere Eur, facendo riferimento in particolare anche agli eventi, efficientare la caratterizzazione dei parchi (visto che, ad oggi, è il parco centrale con il lago il punto di maggiore attrattività) in modo che diventino dei landmark della Capitale e ottimizzare la sicurezza. «Lo studio evidenzia che investire nella qualità urbana ed ambientale è il futuro» conclude Sasso.

In copertina: il quartiere Eur. Ph. ©Caterina Mulieri via Flickr
 

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Chiara Brivio
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