29-04-2022 Francesca Fradelloni 4 minuti

Edilizia, 100 storie per abbattere il cambiamento climatico con la leva dell’innovazione

La nuova via del made in Italy puntando sulla filiera collaborativa

La declinazione del futuro della filiera delle costruzioni si affida a tre semplici parole: innovazione, sostenibilità e bellezza. La bellezza è l’humus del made in Italy da sempre, ma la ripresa, dopo la grande crisi del comparto del 2008, si affida alla leva tecnologica e al green. La strada verso il futuro è segnata. A raccontarlo è Symbola (Fondazione per le qualità italiane) e Fassa Bartolo, con la partnership tecnica di PPAN. Attraverso il rapporto “100 italian green building stories”, il racconto di imprese, università, centri di ricerca e realtà non profit che rappresentano l’eccellenza del nostro Paese. Parole e numeri.

Nel periodo 2016-2020 sono state oltre 46mila le imprese del settore (28,7% del totale) che hanno fatto eco-investimenti per migliorare processi e prodotti in un’ottica di sostenibilità.

«Le costruzioni sono parte fondamentale per la ripartenza del nostro Paese», spiega Regina De Albertis, presidente Assimpredil Ance, durante l’evento in cui è stato illustrato il rapporto. «Il nuovo approccio culturale, ma anche produttivo, rafforzato dalle nuove leve messe in atto dopo l’emergenza pandemica per ravvivare il mercato come il green deal, il Pnrr, il Superbonus, ha tracciato una strada maestra dove proseguire i prossimi anni». Tanti i temi che però si insinuano frenando la crescita: la normativa che cambia in continuazione, la debolezza finanziaria delle microimprese, il difficile sistema degli appalti, la fatica di fare squadra. «Difficoltà che con l’aggiunta del caro materiali, la volata dei prezzi, la carenza dei materiali, il fragile approvvigionamento energetico, hanno dato una spallata mortale alle imprese non al passo con i tempi, proprio ora che la giuntura era positiva», prosegue la De Albertis.

Oggi più che mai quello che emerge da queste esperienze vincenti è la necessita di declinare il concetto di filiera collaborativa.

Per Paolo Fassa, presidente di Fassa Bortolo, il grande pregio di questa pubblicazione è quella di mappare e quindi di mettere in rete, le esperienze positive che possono fare da esempio a chi sceglie di investire nell’innovazione e nella sostenibilità.


Le storie raccolte nel rapporto raccontano il riposizionamento e la crescente applicazione dei principi della green economy e dell’economia circolare.


E sono tanti i modi con cui partecipare attivamente alla battaglia contro il climate change. «Le certificazioni aiutano, certo, ma devo dire che la visione e la passione hanno davvero attivato un circolo virtuoso di eccellenza in linea con le richieste dell’Ue in previsione del 2030», precisa Ermete Realacci, presidente di Symbola. «L’incapacità di collegare i temi tra di loro, è la grande debolezza della nostra politica e delle nostre istituzioni. Oggi, quando parlo di gas russo non posso non parlare della filiera dell’edilizia che è quella che da sola ne consuma un terzo. E così via per il caro bollette che va di pari passo con l’efficienza energetica del nostro parco immobiliare», afferma Realacci. Una fotografia di come si sta costruendo la nuova edilizia. «L’edilizia è il settore meno impattato dall’innovazione, ma che consuma di più», dichiara Raffaele Cattaneo, assessore all’Ambiente e Clima della regione Lombardia.

«La pressione sull’uso delle risorse aumenta sempre più. Per ridurre l’inquinamento abbiamo investito sul settore dei trasporti, pensate alla normativa Euro e ai provvedimenti del blocco del traffico ma i dati ci dicono altro. I consumi energetici finali in Lombardia del settore dei trasporti rappresentano il 23%, il settore civile vale il doppio. Due terzi del settore è dato dall’edilizia residenziale. Cioè: la principale causa non solo dei consumi energetici, ma delle emissioni in Lombardia è la filiera delle costruzioni. Il settore non si può più tirare fuori».

Ma è anche diventata una necessità di sviluppo e di mercato. Le soluzioni tecnologiche quindi sono fondamentali per la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare nazionale. I dati al 31 dicembre 2021 forniti da Enea e dal ministero per la Transizione Ecologica, ci dicono infatti che le detrazioni relative al Superbonus 110% – previste al termine dei lavori – hanno raggiunto i 17,8 miliardi di euro. Ossigeno per il settore, oggi in ripresa con un incremento degli addetti nei primi nove mesi del 2021 pari al +7,9% (94mila lavoratori) e un fabbisogno occupazionale diretto per il 2022 che si aggira attorno alle 170mila unità, a cui si sommano 95mila unità nei settori collegati, per un totale di 265mila posti di lavoro. Una domanda legata soprattutto alla nuova edilizia spinta dal Pnrr, dal Superbonus e da un processo di riposizionamento delle imprese proprio sui temi della sostenibilità.

Le storie raccolte nel rapporto raccontano questo riposizionamento e la crescente applicazione, a scale diverse, dei principi della green economy e dell’economia circolare. Si sperimentano, per esempio, efficienze e simbiosi industriali tra realtà diverse per valorizzare i sottoprodotti di un’azienda o di una filiera trasformandoli in nuova materia per altre, mentre si studiano nei dipartimenti R&S delle imprese materiali più durevoli, riciclabili, salutari per l’uomo e l’ambiente. Anche i cantieri sono al centro di grandi cambiamenti, come raccontano le storie di imprese che muovono sempre più verso la prefabbricazione dei componenti. Centrale, in molte delle storie, il tema dell’efficientamento energetico e termico, con tecnologie che spaziano dall’impiego di soluzioni per la produzione di energia da fonti rinnovabili (come il fotovoltaico o l’eolico ‘da balcone’) fino a innovativi cappotti hi-tech per la riduzione spinta delle dispersioni termiche.

In copertina: 100 italian green building stories

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Francesca Fradelloni
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