Ecco i cinque progetti italiani per il nuovo Bauhaus europeo

15-12-2021 Andrea Nonni 6 minuti

Dal masterpanning al design idee e progetti al test, per essere poi replicati su larga scala

Dalla Puglia all’Europa: Esseri urbani. The other side of the art, è il progetto italiano vincitore nella sezione “nuovo Bauhaus europeo”, nella categoria dedicata alla mobilitazione della cultura, delle arti e delle comunità. Quattro altri progetti sono stati premiati nella sezione “stelle emergenti” (talenti under 30) e sono l’eco-quartiere Porto di Mare a Milano, nella categoria spazi urbani e rurali risanati; il retrofitting del sito Unesco di Ivrea, nella categoria conservazione e trasformazione del patrimonio culturale; la ricostruzione sociale post-emergenza dalle aree colpite dal terremoto, nella categoria luoghi ripensati per incontrarsi e condividere; e Materieunite, nella categoria prodotti e stile di vita. Questa la classifica annunciata alla Triennale di Milano il 14 dicembre dalla Commissione europea. Progetti selezionati per le buone pratiche, gli esempi e i concetti che illustrano i valori di sostenibilità, estetica e inclusione del nuovo Bauhaus europeo.


Contributi da 30mila euro al vincitore e da 15mila euro ai quattro della sezione stelle emergenti


Il nuovo Bauhaus europeo, annunciato dalla Presidente von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell'Unione 2020, esprime l'ambizione dell'UE di creare luoghi, prodotti e modi di vivere belli, sostenibili e inclusivi. Queste sono le sperimentazioni made by italians che tengono insieme sostenibilità, cultura e tecnologia, valorizzando gli sforzi di architetti, artisti, ricercatori e cittadini, e che contribuiscono in varie forme al Green Deal Europeo e al piano straordinario di ripresa Next Generation EU.

Dal 23 aprile al 1° giugno 2021 sono pervenute oltre duemila domande da tuti gli Stati membri dell'Europa e le candidature che soddisfacevano i criteri di ammissibilità sono state pubblicate online per la votazione pubblica. Sono stati poi i partner dell'iniziativa del nuovo Bauhaus europeo a valutare i tre progetti più votati per categoria, in ciascuna sezione, e un comitato di valutazione, composto da rappresentanti dei servizi della Commissione europea, ha supervisionato l'intero processo al fine di garantire il rispetto delle regole.

Tornando al vincitore, the other side of art, è un progetto che usa l’arte contemporanea come strumento per stimolare la rigenerazione urbana e sociale. Esseri Urbani propone al pubblico il lavoro di artisti emergenti nel corso di mostre gratuite all’aperto, anche con contenuti multimediali aggiuntivi a cui si potrà accedere utilizzando i codici QR. Il primo festival di Esseri Urbani, “Zootopia”, si è svolto nel 2019 per le strade di Locorotondo (Bari), mentre l’edizione 2021 “Eterotopia” avrà luogo a Noci (Bari). Ciascun evento è calibrato sulle specificità locali e intende sviluppare l’accesso alla cultura, il turismo sostenibile e l’occupazione. Gli attori sociali ed economici sono coinvolti nella pianificazione, con il coinvolgimento diretto di residenti e visitatori, in particolare bambini, adolescenti e disabili. “Il progetto è un’occasione per creare una connessione tra comunità, paesaggi e architettura locale tramite l’espressione artistica contemporanea. Apre inoltre nuove possibilità – spiegano i promotori – per la creazione e la curatela: esporre l’arte in spazi pubblici produce nuove prospettive, sia per le opere sia per i luoghi”.

Dei quattro progetti “giovani”, l’eco-quartiere Porto di Mare è un progetto di riqualificazione dell’area metropolitana tra Milano e delle campagne limitrofe, sulla base di strategie di pianificazione energetica a basse emissioni di carbonio. “Oggi Porto di Mare è un quartiere inquinato e caratterizzato da un forte degrado, la cui popolazione multietnica vive in condizioni precarie. Il masterplan – si legge nella nota della Triennale – è stato elaborato ricorrendo ad algoritmi e a un approccio di modellizzazione a più livelli per integrarvi i requisiti ambientali, economici, sociali e culturali. Diventerà un quartiere autosufficiente e i suoi abitanti avranno facile accesso a tutto, dai generi alimentari alle scuole, dagli impianti sportivi a una stazione della metropolitana che li collegherà direttamente al centro della città. Una caratteristica importante sarà costituita da un polo per la ristorazione e i trasporti, in un’area di interfaccia dove le persone provenienti dall’interno e dall’esterno del quartiere potranno incontrarsi e interagire. L’approccio dovrebbe, a termine, essere replicabile in contesti urbano-rurali simili”.

A Ivrea si punta sul retrofitting: gli edifici esistenti degli stati Eu sono responsabili del 40% del consumo energetico complessivo e di circa il 36% delle emissioni di CO2. Ecco che questo progetto piemontese mira a sviluppare una strategia di ammodernamento che tenga conto della sostenibilità sia ambientale che culturale. Migliorerà le prestazioni termiche preservando il valore, il carattere e l’estetica dell’architettura moderna. “Questa metodologia – si legge nella nota – sarà testata su tre edifici emblematici del sito patrimonio dell’Unesco di Ivrea: la fabbrica Mattoni Rossi, il complesso delle Officine I.C.O. e il palazzo degli uffici Olivetti”. L’obiettivo finale di questa ricerca pilota è fornire uno strumento pratico che possa essere adattato per la futura ristrutturazione di altri siti industriali, in contesti geografici o culturali eterogenei.

La ricostruzione sociale post-emergenza è un progetto di ricerca che ruota intorno al ruolo dell’architettura nella vita delle persone dopo una catastrofe naturale e si basa sul case study di Accumoli, cittadina dell’Italia centrale distrutta dal terremoto del 2016. La chiave di volta è lo spazio aperto, che facilita la vita sociale e il coinvolgimento di tutti: il progetto propone una serie di strumenti resilienti utili a progettare insediamenti post-emergenza incentrati sugli spazi aperti, e quindi in grado di garantire la sostenibilità sociale. “Lo sviluppo futuro – si legge ancora nella nota della Triennale – sarà quello di tradurre gli strumenti in parametri spaziali da utilizzare nei diffusi software di progettazione Bim, con l’obiettivo di permettere a tutti gli utenti di progettare edifici – per un contesto post-emergenza e non solo – che prevedano spazi pubblici aperti socialmente vitali”.

Quarto progetto? Quello degli architetti, dei progettisti e dei programmatori di Materieunite che creano installazioni permanenti e temporanee per eventi e negozi impiegando il cartone sostenibile come materia prima, accanto ad altri materiali riciclati oppure recuperati dagli scarti delle filiere di approvvigionamento. Il principio fondante è l’economia circolare: ridurre, riutilizzare e riciclare. “Materieunite – spiegano – ha sviluppato linguaggi di programmazione propri per produrre progetti su misura utilizzando la minor quantità di materiale possibile, in modo da minimizzare gli sprechi, i tempi di produzione e di conseguenza i costi. Ogni pezzo può essere smontato con la stessa facilità con cui è stato costruito, per facilitarne il completo riciclo al termine del suo ciclo di vita”. Il design finale, altamente standardizzato, potrà essere prodotto ovunque – idealmente vicino al luogo in cui sarà utilizzato – riducendo in tal modo le emissioni derivanti dal trasporto e dall’imballaggio.

In copertina: il progetto vinicitore Esseri urbani. The other side of the art (Puglia). Categoria “Mobilitazione della cultura, delle arti e delle comunità”

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Andrea Nonni
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