10-12-2021 Chiara Brivio 3 minuti

Disfare, rifare, evolvere. La lezione di Balkrishna Doshi, vincitore Riba 2022

Attenzione al clima e alla tradizione. Settant’anni di carriera e 100 opere realizzate

Balkrishna Doshi è il vincitore della medaglia d’oro Riba 2022. Dopo David Adjaye nel 2021, è il turno dell’India a ricevere uno dei più alti riconoscimenti internazionali per l’architettura, promosso dalla Royal institute of British architects.

Considerato il più importante architetto indiano vivente, alunno di Le Corbusier e collaboratore di Louis Khan fino al 1956, quando aprì Vastushilpa, il suo studio con altri due partner, Doshi vanta nel suo curriculum oltre 100 progetti realizzati in 70 anni di attività. Nato nel 1927 a Pune, nello stato occidentale del Maharashtra, ha profondamente segnato la traiettoria dell’architettura in India, con una cifra stilistica che ha saputo combinare il modernismo con il vernacolare, influenzata dall’architettura, dal clima e dalle arti del suo Paese. Dall’edilizia scolastica al residenziale, dalla cultura al social housing, Doshi ha realizzato progetti che spaziano in tutte gli ambiti della disciplina, ma è riconosciuto a livello internazionale per il suo approccio all’urban planning e per la sua attività accademica. In un’intervista rilasciata al New Yorker nel 2018, anno in cui era stato insignito del premio Pritzker, il “Nobel” per l’architettura, Doshi diceva che l’architettura non «deve essere informata da ‘un’estetica dell’affluenza’ ma dall’empatia. Se cammini per la strada e vedi le persone, non ti viene spontanea la domanda, ‘che cosa posso fare per loro?’».

«La notizia di questo riconoscimento ha fatto riaffiorare i ricordi del tempo in cui lavoravo con Le Corbusier, nel 1953, quando anche lui aveva appena saputo di avere vinto la medaglia – ha fatto sapere Balkrishna Doshi in una nota – mi ricordo perfettamente il suo entusiasmo, quando mi disse, metaforicamente, ‘Chissà quanto è grande e quanto pesa questa medaglia’. Oggi, sessant’anni più tardi, mi sento veramente sopraffatto di ricevere lo stesso premio del mio guru, Le Corbusier, e che onora i miei sessant’anni di attività».


Il premio del Riba viene consegnato ogni anno a quegli individui o gruppi di persone che si sono distinti per il loro contributo alla promozione dell’architettura e viene personalmente approvato dalla regina d’Inghilterra.


Per questo, nella motivazione del riconoscimento a Doshi, Simon Allford, presidente del Riba, ha dichiarato: «Anche se influenzato dal lavoro svolto nello studio di Le Corbusier, il suo stile è quello di un intellettuale originale, capace di disfare, rifare ed evolvere. Nel XX secolo, quando la tecnologia ha permesso a molti architetti di costruire indipendentemente dalle tradizioni e dal contesto locale, Balkrishna è rimasto intimamente connesso al suo hinterland, con il suo clima, le sue tecnologie antiche e moderne, le sue arti e i suoi mestieri».

Tra i suoi progetti più importanti, figurano la Ahmedabad School of Architecture (1966, con ampliamenti realizzati nel 2012, oggi chiamata Cept) improntata sull’apprendimento collaborativo; The Institute of Indology (1962), una biblioteca per documenti rari e il Tagore Hall & Memorial Theatre (1967), un auditorium da 700 persone dalle caratteristiche brutaliste, entrambi in Ahmedabad; l’Indian Institute of Management in Bangalore (1977 – 1992); il Kanoria Centre for Arts (1984), hub dedicato alle arti creative; l’Aranya Low Cost Housing (1989), Indore, che vinse il premio Aga Khan per l’architettura nel 1995 e infine l’Amdavad ni Gufa (1994), una galleria d’arte realizzata come una caverna che ospita il lavoro dell’artista Maqbool Fida Husain. 

Oltre all’architetto anglo-ghanese David Adjaye, vincitore nel 2021, altre personalità che hanno ricevuto la Medaglia d’oro vanno da Zaha Hadid a Ieoh Ming Pei, da David Chipperfield alle Grafton Architects.

In copertina: Sangath, lo studio Vastushilpa, Ahmedabad, India. ©Vastushilpa Foundation

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Chiara Brivio
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