Decreto Rigenerazione, verso la fumata bianca

06-05-2022 Fabrizio Di Ernesto | Paola Pierotti 4 minuti

Lo ha anticipato il senatore Ferrazzi intervenendo alla biennale Barbara Cappochin a Padova

L’intesa sul decreto Rigenerazione potrebbe essere trovata già la prossima settimana nonostante il confronto aperto tra ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili e quello dell’Economia e della finanza. Ad anticiparlo il senatore Andrea Ferrazzi, capogruppo dem nella commissione Ambiente e territorio, intervenendo nel corso della decima edizione della biennale di architettura Barbara Cappochin in corso a Padova.

Lo stallo dovrebbe risolversi dopo la definizione sui dettagli dei fondi necessari, alcuni miliardi di euro, perché, sottolinea l’esponente del Partito democratico: «Non è sufficiente pensare ai programmi urbanistici nazionali a spot, come abbiamo fatto fino ad ora nel nostro paese. Programmi magari positivi ma che arrivavano un anno sì e dieci no. O peggio ancora, presentati di corsa che obbligavano a rivedere quelli di dieci anni prima senza avere la possibilità di fare programmazione».

Nell’immediato, la sfida deve essere quella di realizzare una policy nazionale dell’agenda urbana ponendo al centro della politica il sistema della città sempre, non solo quando c’è un premier illuminato «ma per fare questo è necessario avere una governance, ovvero un elemento unificatorio che pensa positivo della città e che abbia un potere di indirizzo su tutti i ministeri. Per questo abbiamo pensato a Palazzo Chigi ovvero a contatto col primo ministro, perché altrimenti abbiamo già visto quanti progetti anche importanti, come il federalismo demaniale, trovano difficoltà nella fase di sviluppo».

La rigenerazione è un tema centrale nell’Italia di oggi e c’è bisogno di un grande coordinamento tra regia pubblica e partenariato con il privato perché, spiega ancora Ferrazzi «in tutto il mondo si usano anche i fondi privati. Bisogna avere la capacità di valorizzare chi sa fare le cose. Inoltre, c’è bisogno della partecipazione dei cittadini. Il tempo del confronto non è perso perché poi ritorna (in termini di consenso) ed è un investimento, così facendo i possibili conflitti si risolvono a monte».

Sul tema della prossimità, dell’inclusione e della partecipazione si stanno confrontando a Padova grandi esperti, primo tra tutti Carlos Moreno, consigliere di Anne Hidalgo.

Altro tema importante su cui focalizza l’attenzione Ferrazzi è quello della “rottamazione edilizia” perché, per il politico veneziano le nostre città vanno profondamente riviste «pensando non solo ai pieni, ma anche ai vuoti. Bisogna fare dei piani urbanisti appositi per questi spazi, per consentire alle persone di vivere bene. Per fare questo però dobbiamo intervenire in profondità. Abbiamo circa due terzi del nostro patrimonio edilizio privato residenziale in classe energetica G. Abbiamo un extra costo nel consumo energetico che supera i 20 miliardi di euro l’anno. Bisogna lavorare per abbatterli. Dove si può migliorare lo si fa, dove non si può c’è la sostituzione edilizia».

E proprio per questo il decreto comprende tutta una serie di norme che consentono di avere sostenibilità urbanistica, ambientale ed economica senza le quali non si possono realizzare i progetti. Questo alla fine può arrivare ad incidere anche sugli oneri, perché «se presenti progetti di qualità, gli oneri potrebbero anche essere abbattuti perché si realizza un beneficio pubblico. Lo Stato dovrebbe riconoscerlo e premiare chi li porta avanti».


Il nuovo concetto di rigenerazione deve puntare non solo sui vuoti urbani ma anche sui pieni ed eventualmente anche sulla rottamazione edilizia.


«Abbiamo stabilito – continua ancora il senatore – che quando il comune definisce gli ambiti di rigenerazione urbana quella diventa di pubblica utilità e quindi c’è la possibilità di espropriare secondo la legge, perché non è possibile che il privato proprietario magari di un rudere possa bloccare lo sviluppo della città».

Tra le norme contenute nel decreto anche una relativa alla continuità amministrativa rafforzata per evitare che il cambio di maggioranza in una pubblica amministrazione porti alla cancellazione di progetti già approvati si dovrà dimostrare che l’utilità pubblica della modifica sia migliore della precedente, altrimenti sarà l’amministrazione stessa a pagare i costi.

«C’è bisogno – ha concluso Ferrazzi – di rivedere complessivamente anche il testo unico evitando il mostro generato negli ultimi 20 anni mettendo cerotti e pezze alla bisogna. Ma, naturalmente, c’è bisogno di un grande dibattito pubblico, di una grande spinta perché l’innovazione deve avere alle spalle le città, gli enti locali, le categorie».

La legge urbanistica nazionale ha compiuto i suoi primi 80 anni, il dibattito è aperto. Intanto almeno la rigenerazione è entrata a pieno titolo nell’agenda politica e nella coscienza della comunità che chiede progetti che tengano insieme ecologia, sostenibilità, efficienza energetica, qualità, bellezza e inclusione. Un nuovo corso per le competenze che gravitano intorno al progetto. Dove l’unica via sembra essere quella di “fare insieme”, cooperando nell’ambito di una visione e di progetti olistici.

In copertina: il senatore Andrea Ferrazzi © andreaferrazzi.eu

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Fabrizio Di Ernesto
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