Con Urbano, il racconto del mondo del costruito sotto la lente dei privati

12-01-2021 Chiara Brivio 4 minuti

Per i 100 anni di Borio Mangiarotti il primo numero di un magazine, dedicato a Milano

«Dedicare a Milano il primo numero del nostro magazine ci sembrava una scelta obbligata: un omaggio alla città dove ha avuto inizio la nostra storia»
Edoardo De Albertis

Il 2020 è stato un anno difficile e complicato per il mondo della progettazione e dell’edilizia, e la comunicazione ha cercato di tenere testa ai cambiamenti e alle evoluzioni che si sono susseguiti. Molteplici sono stati infatti i momenti di dibattito, scambio, confronto su come l’architettura possa e debba adattarsi alle sfide del post-pandemia, non solo da un punto di vista della qualità e della centralità del progetto, ma anche di come quest'ultimo viene comunicato.

È stato un anno di traguardi significativi anche per riviste storiche come Area ed Elle Decor, che hanno festeggiato entrambe 30 anni di vita – la prima con una giornata di incontri e dibattiti in streaming, la seconda con 3 copertine diverse per un numero speciale che ha visto i contributi di 4 importanti testimonial del mondo dell’architettura: Michele De Lucchi, Cecilia Alemanni, Stefano Boeri e Ingrid Paoletti –. O ancora Domus, un’altra delle più importanti pubblicazioni in Italia, che oltre ad aver annunciato nel mese di dicembre il nuovo guest editor per il 2021, l’architetto giapponese Tadao Ando, ha mandato in edicola un numero speciale, dal titolo Recovering Italia, corredato dal nuovo supplemento DomusAir, progetto nato dalla collaborazione tra la testata e Giulio De Carli, uno dei soci fondatori dello studio milanese One Works. Il tema del numero? Le infrastrutture, con un focus sull’aviazione. Senza dimenticare la conferenza europea Architecture & the Media, che nell’edizione 2020 si è focalizzata sul tema della comunicazione architettonica nei mezzi radio-televisivi e negli altri media audiovisivi, con un’attenzione specifica al ruolo delle immagini. Tra le altre iniziative private si ricorda quella promossa da Euromilano, dal titolo “Elementi di urbanistica noir”.

In questo contesto si innesta anche un nuovo prodotto editoriale, questa volta a cura di un’impresa, la Borio Mangiarotti, società di sviluppo immobiliare fondata nel 1920 che ha compiuto 100 anni proprio nel 2020. Suoi, tra gli altri, sono i progetti di riqualificazione urbana di alune aree di Milano, tra i quali la zona di Via Parri, a sud, nelle vicinanze di Bisceglie, SeiMilano, nel quadrante ovest, e il parcheggio di Sant’Ambrogio con la storica piazza (del quale forse si ricorda l’accorato appello “contro” di Cini Boeri, scomparsa l’anno scorso). Il magazine, intitolato “Urbano”, avrà cadenza annuale e, fanno sapere dal gruppo, «affronta i temi legati all’urbanistica e all’architettura per diffonderne la cultura attraverso un taglio originale e inconsueto. Un incubatore di cultura urbana». Il progetto grafico del book, nel quale domina il giallo, è curato dall’agenzia creativa More Studio, parte di Studio Editoriale, conosciuto anche per essere l’editore della nota rivista di attualità Rivista Studio e di Undici, dedicato al mondo del calcio.

Il primo numero di Urbano è dedicato a Milano in tutte le sue declinazioni, con 10 caratteristiche scelte per ogni capitolo (Milano 10×10): 10 immagini, 10 mappe storiche della città, 10 copertine di riviste, 10 progetti iconici di interior design, come pure 10 i materiali che caratterizzano facciate ed edifici del capoluogo. Non manca il mondo della cultura, con i 10 artisti che hanno scelto Milano per il loro percorso artistico. Il tutto inserito in una timeline che riassume le tappe salienti e i progetti che hanno cambiato il volto della città lombarda dal 1920 a oggi: si va dalla Ca’ Brutta di via Turati (1922) fino a Porta Nuova e City Life, passando per il Palazzo dell’Arte, il Nuovo Piccolo Teatro e la riconversione del quartiere Bicocca. Ma Milano è anche la città di Borgo Mangiarotti, che ha non a caso l’ha scelta come tema del primo numero del nuovo magazine, visto che la storia del centro urbano s’intreccia inestricabilmente con la storia della famiglia di costruttori. «Dedicare a Milano il primo numero del nostro magazine ci sembrava una scelta obbligata: un omaggio alla città dove ha avuto inizio la nostra storia» fa sapere in una nota Edoardo De Albertis, ceo della società. Ampio è quindi anche lo spazio dedicato agli interventi del gruppo nel capoluogo.

Una Milano che è anche una delle città più colpite dall’epidemia da Covid 19, sia in termini economici che sanitari, come sottolinea il sindaco Giuseppe Sala in uno dei quattro editoriali inclusi nella pubblicazione (gli altri sono quello di De Albertis, dell’architetta Sonia Calzoni di Calzoni Associati e, non ultimo, di Luca Molinari, critico di architettura), che scrive a proposito del ruolo delle città, «La necessità di avviare una ripresa su basi nuove dopo la fase più acuta dell’epidemia evidenzia ancora il ruolo delle città come centri propulsori dello sviluppo economico civile e sociale, come luoghi del cambiamento e della progettazione del futuro. Sono infatti proprio le città ad essere chiamate a guidare la ripartenza e disegnare una nuova normalità, correggendo le contraddizioni del passato e mettendo a frutto la lezione di questi mesi difficili e drammatici».

Infine, il capitolo ‘Toolbox’, una “cassetta degli attrezzi” alla quale vengono affidate riflessioni a progettisti (tra gli altri anche Mario Cucinella), giornalisti e designer, su quelli che saranno i modelli di vita urbana nel futuro.

 

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Chiara Brivio
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