Circolarità e creatività, alla Design Week c’è spazio anche per gli esiti della ricerca europea

15-09-2021 Chiara Brivio 4 minuti

L’ingegneria meccanica del Politecnico di Milano protagonista dell’installazione FiberEUse

Non solo automobili, elettrodomestici, percorsi immersivi nella casa domotica del futuro, migliaia di vasi e sedute, installazioni artistiche, spazio alla tecnologia ad esempio con l’ologramma dello stand del Nescafè. Alla Design Week 2021 di Milano c’è stato spazio anche per la ricerca scientifica. Ed è stato in particolar modo Superstudio Più, iconica location dedicata a mostre ed eventi di design in via Tortona, ad aver ospitato uno stand particolare, dove, tra oggetti, prototipi e un paio di sci, si è potuto comprendere quanto oggi, dietro ogni oggetto di design, ci sia in realtà un lungo percorso basato su ardui calcoli ed esperimenti altamente complessi.

Ed è proprio il progresso tecnologico e l’innovazione nel campo del riuso dei materiali, in questo caso della fibra di vetro e del carbonio, il protagonista dell’installazione FiberEUse – Prodotti circolari per un futuro sostenibile, un progetto finanziato dall’Unione Europea per un totale di quasi 10 milioni di euro attraverso il programma Horizon 2020, che ha coinvolto 20 partner in 7 paesi diversi e che ha visto come capofila il Politecnico di Milano, e nello specifico il dipartimento di Ingegneria meccanica. Obiettivo della ricerca era aumentare la profittabilità del riciclo di polimeri (plastiche) compositi rinforzati, o con fibra di vetro o di carbonio, e riutilizzarli nella produzione di nuovi oggetti che avessero un valore aggiunto, in un’ottica di economia circolare.

Attraverso questa installazione volevamo mostrare che si possono realizzare delle cose esteticamente e visivamente “belle” anche con questi polimeri.
Marcello Colledani, professore al Politecnico di Milano e coordinatore del progetto FiberEUse

Un riferimento al fatto che spesso i materiali di riciclo vengono utilizzati, per esempio, come isolanti e quindi non sono visibili ai fruitori. In questo caso invece, il sodalizio tra scienziati e designer ha permesso la concretizzazione delle ricerche in prodotti già vendibili sul mercato, con il plus della sostenibilità e del messaggio di attenzione all’ambiente.

Un obiettivo che ha preso la forma anche di una mostra, il cui design e la grafica sono stati curati da Matteo e Carlotta Origoni dello studio Origoni Steiner architetti associati. Partendo da un mucchio di rifiuti all’inizio del percorso, il visitatore poteva infatti scoprirne i diversi utilizzi ed applicazioni mano mano che esplorava l’installazione: dagli sci della celebre marca austriaca Head, a sgabelli, altalene, lampade, complementi d’arredo, alcuni di questi già in commercio, ma anche parti per automobili e materiali di costruzione, in un display colorato e luminoso. Un modo pratico e immediato per spiegare le tre macroaree e i diversi ambiti di applicazione in cui erano stati suddividi i casi studio della ricerca: dal più piccolo, dove anche con l’ausilio della stampa 3D assistita da ultravioletti, i polimeri possono essere riutilizzati per mobili, prodotti sportivi e dedicati allo svago con un “riciclaggio meccanico”, fino alle applicazioni in campo automotive e nell’edilizia per quelle fibre più lunghe che provengono dagli scarti delle turbine eoliche a fine vita o dall’aeronautica, attraverso un processo di riciclo termico. Ultimo campo, quello dell’ispezione e della vera riparazione di questi prodotti per delle applicazioni nell’alta tecnologia.

Tutto questo in modo anche economicamente sostenibile, come ha spiegato ancora Colledani, un aspetto non secondario se si vogliono implementare sempre di più queste tecnologie.

E come in tutti i progetti finanziati dall’Horizon e caratterizzati da alta complessità e tecnologia, i partner dei gruppi di ricercatori impegnati sul campo sono molteplici e multispecialistici. Tra quelli italiani, infatti, in FiberEUse si contano Stiima – Istituto di tecnologie industriali e automazioni del Cnr, Rivierasca, azienda bergamasca produttrice di laminati in poliestere rinforzato con fibra di vetro, Holonix, specializzata in IoT e realtà aumentata, e infine GreenCoat, che nel mantovano ha creato un sistema di cromatura ecologico per materiali plastici. Un vero “ponte” tra ricerca e mercato quello creato dal progetto, che dai laboratori delle università ha portato innovazione anche nel mondo del design, sempre con uno sguardo al futuro.

In copertina: particolare dell'installazione di Fiber Use ©PPAN

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Chiara Brivio
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