20-12-2021 Paola Pierotti 3 minuti

Bonetti: Investire sull’ingegneria al femminile, per riumanizzare scienza e tecnologia

Dall’accademia al Governo. Il punto con la ministra alle pari opportunità e alla famiglia

La parità di genere, l'empowerment delle donne, deve diventare un asse prioritario dello sviluppo che si va a costruire.
Elena Bonetti

Per molti anni è stata professoressa di analisi matematica alla facoltà di ingegneria. Oggi, con il Governo Draghi, è ministra per le pari opportunità e la famiglia e dal 2019 aveva ricoperto la stessa carica nel governo Conte II. Elena Bonetti ha partecipato all’edizione 2021 di Ingenio al femminile, promosso dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri, nell’ambito della quale sono stati assegnati i premi per le migliori tesi di laurea di ingegneria, a neo-laureate di tutt’Italia. Un saluto istituzionale ma anche un monito alla «valorizzazione dell’esperienza al femminile nella scienza e nella tecnologia, perché queste – ha dichiarato la ministra – hanno bisogno di essere riumanizzate, attraverso le parole, gli sguardi e i vissuti delle donne che le possono interpretare».

«Ricordo ancora l’emozione, ripensando alla mia carriera accademica, di essere stata per tante studentesse e studenti, la prima persona che hanno incontrato, proprio con l’esame di analisi matematica. In quelle aule numerose – racconta la ministra – ho sempre avuto la percezione di saper intercettare il loro sogno e la loro ambizione: attraverso quell’accadimento, quello che per molti era il primo esame, sarebbe iniziato un percorso, acquisendo strumenti utili per affinare il ragionamento e in qualche modo per far tesoro dell’alfabeto necessario per entrare in quella sfida straordinaria che il mondo dell’ingegneria può e deve aprire». Siamo in un processo di transizione, e da ministra, Bonetti, racconta che questa situazione la sta rivivendo. «Serve intuire, interpretare, dare forma e concretezza al nuovo che ci sollecita, in modo urgente».

La ministra Elena BonettiElena Bonetti sintetizza: l’ingegneria sa risolvere i problemi e sa dare forma alle cose nuove che stanno arrivando. Ecco, questa è la vocazione intrinseca di chi sceglie questo percorso accademico e professionale. E perché serve il talento femminile? «O si dà forma al futuro anche con le professioniste, o quella forma sarà mancante. La questione – ha sottolineato la Bonetti – non è essere tutelate come donne, in un mondo che per tanto tempo è stato a prevalenza maschile. Se non si fa questo scarto, tutto il mondo dell’ingegneria e la società intera mancheranno di un pezzo».

Role model. Le giovani donne, dal mondo della scienza e della tecnologia, devono essere un esempio per tante altre bambine e ragazze. «Un mondo non solo affascinante – racconta – ma dove la creatività e la dimensione femminile possono trovare pieno compimento e nel quale si può dare un contributo per costruire una società migliore».

Gli investimenti del governo. Nel Pnrr sono state introdotte progettualità specifiche che riguardano la formazione nelle materie Stem, a partire dai primi anni di vita, già nelle scuole dell’infanzia. E via via si prevedono investimenti mirati per promuovere la ricerca femminile, sia nei percorsi di orientamento che di formazione, dagli Its alle università al post-universitario. «Il fatto che oggi nelle Università sia necessario introdurre il bilancio di genere ha senz’altro questo intento» commenta la ministra.

E nel mondo delle professioni? «Le donne devono poter entrare anche da libere professioniste, con tutela e sostegno nelle scelte di vita». Il richiamo è al Family act, perché le donne possano coniugare l’impegno e l’aggiornamento continuo, integrando carriera e vita personale. 

Bonetti torna sulle scelte del Governo Draghi ricordando che «la parità di genere, l'empowerment delle donne, deve diventare un asse prioritario dello sviluppo che si va a costruire. Sono oltre 200 i miliardi gli euro investiti con il Pnrr – racconta – soprattutto in settori allineati con il mondo dell’ingegneria (basti pensare alla transizione ecologica e a quella digitale) e saranno allocati con premialità per chi incide sull’incremento del lavoro femminile. Il 30% delle nuove assunzioni dovrà essere per le donne e per i giovani, le donne giovani – commenta – avranno quindi uno spazio da protagoniste. Non è solo un atto di giustizia – precisa la ministra – ma è una scelta strategica per costruire uno sviluppo resiliente, inclusivo e quindi sostenibile, per dare concretezza a quel goal numero 5 dell’agenda 2030». 

Uno sviluppo integrato e sostenibile per tutti e con tutti. «E chi fa ingegneria lo sa che quando si parla di ottimizzazione di funzioni che dipendono da più variabili, non si può guardarne solo a una. Servono concetti più avanzati che integrano le interazioni tra tutte le variabili in gioco».

In copertina: la ministra Elena Bonetti all'evento" Premio Tesi di Laurea Ingenio al femminile".

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Paola Pierotti
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