Boeri consolida il super percorso in Cina. Si aggiudica un centro di riabilitazione innovativo

01-07-2020 Francesco Fantera 3 minuti

Architettura “rossa” che richiama il colore del Paese, con la cifra “verde” del padre del Bosco verticale

«Il nostro progetto innanzitutto concepisce la disabilità motoria e/o cognitiva non come la fragilità di una minoranza di cittadini, ma come una condizione comune a tutti noi, seppure solo in una fase della nostra vita»
Stefano Boeri

Shenzhen, megalopoli cinese da oltre 13 milioni di abitanti a ridosso di Hong Kong, avrà un nuovo centro di riabilitazione firmato Stefano Boeri Architetti (SBA). Il progetto, proposto dalla sede di Shanghai dello studio fondato nel 2009 a Milano, ha vinto un concorso internazionale per quello che, una volta completato, promette di essere la più grande e innovativa struttura del suo genere in Cina. A lanciare la gara il dipartimento dei lavori pubblici dell’amministrazione cittadina che ha coinvolto nella giuria professionisti come Peter Cook e Sou Fujimoto. A convincerli della bontà della proposta è stato in particolare l’approccio, giudicato come “innovativo” rispetto al tema della disabilità. Una volta completato il Rehabilitation Center di Shenzhen sarà un complesso accessibile e legato al contesto, ovvero il distretto di Longhua, connesso al sistema di mobilità leggera e al vicino parco urbano.

Il concept. A spiegare i tre elementi che hanno guidato i progettisti in fase di ideazione della proposta è lo stesso Stefano Boeri. «Il nostro progetto innanzitutto concepisce la disabilità motoria e/o cognitiva non come la fragilità di una minoranza di cittadini, ma come una condizione comune a tutti noi, seppure solo in una fase della nostra vita. In secondo luogo perché propone un’idea di totale accessibilità agli spazi e ai servizi di riabilitazione. In terzo luogo – chiude Boeri – perché, riconoscendo al verde e alla natura una straordinaria qualità terapeutica, offre una straordinaria disponibilità di spazi verdi e aperti dedicati a tutti i diversi tipi di riabilitazione».

Il progetto. Come sarà strutturato il nuovo edificio che ospiterà persone con disabilità comprese fra i 16 e 60 anni e che, secondo le previsioni, sarà inaugurato fra tre anni? L’impatto visivo sarà garantito dal rosso delle componenti strutturali e dal verde dell’abbondante vegetazione che andrà a popolare il complesso. Colori che insieme fungono da perfetta sintesi rispettivamente fra la Cina e quella che ormai è la cifra artistica degli interventi di SBA: la sostenibilità (il verde). Nel suo insieme i diversi elementi si comporranno in un mix di terrazze verdi e volumi sovrapposti dove architettura e biodiversità si tradurranno in diversi giardini pensili terapeutici dedicati alla riabilitazione dei pazienti.

Mix di funzioni. Oltre alla riabilitazione, sono previste aree per la formazione, attività ludiche e artistiche. E ancora alloggi, spazi museali, di istruzione e lavoro. Non mancheranno un centro sportivo, adatto ad allenamenti e competizioni sia individuali che di squadra, oltre a numerosi ambienti dove verranno sviluppati percorsi formativi dedicati ai pazienti affetti da disabilità con l’obiettivo di supportarli nel loro percorso di ritorno alla quotidianità.

Sostenibilità. In copertura è previsto un giardino terapeutico che accoglierà specie vegetali autoctone e contemporaneamente manterrà la continuità con il vicino parco pubblico, rendendo più stretto il rapporto fra l’edificio e il suo intorno. Aromi ed essenze curative, distribuiti fra alberi e piante, verranno disposti in maniera armonica e in relazione con le volumetrie architettoniche allo scopo di rendere più dinamici i percorsi. Attenzione anche alla produzione in loco di energia, ovviamente rinnovabile. Per questo il complesso ospiterà impianti in grado di sfruttare la ventilazione naturale, oltre ad un sistema per la raccolta delle acque meteoriche.

In copertina lo Shenzhen Rehabilitation Center ©Stefano Boeri Architetti

 

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Francesco Fantera
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