02-05-2022 Fabrizio Di Ernesto 6 minuti

Bari, Livorno e Cosenza, quando la cultura riabilita i centri urbani

Città in scena. Storie di rigenerazione urbana che passa anche per le arti

I temi della rigenerazione e della riqualificazione urbana sono sempre più centrali quando si parla di città e di abitare e non a caso questi argomenti sono declinati in modi sempre più diversi. Uno dei più performanti è sicuramente quello legato al rilancio delle arti (come è emerso tra tanti progetti presentati con il Pinqua) e come ribadito nell’evento “Città in scena”, il convegno promosso da Mecenate 90 in collaborazione con Fondazione musica per RomaAssociazione delle Città d’arte e Cultura (Cidac) e Fondazione CittàItalia, che si è svolto nella cornice dell’auditorium “Parco della musica” nella Capitale. Otto città hanno e altrettanti progetti culturali per il rilancio di quartieri o strutture in disuso.

Progetti che interessano tutta la Penisola. Partendo da sud è stato illustrato l’esempio di Bari e di “San Paolo 2030” che punta sul rilancio della cultura di prossimità per la valorizzazione delle aree degradate e difficili partendo dall’analisi dei cambiamenti degli usi degli spazi sociali.

La zona prescelta si inserisce a pieno titolo nelle “due Bari” già evocate dal Pier Paolo Pasolini ovvero un quartiere periferico sorto negli anni ‘50 senza tutti i servizi necessari. Oggi la sfida che attende l’amministrazione locale non è solo quella di modernizzare l’area, ma di utilizzare gli 1,129 milioni di euro ottenuti dalla Regione per rendere più vivibile ed attrattivo il quartiere. 

Il piano San Paolo 2030 ha come obiettivo il miglioramento della qualità di vita per gli abitanti che di recente ha utilizzato la cultura e i processi culturali come elemento guida della trasformazione. A partire dai primi anni Duemila, con l’arrivo di una della linea metropolitana di superficie, nella zona si è avviato un processo di rigenerazione che ha riguardato in prevalenza la dotazione infrastrutturale, connettendola al centro della città in pochi minuti e fornendolo dei servizi culturali, sportivi e di welfare prima carenti. L’intervento trainante che ha costituito il cuore della rigenerazione del quartiere attraverso l’arte urbana è QM – quartiere museale San Paolo, un progetto di arte murale che ha riguardato un complesso di edifici di proprietà dell’Agenzia regionale per la casa e l’abitare della Puglia centrale, che trasforma lo “spazio pubblico” del quartiere in “spazio espositivo pubblico”, attraverso la collocazione ragionata di opere di pittura murale a carattere monumentale sui volumi dell’abitato. Le fasi del progetto hanno riguardato: un’indagine quali-quantitativa iniziale utile all’individuazione dei cluster di popolazione oggetto di interviste per focalizzare luoghi e temi delle azioni di arte pubblica; a seguire, nella seconda fase si sono sviluppati i laboratori di community empowerment con l’obiettivo di generare una coscienza civica e senso di appartenenza nelle comunità dei residenti; mentre nella terza fase 15 artisti di calibro internazionale hanno realizzato altrettante opere murali.


Il rilancio della cultura e delle arti offre grandi opportunità nella rigenerazione e nella riqualificazione rubana, soprattutto per dare nuova vita a periferie degradate e disagiate


Rigeneration city è invece il progetto su cui ha deciso di puntare ed investire i 1,350 milioni di euro finanziati dalla Presidenza del Consiglio dei ministri – dipartimento delle Pari opportunità nell’ambito del Piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate, il comune di Cosenza nell’area di Casali nel centro storico della città.

Si tratta di un quartiere sorto tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 che ora si vuole rilanciare tramite la modernizzazione del patrimonio, la riconfigurazione dello spazio pubblico e la riconnessione al tessuto urbano.

Negli ultimi anni la città calabrese sta vivendo una forte ripresa grazie al rilancio e alla rigenerazione urbana con diverse opere di architettura moderne ed iconiche ed ora i nuovi interventi si inseriscono in questo solco avendo come obiettivo ultimo quello di rilanciare il tessuto urbano tramite la socialità.

Più nello specifico il progetto è incentrato su tre aree di intervento: innovazione, cultura e socialità. Ciascuna prevede un luogo fisico, in quelle che sono le strutture cardine del quartiere: il Palazzetto dello sport, costruito negli anni ‘80 del secolo scorso con tre palestre comunali polisportive avviate già negli anni ‘70 che ha ospitato eventi e campionati di calcio a 5 e pala tamburello; il Vallone di Rovito; il museo dei Brettii e degli Enotri, il polo civico archeologico che conserva una delle più importanti collezioni sulla storia e l’archeologia del territorio; l’immobile attualmente occupato dal comando dei vigili urbani di Cosenza. Questi, insieme agli spazi esterni limitrofi, con le azioni previste – dalla cura del verde e dell’arredo urbano alle nuove forme di animazione sul territorio, dalla sicurezza del territorio all’integrazione culturale, dalla fruibilità delle strutture sportive e dei servizi culturali territoriali alla assistenza domiciliare destinata ai soggetti deboli o emarginati – diventano fondamentali spazi di socializzazione, attraverso i quali passa la rigenerazione urbana e sociale dell’intero quartiere, centri nevralgici dell’azione di riqualificazione, da cui il rinnovamento si propaga a tutta la città. 

Il comune di Livorno ha invece scelto di rigenerare e far rinascere lo stabilimento in completo stile liberty delle Terme del Corallo, un tempo fiore all’occhiello della città portuale ed ora invece struttura in decadimento all’interno di un quartiere degradato. 

Risparmiato dai bombardamenti del 1943 che rasero al suolo la città medicea – che poi venne ricostruita non sempre in modo omogeneo – il centro termale ha perso importanza e solo nel 2009 è tornato di proprietà del comune che lo ha acquistato dai privati con l’intento dichiarato di rilanciarlo, una speranza però naufragata nel 2015 quando la città è stata definita “area di crisi complessa”; a giorni, maggio 2022, con un investimento di 12,2 milioni di europeo partiranno i lavori di recupero dei 22.770 metri cubi della struttura con un progetto che vedrà poi il centro relazionarsi culturalmente con le Gallerie degli Uffizi di Firenze, nel più ampio contesto del progetto “Uffizi diffusi”, destinato a far acquisire alle Gallerie una dimensione regionale, con la delocalizzazione di opere cosiddette “nascoste” della collezione, secondo un principio che tenga conto dell’identità dei luoghi selezionati. Un primo importante intervento già effettuato è stato il recupero del parco, con destinazione di giardino pubblico, nel giugno del 2013 e, a seguire, è stato eseguito il rifacimento del tetto del padiglione della Sala della mescita, per salvaguardarne le strutture ed i decori sottostanti. Successivamente, è stato redatto un progetto di restauro e rifunzionalizzazione di un primo lotto funzionale, candidato e finanziato nell’ambito del Bando delle periferie del 2016, per il padiglione della Sala della mescita da adibire a spazio polifunzionale per mostre e convegni, gli appartamenti adiacenti, il colonnato est e il giardino storico. I lavori sono stati approvati ad aprile 2021 e sono nella fase dell’aggiudicazione definitiva dell'appalto. Complessivamente, gli edifici che rimangono da restaurare e rifunzionalizzare sono, dunque, l’edificio speculare alla Sala delle mescite, il colonnato ovest, il padiglione di imbottigliamento, il deposito, due pozzi, il cinema e la loggia. 

In copertina: i murales realizzati a Bari per il progetto "San Paolo 2030"

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Fabrizio Di Ernesto
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