Città che cambiano
- Prima tappa dell’iniziativa sulle città del futuro a Verona il 22 aprile. A seguire Roma e poi il sud
Si terrà a Verona il prossimo 22 aprile il primo appuntamento dell’iniziativa “Progetto di futuro – in quali città e territori vogliamo vivere?”, organizzata dal Cnappc e dedicata ai temi della rigenerazione urbana. Ospite il professore della Sorbona Carlos Moreno, urbanista di fama internazionale e padre della “città” dei 15 minuti. La città scaligera è stata scelta in virtù del processo intrapreso recentemente di revisione integrale del proprio Piano di assetto del territorio (Pat), basato sui principi eco-sostenibilità, sulla prossimità e sulla coesione sociale. Prossime tappe del tour a Roma e in una città del sud entro fine anno.
- Il capoluogo abruzzese potrebbe sfruttare un piano di rigenerazione urbana analogo a quelli di Pesaro, Bergamo-Brescia e Mantova
Sarà dunque l’Aquila la Capitale italiana della cultura 2026, dopo quasi 15 anni dal terremoto dell’aprile del 2009. Il capoluogo abruzzese ha sconfitto la concorrenza di altre nove città. Premiato all’unanimità dalla giuria il progetto di “recupero dell’identità” che vuole avvalersi della cultura vista «come volano per la crescita e come elemento fondante di una comunità». Le altre finaliste erano Agnone (Isernia), Alba (Cuneo), Gaeta (Latina), L’Aquila, Latina, Lucera (Foggia), Maratea (Potenza), Rimini, Treviso, Unione dei Comuni Valdichiana Senese (Siena). «L’Aquila è una città ricca di storia e d’identità», ha dichiarato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
- Il progetto ambisce ad avere un impatto sociale, culturale ed economico sul cuore della città
Nell’ambito del progetto “Giovani in centro”, volto alla rigenerazione del centro storico nella zona delimitata dall’ex cinta muraria medievale, il Comune di Cremona promuove un momento di riflessione con i propri cittadini su futuro della città. Progettisti, amministratori, studiosi e architetti invitati alla tavola rotonda “Pensare la città” con lo scopo di condividere visioni intorno a un insieme di elementi morfologici, fisici, storici e culturali che stanno portando ad un vasto lavoro di ripensamento e riuso degli spazi in abbandono, attraverso una strategia di sviluppo urbano sostenibile. Il progetto vuole avere anche un impatto sociale, culturale ed economico su un intero quartiere del centro storico, attraverso interventi che possano essere al servizio prima di tutto della fascia di popolazione più giovane della città.
- Firmato il Piano città con Comune e ministero della Cultura per la valorizzazione del patrimonio immobiliare
Modena si dota del “Piano città degli immobili pubblici”, strategia basata su uno schema di valorizzazione del patrimonio immobiliare proposto dall’Agenzia del Demanio, in linea con il piano di sviluppo comunale, con i fabbisogni dei cittadini e con le esigenze logistiche delle istituzioni. Cos’è nello specifico questo Piano città? Si tratta di un programma che, in condivisione tra le parti, individua le migliori soluzioni per massimizzare l’efficienza dei servizi prestati, la rigenerazione urbana e la qualità della vita dei cittadini, rimuovendo fattori di degrado e ottimizzando l’utilizzo del suolo, in un‘ottica di riduzione della spesa pubblica e di sostenibilità ambientale.
- Settimo rapporto Oice: da Anas, Rfi, Demanio, Invitalia e Autorità portuali i bandi più corposi con richiesta di digitalizzazione
Nel 2023 la percentuale di gare Bim ha raggiunto il 32,6% del totale delle procedure rispetto al 13,7 del 2022. Il livello di maturità delle stazioni appaltanti misurato dalla presenza di capitolati informativi nelle procedure di gara è ancora basso, nonostante l’incremento dal 19,9% del 2022 al 29,4% nel 2023. Oltre l’81,5% delle gare Bim è sopra soglia Ue; sotto soglia 118 bandi per circa 15 milioni. Sugli scudi il settore pubblico: Anas, Rfi, Demanio, Invitalia e Autorità portuali con bandi per il 34,3% del valore totale. Per il Bim assegnati punteggi medi variabili da 6,9 a 17 punti; nel 20,4% dei casi richieste figure certificate Uni.
72,1%affidamento di attività di progettazione11,5%direzione lavori10,4%verifica della progettazione0,5%valutazione sicurezza sismica
- In un incontro all'università di Pescara un dibattito gender oriented tra accademiche e professioniste
«Le donne non devono sentirsi ospiti nella società, ma devono essere fiduciose nel loro percorso», esordisce Laura Andreini, tra le fondatrici di Archea associati di Firenze. Che illustra alcuni noti progetti dello studio: la cantina Antinori nel Chianti, l’Alban Tower di Tirana, l’ex bunker diventato Rifugio digitale nel capoluogo toscano. Si parla di donne nell’architettura e dintorni, per raccontare esperienze ed eventuali difficoltà in un incontro del 20 marzo – Femminile plurale, il titolo – al dipartimento di architettura dell’Università di Pescara. Andreini si rivolge agli uomini (ce ne sono alcuni anche in aula) perché vedano «la necessità di coesistere, perché questa è una ricchezza».